Marzo 2017

SITUAZIONE ATTUALE

Questo mese i media si sono interessati al fenomeno della “vendetta di sangue”, stilando una  statistica che evidenzia il numero dei responsabili di reati legati ad esso dal 2005 al 2015. In questo arco temporale, sarebbero state arrestate 135 persone considerate colpevoli di omicidi legati alla gjakmarrje. La statistica evidenzia la presenza di 7 donne tra i responsabili di questi atti, confermando quanto la pratica odierna della vendetta di sangue si allontani dalla tradizione.

Inoltre, secondo questi dati, le zone più colpite dal fenomeno sono le aree rurali, ma anche urbane delle regioni del nord del Paese in cui opera  Operazione Colomba (Scutari, Mirdita, Puka e Tropoja). Tra i casi di vendetta di sangue più gravi, la stampa ricorda quello di una giovane diciassettenne uccisa per la quale ancora non è stato trovato alcun colpevole.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il mese di marzo ci ha visti coinvolti in alcuni accompagnamenti in carcere che ci hanno permesso di condividere il dolore delle famiglie che visitano i propri parenti, responsabili di crimini legati alla vendetta. Durante uno di questi accompagnamenti, è stato possibile entrare nelle carceri insieme ad una donna e alle sue figlie per poter parlare con il marito della signora.
L’incontro ci ha permesso di ottenere il mandato per iniziare un processo di mediazione con la famiglia della vittima. L’uomo ci ha detto di essersi reso conto che è giusto che paghi per quello che ha fatto rimanendo in carcere e il suo pentimento si è manifestato nel desiderio di essere perdonato dalla famiglia con cui è in conflitto.
In un’altra occasione, abbiamo sostenuto una giovane donna e siamo stati vicini ai suoi tre bambini accompagnandoli in visita dal loro capofamiglia che, a causa dell’omicidio che ha commesso, ha costretto la sua famiglia a vivere in condizioni di forte indigenza.
Fortunatamente condividere significa anche gioire insieme: i servizi sociali di Scutari hanno offerto un lavoro a due donne di due famiglie in vendetta che conosciamo da anni.

Continua anche il sostegno sanitario.
Abbiamo, infatti, fornito alcuni medicinali a un bambino affetto da sindrome di Down, la cui famiglia vive in una zona molto isolata dell’Albania.

Ascoltare il dolore di chi soffre a causa di questo fenomeno e creare momenti di serenità e normalità fa parte del lungo percorso verso il perdono e la riconciliazione.

L'arrivo di due nuovi volontari, Giorgia e Alberto, ha facilitato l’organizzazione della presentazione del libro “Il perdono è un bel guadagno” di Padre Gianfranco Testa. Il libro è stato tradotto in albanese e presentato in collaborazione con la Curia di Scutari. È stata un’occasione per sensibilizzare la cittadinanza sul tema del perdono, inteso come strumento alternativo di risoluzione dei conflitti, e per sostenere le famiglie che seguiamo nel percorso di riconciliazione e di rielaborazione della rabbia e del dolore che provano per la situazione di vendetta in cui si trovano.

RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI E LAVORO IN RETE

Prosegue la collaborazione con la direttrice dei servizi sociali di Scutari che sta cercando di sopperire alle esigenze economiche delle famiglie in vendetta.
Inoltre, siamo stati intervistati dalla delegazione della Commissione generale per rifugiati e apolidi del Belgio che, interessata al fenomeno delle vendette di sangue in Albania, ha raccolto informazioni per comprendere i motivi delle numerose richieste di asilo in Belgio da parte di cittadini albanesi.