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05-18 Presidio al carcere di Temuco

Il 18 di maggio, dalle 9 del mattino fino al calar del sole, tante diverse comunità mapuche si sono riunite davanti al carcere di Temuco rispondendo alla richiesta di supporto dei prigionieri politici mapuche (PPM) detenuti. La voce si era sparsa nelle settimane precedenti attraverso radio e media indipendenti, o grazie al semplice passaparola. Si chiedeva presenza, incoraggiamento per rafforzare le richieste dei detenuti: più visite, la possibilità di ricevere cibi tradizionali ed essere spostati in un modulo comunitario specifico. Mentre una delegazione di familiari e porta voce è entrata in visita, fuori dal carcere si è mobilitata non una semplice manifestazione, ma un vero e proprio accampamento di persone di tutte le età attrezzate per restare. Fuochi accesi per cucinare e scaldarsi, sedie, tavoli, bollitori, cibo, musica e balli tradizionali. In un discorso conclusivo per la stampa riunita, il Machi (guida spirituale) Fidel Tranamil si è infine rivolto direttamente allo Stato chileno: “Faccio un appello al governo ad affrontare le cose con una politica responsabile, perché il dialogo non si fa con mitragliatrici né carri armati nelle comunità”. Proprio il giorno prima infatti, il governo ha decretato un nuovo stato di eccezione ed emergenza nelle province di Arauco e Bio Bio che comporta ora una nuova militarizzazione e il dispiegamento di forze armate speciali.