Ottobre 2015

SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di ottobre non sono stati registrati casi pubblici di gjakmarrjes, ma sono comunque stati evidenziati dalla lettura dei quotidiani alcuni casi di hakmarrjes, che potrebbero essere motivo per successive vendette di sangue. In particolare si riportano due omicidi: un ragazzo di 24 anni è stato ucciso nella provincia di Scutari per aver infastidito due anni prima la sorella dei suoi assassini; un uomo di 58 anni è stato ucciso a Laç a causa di una discussione sulla proprietà. Rispetto a quest'ultimo caso, in un primo momento la sorella dall’assassino si è assunta la responsabilità dell'omicidio per evitare una vendetta tra le due famiglie - secondo la tradizione del Kanun, donne e bambini non sono coinvolti nel fenomeno della vendetta di sangue - ma in seguito anche il fratello ha confessato.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Durante il mese di ottobre, i volontari di Operazione Colomba hanno continuato a visitare le famiglie coinvolte in situazioni di vendetta, condividendo con loro momenti dolorosi e felici. Alle famiglie che hanno subito un lutto sono state portate parole di conforto, vicinanza e speranza, con la certezza che un’alternativa alla violenza esiste, anche se può essere difficile intraprenderla.
Allo stesso tempo, la condivisione con le famiglie che temono la vendetta è stata importante nel tentativo di abbassare i livelli di tensione e di paura. In particolar modo i volontari hanno aiutato una donna, vittima di violenza domestica e del fenomeno della vendetta di sangue, ad affidarsi ad un'associazione locale, che si occupa di contrastare gli abusi sulle donne, con l’obiettivo di iniziare un percorso di sostegno psicologico.
I volontari hanno affrontato in maniera chiara la problematica della vendetta di sangue per sbloccare la situazione di stallo in cui si trovava una famiglia coinvolta. Le visite sono state intense, forti e a volte dolorose, ma affrontare il passato è fondamentale per cambiare il corso del proprio futuro.
Un passo molto importante è stato fatto in una situazione di conflitto conosciuta da tempo. I volontari sono finalmente riusciti a conoscere i rivali di una delle famiglie che frequentavano da tempo. Da questi sono stati subito ben accolti e si vuole iniziare un percorso di avvicinamento che potrebbe aprire nuove prospettive di riconciliazione tra le parti.
Il lavoro dei volontari è stato arricchito dall'arrivo di Padre Gianfranco Testa che questo mese è stato accompagnato da Padre Ugo Pozzoli, suo confratello e consigliere generale dei Missionari della Consolata. La loro presenza è stata fondamentale per rendere più efficaci le parole di pace e speranza che vengono portate ogni giorno dai volontari nelle famiglie coinvolte nei conflitti.
Ci si è poi occupati, attraverso la collaborazione con altre associazioni locali, di alcuni accompagnamenti a scopo sanitario. Nello specifico i volontari hanno accompagnato alcuni bambini presso un gruppo di oculisti appartenenti ad un'associazione tedesca che li ha visitati e, nei casi più urgenti, ha donato loro gli occhiali.
Continuando sul fronte della mediazione con le istituzioni, i volontari hanno informato alcune famiglie della possibilità di rivolgersi all’ufficio di rappresentanza dell’Avvocato del Popolo, che riceve i cittadini settimanalmente, in ogni comune albanese. Due tra le famiglie che sono seguite da Operazione Colomba hanno chiesto di essere accompagnate presso questo ufficio per esporre le proprie problematiche e i propri bisogni. In questo modo i volontari stanno cercando di responsabilizzare le famiglie sui loro diritti e doveri di cittadini, tra cui quello di far sentire la propria voce per cercare risposte concrete alle difficoltà che si trovano ad affrontare, soprattutto come conseguenze date dalla situazione di vendetta.
Infine i volontari hanno organizzato, con l’aiuto del gruppo ragazzi, la manifestazione mensile. Il messaggio di questo mese era volto ad aver fiducia in un futuro cambiamento positivo. I volontari di Operazione Colomba hanno invitato la popolazione a far girare la “ruota della vita”, sulla quale erano riportati simbolicamente quattro ambiti: famiglia, amore, amicizia, futuro. Su un cartellone sono state esposte alcune domande allo scopo di fare riflettere sulle modalità in cui le vendette di sangue danneggiano aspetti essenziali della vita di ogni uomo. A seconda dell’ambito che la freccia indicava, i partecipanti hanno pescato un messaggio inerente, tratto da opere di autori celebri. I messaggi avevano l'obiettivo di portare all'attenzione dei partecipanti l'importanza di assumere prospettive di cambiamento positivo in ogni ambito della propria vita.