Lettera di accompagnamento

Lettera di accompagnamento al decreto nr. 96/2012 del 14/09/2012

Prot. Nr 96°/2012
Shkoder, 14/09/2012

Carissimi fedeli dell’Arcidiocesi di Scutari Pult, della Diocesi di Sape e di Lezhe

Il Signore vi dia Pace!
Con questa lettera vi apriamo il nostro cuore ferito e condividiamo insieme a voi la nostra grande preoccupazione e il nostro dolore paterno che ci ha spinto ad emanare il decreto sulle pene canoniche previste in caso di omicidi. Siamo veramente molto preoccupati per il grande numero di omicidi e di atti criminali che stanno succedendo in quest’ anno. Come non dispiacerci quando vediamo che così tanti uomini, figli di Dio e amati dal Signore, hanno perso la vita a causa della decisione di uccidere di qualcun altro? Come non sentire dolore anche per il fatto che alcuni figli di Dio, anche loro amati dal Signore, diventano assassini, compiendo un crimine che pesa sulla loro coscienza e mettono a rischio la loro salvezza eterna? Quest’anno, la nostra preoccupazione è aumentata giorno dopo giorno ascoltando i sacerdoti che ci mettono a conoscenza riguardo a fatti di numerose violenze compiute all’interno delle famiglie, nei rapporti tra persone e alla logica dell’hakmarrje e gjakmarrje.
Siamo riconoscenti ai sacerdoti per il lavoro pastorale che adempiono nelle comunità cristiane per annunciare il Vangelo di Gesù Cristo e per diffondere una mentalità sempre più fedele a Dio e alla Sua Legge d’amore. Allo stesso tempo, tutti siamo consapevoli che tra coloro che sono battezzati alcuni non rispettano la vita degli altri non vivendo personalmente la vita da cristiani così come ci ha insegnato il nostro redentore Gesù Cristo.
Tutti conosciamo bene il quinto comandamento di Dio che dice: “Non Uccidere!”. E il Catechismo della Chiesa Cattolica che al numero 2268 afferma chiaramente: “… Gli assassini e coloro che liberamente collaborano ad un assassino fanno un peccato che chiede vendetta dal cielo”. Purtroppo, ci sono uomini che non osservano il comandamento di Dio anzi lo infrangono apertamente, nonostante si definiscano buoni cattolici. Alcuni omicidi efferati e compiuti in modo barbaro sono avvenuti senza nessun rimorso e con il solo scopo di vendicarsi. Spesso gli assassini si autogiustificano, affermando che osservano il Kanun. Essendo Rimasti in una tradizione secolare e dando più importanza alle tradizioni degli uomini che alla legge di Dio, pensano che la presa del sangue sia un loro obbligo, pensando così di farsi giustizia, non dando l’importanza dovuta alò male che compiono. In verità gli omicidi per gjakmarrje hanno la stessa gravità degli altri omicidi, anzi potremmo affermare che siano più gravi perché compiuti intenzionalmente e preparati in ogni particolare, qualche volta attesi e preparati da anni. Ancora peggio, tutti coloro che uccidono, con il loro comportamento, danno un duro colpo al Vangelo della vita e alla Croce del Nostro Signore Gesù Cristo, quella stessa croce che forse portano al collo o che hanno affisso sul muro delle loro case! Il loro comportamento è un offesa verso Cristo, il quale ha scelto di “dare” il suo sangue per cercare la salvezza delle genti e non di “prendere” il sangue per la “salvezza” dai  peccati e le colpe che gli uomini compiono. Il loro comportamento, se pensiamo bene, è un offesa vera e propria verso il sangue di Cristo.
Se siamo veramente cristiani e cattolici, il Vangelo e i valori che scaturiscono dalla fede servono a cambiare la nostra vita e la nostra mentalità, servono a farci rispettare la vita che è santa e intoccabile dal momento del suo concepimento fino alla morte naturale. Uno degli aspetti della nostra mentalità che senza dubbio bisogna cambiare è il pensare di riporre la giustizia nelle nostra mani e nelle armi, uccidendo l’altro per ogni tipo di conflitto, qualche volta casualmente. Un elemento importante, che potrebbe aiutare al necessario cambiamento di mentalità, è che i cittadini possano veramente avere