Le risposte del Sindaco di Ura Vajgurore al fenomeno delle Vendette di Sangue

le risposte del Sindaco di Ura VajguroreOggi vi pubblichiamo le risposte del Sindaco di Ura Vajgurore, Juliana Flamur Memaj. La bellissima lettera che seguirà alle usuali domande del questionario è datata 10.09.2015, ma per motivi tecnici la pubblichiamo oggi.

Le risposte del Sindaco di Ura Vajgurore

Vi riportiamo, a seguire, le risposte del Sindaco di Ura Vajgurore in forma completa:
In seguito alla vostra richiesta sul fenomeno delle vendette di sangue nel nostro comune, rispondiamo al vostro questionario nel modo seguente:

1. Qual è la diffusione del fenomeno delle vendette di sangue (gjakmarrja e hakmarrja) nel territorio in cui lei è Sindaco?
Nell’ex comune di Vajgurore, compresi i suoi 5 villaggi, non ci sono stati episodi di vendette di sangue. Con la nuova divisione territoriale, il comune di  Ure Vajgurore si è ingrandito, essendosi aggiunti i comuni di Kutalli, Poshnjë e Cukalat, con i rispettivi villaggi. Di conseguenza, gli impegni e il lavoro si sono moltiplicati. In breve tempo, siamo andati sul campo per raccogliere informazioni sulle vendette di sangue.
Secondo le voci delle persone del posto, nei villaggi di Drenovicë, Samaticë e Rërëz del  ex comune di Kutalli, le vendette erano diffuse su larga scala. Grazie al supporto di alcune persone influenti, abbiamo organizzato degli incontri in questi villaggi, accertando così l’esistenza di alcuni fis coinvolti nel fenomeno (secondo fonti non ufficiali).

a. Come viene percepito il fenomeno dalla popolazione?
Dall’inizio delle vendette, in diversi anni le uccisioni sono continuate su larga scala.
Non solo le famiglie coinvolte rimanevano rinchiuse in casa, ma tutti gli abitanti di questi villaggi isolati rimasero inorriditi. Erano spaventati al massimo  anche  quando uscivano dalla porta e guardavano in ogni direzione spaventati  .Nessuno degli abitanti   accettava   il fenomeno, il quale si viveva e si vive in silenzio totale. Tra gli abitanti esisteva l’espressione  “Quello che sta accadendo a loro (rivolgendosi alle famiglie in vendetta), non  accada  neanche al nemico”. Durante il periodo ”caldo” di uccisioni, nessuno dava informazioni, quelle poche venivano riferite in luoghi chiusi ed erano  limitate. La paura  era così grande che nessuno osava andare da nessun membro coinvolto a suggerire alle famiglie di fermare tutta questa tragedia.
Quasi in tutti i casi, secondo il racconto degli abitanti, l’inizio della faida è avvenuta per ragioni banali. Questo si sapeva ed  era conosciuto  da tutti  gli abitanti, i quali non lo  sostengono  come fenomeno, ma lo percepiscono come azione che si attribuisce a bassi livelli di istruzione e di cultura.
b. Quanti casi ci sono nel comune/circoscrizione di cui lei è Sindaco?
Come già sopra menzionato, a Drenovicë sono presenti due famiglie (fis) in vendetta contro un altro fis, a Samaticë, un fis contro un altro e Rërëz  un fis contro un altro. Sempre secondo dati non ufficiali, il numero delle vittime in Drenovicë è salito a 15, 15 a Rërëz, e 9 a  Samaticë. Gli omicidi sono continuati per 10 anni, a partire dal 1997-1998 e fino al 2004 -2005. La presenza delle armi nelle case delle persone, con l’apertura dei depositi nel 1997 ha stimolato ancora di più il fenomeno. Negli ultimi anni, sembra esserci stato un tacito accordo e le faide si sono fermate. Comunque, le aree sopra menzionate sono da considerarsi come delle mine vaganti con la miccia pronta ad esplodere alla più piccola provocazione.

c. C’è collaborazione tra l’amministrazione e gli altri enti sul territorio in cui lei è Sindaco?
Nel 2000 è stato istituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti di: OSCE, Avvocato del Popolo, il presidente del consiglio comunale Kutalli e gli anziani del villaggio. I tentativi di riconciliazione sono falliti. Anche se i membri più anziani del fis hanno accettato un accordo, i più giovani hanno rifiutato.

2. In concreto, quali passi vuole compiere per il completo sradicamento (eliminazione) del fenomeno della gjakmarrja e della hakmarrja, con riferimento specifico al territorio del comune/circoscrizione in cui lei è Sindaco?
– Dobbiamo creare un gruppo di lavoro ed andare in queste famiglie, al fine di conoscere da più vicino il fenomeno, di parlare delle circostanze, di entrare nella psicologia e mentalità, creando vicinanza, fiducia e competenze nell’aiuto che intendiamo dare.
– Poichè da 10 anni c’è un’apparente tranquillità fra le famiglie, dobbiamo prevenire qualsiasi imprevisto. Anche se da 10 anni non si compiono omicidi, la vendetta esiste ancora e dobbiamo procedere alla riconciliazione e al perdono.
– Bisogna creare un gruppo di lavoro tra l’amministrazione, l’Avvocato del Popolo, i rappresentanti dell’OSCE, le persone con influenza in queste famiglie e, perchè no?, anche ragazzi giovani ed istruiti provenienti da queste famiglie.

Ringraziamenti

Noi volontari di Operazione Colomba rivolgiamo un sentito e sincero ringraziamento al Sindaco Juliana Flamur Memaj per il tempo dedicato a compilare in modo approfondito il nostro questionario, per l’interesse e lo spessore dei dati di cui ci ha reso partecipi e, soprattutto, per aver ammesso e condiviso con noi l’esistenza nella sua giurisdizione di un problema ancora profondamente radicato e nocivo per il Paese, ma di cui, purtroppo, ancora pochi cittadini e istituzioni parlano in modo costruttivo e pubblico. Certi che la mancata compilazione della terza domanda sia dovuta esclusivamente a una semplice dimenticanza, ci auguriamo di poter collaborare presto con il Sindaco di Ura Vajgurore, Juliana Flamur Memaj.