Operazione Colomba – report mensile delle attività in Albania – febbraio 2019

Situazione attuale

A fine mese un ragazzo è morto a causa di una bomba che gli è scoppiata in mano e che era stata nascosta in un pacco nel suo giardino. Si teme che l’omicidio possa essere collegato con un evento del marzo 2016, quando il fratello della vittima aveva sparato a due cugini, ferendone uno e uccidendone un altro.
Negli stessi giorni sono avvenuti un omicidio e un attentato. Un uomo è stato ucciso in macchina da un vicino di casa, sembra per una lite avvenuta poco prima al bar del villaggio. In auto c’era anche il figlio di 10 anni della vittima, che è rimasto illeso. A Korça (Albania meridionale) ignoti hanno sparato contro l’auto di un uomo, senza causare vittime fortunatamente; il figlio crede possa essere una vendetta in conseguenza di una rapina da lui compiuta nel 2008.
A metà mese un uomo ha beneficiato della libertà condizionale, dopo aver ottenuto l’estradizione dall’Italia nel 2014, dove era stato condannato all’ergastolo. Il giudice dichiara che la misura alternativa alla detenzione è stata concessa per la buona condotta e per il rapporto intessuto con i familiari della vittima. È interessante constatare come, pur non avendola esplicitamente nominata, in questo caso sia stata introdotta una forma di giustizia riparativa.

Condivisione, lavoro e novità sui volontari
Una famiglia ha dimostrato di voler lavorare sul proprio dolore per la perdita di una figlia, condividendo con noi alcune sue fotografie. Abbiamo visto nei loro occhi la serenità di chi sta capendo che provare odio pensando al passato causa solo altra sofferenza.
A cavallo fra febbraio e marzo abbiamo ricevuto la visita di Padre Gianfranco Testa, missionario della Consolata e fondatore dell’Università del Perdono. Con lui abbiamo incontrato 8 classi di una scuola superiore e 3 oratori, dove abbiamo portato un esempio concreto e ripetibile di perdono. Padre Gianfranco ha sottolineato che il perdono è un dono che si fa a se stessi, diverso dalla riconciliazione, che invece prevede l’incontro e l’accordo con l’altro. Gli studenti si sono dimostrati molto interessati intervenendo e facendo domande, anche su come sia possibile perdonare un’uccisione avvenuta a causa della vendetta. Padre Gianfranco Testa ha risposto con parole semplici ma profonde: il perdono non consiste nel perdonare il male che è stato fatto, ma nel ritrovare fiducia in se stessi e sogni per il futuro, di modo che il male subito non domini la propria vita. Inoltre, questi incontri hanno costituito l’occasione per presentare e diffondere la campagna di sensibilizzazione “Kundër Gjakmarrjes“. L’accoglienza nei confronti di questa iniziativa è stata molto positiva.

Rapporto con le istituzioni e società civile
All’inizio del mese abbiamo conosciuto la Dirigente dell’Ufficio Scuole dell’Ambasciata italiana, con la quale abbiamo condiviso il nostro lavoro e preso accordi per un possibile ciclo di incontri nelle scuole dove si insegna la lingua italiana.
Abbiamo anche incontrato due rappresentanti dell’OSCE, che, interessate alla tutela dei diritti umani lesi dal fenomeno della vendetta, si sono impegnate a fare il possibile per sostenere il nostro operato. Infine abbiamo incontrato l’Avvocato del popolo per invitarla a intervenire al Side Event che stiamo organizzando, presso la sede delle Nazioni Unite di Ginevra durante il prossimo UPR (Universal Periodic Review) dell’Albania.

This blog is written in the framework of the project “Alternative dispute resolution and legal aid to solve blood feuds” as part of the subgranting scheme of the project The Civic Engagement for a Functional Judiciary System and Access to Justice in Albania, funded by the European Union and implemented by Save the Children and the Centre of Integrated Legal Services and Practices