fiducia che i giudici puniscano i colpevoli per i loro crimini e che si possa avere fiducia che gli Organi Giudiziali dello Stato siano giusti e rispettabili nel giudizio eliminando la corruzione. Pertanto, abbiamo fatto un appello agli Organi Giudiziali Statali chiedendo la massima rettitudine e nessun sconto di pena o facilitazione per gli assassini, e in particolare per gli assassini “per gjakmarrje”. Ecco che allora abbiamo chiesto e chiediamo  il massimo della condanna, fino alla condanna all’ergastolo per i crimini di assassinio, affidando l’assassino alla misericordia di Dio, affinché si penta e si concentri con tutte le forze a dare un risarcimento per il crimine commesso soprattutto verso le persone incolpevoli della famiglia delle vittime che soffrono le pesanti conseguenze del crimine (per esempio la donna rimasta da sola, i figli rimasti orfani). Il numero 2266 del Catechismo della Chiesa Cattolica chiede giustamente la difesa della comunità  e di tutta la società e richiede che lo Stato intervenga per “frenare la diffusione dei comportamenti minacciosi dei diritti dell’uomo e delle regole essenziali del vivere comune e della società civile”. Quindi è necessario che coloro che causano danni gravi agli altri siano fermati.
In quest’anno di nostro episcopato non abbiamo perso in diverse occasioni di incontro e celebrazioni con voi e nelle vostre parrocchie per ricordare a tutti quello che dice Gesù: “Chi mi ama osserva i miei comandamenti” e “ da questo vi riconosceranno se siete miei discepoli de vi amerete l’un l’altro”. Quante volte vi abbiamo parlato per il perdono che ci serve di chiedere a Dio, ma anche per il eprdono che chiediamo e diamo agli altri e vi abbiamo invitato al perdono e alla riconciliazione! Quante volte abbiamo ripetuto il principio : “L’albanese aiuta il suo fratello albanese e sarà misericordioso con il suo fratello albanese”, come comandamento del vangelo da vivere praticamente e concretamente.
Le ragioni che abbiamo espresso all’inizio di questa lettera ci hanno convinto che non siano più sufficienti i consigli e le indicazioni, perché spesso rimangono inascoltate e la gente continua ad agire di testa sua, qualche volta infrangendo gravemente la legge di Dio. Ecco che allora pensiamo sia arrivato il momento di usare le pene e le condanne previste dalla santa chiesa e dal diritto canonico per i gravi crimini. Il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 2226 ci ricorda che “l’insegnamento tradizionale della chiesa  ha riconosciuto come un utile diritto e un obbligo  dare le pene in proporzione alla gravità del crimine commesso”. E prosegue spiegando qual è lo scopo e l’utilità della pena: “La pena ha come primo scopo di correggere la sregolatezza del comportamento del colpevole … la pena ha il valore di contraccambio … la pena ha valore curativo: serve ad aiutare l’emendamento del colpevole”.
Il compito di proteggere il popolo di Dio che ci è stato affidato il giorno della nostra consacrazione episcopale, ci ha esplicitato a promulgare il decreto per iscritto. Pensiamo di agire per il bene delle persone che commettono assassini, del loro spirito dopo la morte, delle loro famiglie, dei loro figli innocenti. In verità al numero 1034 il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “Gesù continuamente parla dell’inferno che attende coloro i quali fino al termine della loro vita non accettano di ritornare a Lu e che come si può uccidere il corpo si può uccidere anche lo spirito”.
Per l’intercessione di Maria Signora del Buon Consiglio e dei nostri martiri, Dio possa illuminare la mente di tutti gli uomini in modo che tutti possono accettare i consigli di pace, perdono e riconciliazione.
Affidiamo a Dio la vita di tutti gli uomini e vi diamo la nostra paterna benedizione


Mons Luciano Augustini Mons. Angelo Massafra Mons. Ottavio Vitale
Vescovo di Sapes                      Arcivescovo metropolita di Shkoder-Pult                           Vescovo Di Lezhe