Vullnet Xhevdet Elbasani (LDVMG)

La risposta del candidato Vullnet Xhevdet Elbasani del Partito “Movimento Democratico per i Valori, il Benessere, il Progresso” per il Comune di Scutari

 

  1. Qual è la diffusione del fenomeno della gjakmarrja e della hakmarrja nel territorio dove è candidato?

Il territorio in cui io mi candido è il territorio con il numero più grande di famiglie autorecluse nella zona del nord e perfino di tutta l’Albania. Questo a causa dell’ampia estensione territoriale, della mentalità, della mancanza di coordinamento tra le strutture competenti, del livello economico e culturale (istruzione) e della mancanza di applicazione delle leggi nei casi in cui il codice penale prevede le pene massime, etc. Sottolineo che anche le istituzioni religiose hanno un ruolo cruciale.

 

a. Come viene percepito il fenomeno dalla popolazione?

Dagli incontri che vengono organizzati nei centri abitati e casa per casa con gli abitanti della nuova parte di territorio abbiamo constatato che tutti gli abitanti riconoscono il fenomeno come una vecchia piaga sociale (deprecabile), che ha conseguenze molto gravi e che deve essere eliminata coordinandosi tra tutte le strutture, per iniziare ad identificare tutti i casi, le specifiche cause, caso per caso, e dividendosi i vari compiti tra la comunità, le istituzioni religiose, la Polizia di Stato fino agli Organi delle forze dell’ordine.

 

b. Quanti casi ci sono nel suo comune/circoscrizione?

Dato che l’identificazione dei casi richiede una struttura particolare (la quale verrà fondata dopo che sarò diventato Sindaco di Scutari) a partire dalle specificità che presenta questo fenomeno, ci sono famiglie che non lo denunciano, famiglie che, a causa di esso, si allontanano dal luogo di residenza e che nascondono tali casi, ci riferiamo alle statistiche presentate dagli organi competenti fino a fine 2014 inerenti a circa 200 famiglie autorecluse.

 

c. C’è collaborazione tra l’amministrazione e gli altri enti sul territorio?

Dalla conversazione che ho avuto con gli abitanti di questo territorio e con gli Organi Competenti, ho potuto constatare che la collaborazione esiste ma che lascia a desiderare e che deve essere maggiormente rafforzata, iniziando dalla comunità, dalle istituzioni religiose, dalla Polizia di Stato, dagli Organi della Procura e del Tribunale fino alla pena  prevista per i colpevoli per via legale e non utilizzando la giustizia privata. Siccome sono stati identificati anche casi in cui la corte ha condannato il reo alla pena massima come previsto dal Codice Penale, e, mentre l’autore pagava la pena, veniva ucciso un membro della sua famiglia. Questo fa capire che il fenomeno è profondamente radicato e che non può essere eliminato solo con questa collaborazione. Possiamo sconfiggere questo fenomeno o le conseguenze che questo fenomeno crea nella comunità ma per eliminarlo ci vuole tempo.

 

  1. In concreto, se sarà eletto al termine di queste elezioni amministrative, quali passi concreti vuole compiere per il completo sradicamento (eliminazione) del fenomeno della gjakmarrja e della hakmarrja, con riferimento specifico al territorio del suo comune/circoscrizione?

– Richiederò un rapporto periodico concreto al Consiglio di Coordinamento per la lotta contro la vendetta di sangue e la vendetta ma lo richiederò anche ad altre strutture oltre a questa.

– La fondazione di una struttura specifica per l’identificazione dei casi di vendetta di sangue e di vendetta (specifica, caso per caso). I rappresentanti di questa struttura saranno di questo territorio.

– Adotteremo misure affinché ad ogni famiglia sia offerto un servizio d’istruzione (libri e materiali didattici di base messi a disposizione gratuitamente dal Comune) per i bambini autoreclusi che devono seguire la scuola, dipendentemente dai vari casi e dalla zone inviando insegnanti nelle famiglie o raggruppandoli a seconda dei casi. Potremo offrire questo servizio anche on-line attraverso lezioni in internet. Crediamo che l’istruzione possa arginare questo fenomeno.

– Si avrà un piano dettagliato per l’impiego dei membri delle famiglie autorecluse per assicurare loro dignitose condizioni di vita, o un trattamento a livello di assistenza sociale quando la condizione di un basso livello di povertà viene soddisfatta.

– Il Comune sarà un coordinatore tra gli altri (comunità, le istituzioni religiose, le strutture statali a partire dalla Polizia di Stato, dalla Procura fino al Tribunale).

 

  1. Nel 2005 è stata emanata la Legge n. 9389 del 4 maggio 2005, che tuttavia non ha ancora ricevuto alcuna applicazione concreta, poiché mancano i regolamenti attuativi. Cosa intende fare per chiedere all’esecutivo albanese di applicare tale strumento legislativo?

La legge nr. 9389 del 4 maggio 2005 per la creazione e il funzionamento del Consiglio di Coordinamento nella lotta contro la vendetta di sangue.

Questa legge consiste nella costruzione e nel funzionamento di un Consiglio di Coordinamento nella lotta contro la gjakmarrje e la hakmarrje. Da questo consiglio riceveremo il periodico rapporto concreto e dettagliato il quale servirà a permettere il coordinamento con le attività delle nostre strutture presso il nuovo Comune. Credo che il legame con la comunità, identificando i casi e le cause, caso per caso, con la nostra presenza nella comunità possiamo prevenire la vendetta e anche la vendetta di sangue e questo fenomeno verrà via via estinto fino ad essere sradicato. Dato che questa grave piaga della società lascia conseguenze irrecuperabili e che è stata condannata senza riserve da tutti gli abitanti del nuovo territorio, ma anche dalle stesse famiglie che ne patiscono le conseguenze, questo fenomeno andrà verso la sua eliminazione. Il ruolo del Comune sarà la presenza all’interno della comunità, caso dopo caso, nonché il coordinamento tra la comunità, le strutture specifiche e le nostre attività per  estinguere le conseguenze di questo fenomeno che sono state sopracitate.