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FARFALLE. Festa dell'Eid al Fitr, fine Ramadan, 2019. / Non so perché, ma da qualche giorno il campo è invaso da farfalle. Può essere la primavera inoltrata e l'innalzamento delle temperature. Oppure più semplicemente uno scatolone di aiuti umanitari contenente vestiti da farfalla. L'ultima opzione che mi rimane è quella che il venditore di cianfrusaglie cinesi di turno abbia trovato uno stock di rimanenze dallo scorso carnevale. Qualsiasi sia la storia che sta dietro questi vestiti da farfalla è bello vedere come la realtà dipinge colori sgargianti e saltellanti nella drammaticità di un campo profughi. E queste bambine farfalle sono anch esse parte dell'intreccio di volti e contraddizioni che affollano questa terra. Ad uno sguardo superficiale la contraddizione è palese: come può essere che un profugo che non mangia decida di spendere soldi per un vestito da farfalla piuttosto che per un pezzo di pane e due patate? È realmente povero oppure mi sta prendendo in giro? E se non mi sta prendendo in giro allora è matto perché confonde ciò che è essenziale con ciò che non lo è. La realtà e la bellezza delle cose però supera il cinismo di un osservatore superficiale e fa comprendere la dignità che c'è dietro ad un vestito da farfalla. La dignità di un genitore di vestire la propria figlia a festa, di darle una briciola di serenità e di gioco in un contesto alienante come il campo profughi che sembra voler rubare l'infanzia e il gioco a questi bambini. Dietro c'è la libertà di una bambina di liberarsi, anche solo per un istante dal peso della guerra, dell'essere nata sotto le bombe, di non avere ricordo della propria terra natia, di non aver mai conosciuto la sicurezza di una casa, di non aver mai corso in un prato di erba verde, di non essersi mai arrampicata su un albero, di non poter salire né su uno scoglio né su una montagna, di essere confinata in quel chilometro quadrato che ti succhia la vita. Forse è proprio la primavera a far spuntare le farfalle, la primavera della speranza che i profughi tirano fuori con tenacia e determinazione, nel loro non arrendersi e nello sgomitare contro la vita per cercare il proprio spazio che da anni gli viene negato. Queste bambine hanno il diritto di essere farfalle, e questo è un dono stupendo, è primavera. (Tel Abbas, Akkar, Libano). / Fotografia di Luca Cilloni