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OPERAZIONE COLOMBA

Corpo Nonviolento di Pace della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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Operazione Colomba nel 2023

Le presenze di Operazione Colomba in zone di conflitto nel 2023

IN PRIMO PIANO



Tra natura e imprese

  • Cile - Mapuche
  • 21 Marzo 2023

La situazione del popolo Mapuche (“popolo della terra”) in Cile è molto complessa e delicata.
Come popolo originario, i Mapuche hanno diritto al riconoscimento e al rispetto della loro identità culturale, della loro lingua, delle loro tradizioni e della loro storia.
Tuttavia, quest’ultima è stata segnata (da sempre) da conflitti con lo Stato cileno e da politiche di assimilazione.
Da secoli i Mapuche, l’unico popolo originario in Cile ad essere riuscito a resistere all’invasione da parte dei colonizzatori spagnoli, sono in lotta per il recupero e la rivendicazione del territorio che gli spetta di diritto.
Il conflitto principale riguarda, in particolare, il controllo e la gestione del wallmapu (“tutto il territorio Mapuche”), ricco di risorse naturali.
Le società di estrazione di tali risorse e le multinazionali hanno spesso ignorato i diritti dei Mapuche, portando ad una serie di scontri e proteste.
Allo stesso tempo, le politiche di sviluppo economico, di modernizzazione e omogeneizzazione ad uno standard europeo e occidentale dello Stato cileno, hanno trascurato le esigenze e le richieste del popolo Mapuche, portando ad una serie di disuguaglianze sociali ed economiche.
All’interno di questa cornice troviamo nel sud del Cile, a Pargua, provincia di P.to Montt, quattro imprese (norvegesi e danesi) che producono mangime per i salmoni.

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Dimenticati

  • Emergenza Confini
  • 20 Marzo 2023

Immagina il tuo Paese, la tua terra, la tua città, quel posto dove sei cresciuto, dove hai avuto la tua prima fidanzatina o fidanzatino, dove hai imparato a camminare e a parlare, quel luogo che chiami casa.
Lo lasceresti mai con l'idea di non tornare più?
Lasceresti tutto ciò che hai guadagnato e che possiedi?
Abbandoneresti parte della tua famiglia con la consapevolezza che probabilmente non la rivedrai mai più?
Immagina di non poter più scegliere il tuo futuro, di vederti costretto a partire, per il bene tuo e della tua famiglia.
Non hai un visto, non ti è concesso averlo, sei obbligato a intraprendere un viaggio che mette in pericolo la tua vita e quella della tua famiglia, non hai alternative.
Devi pagare molti soldi per un viaggio via terra, stipato in camion dove a malapena riesci a respirare, o via mare, prendendo un barcone con tantissime altre persone che potrebbe rovesciarsi in mezzo al mare.
Nonostante queste condizioni, questa è l'unica strada.
Immagina di sentirti fortunato perché vedi in lontananza la terra ferma, quella terra che è l'Unione Europea, quella terra che tutti ti hanno descritto come sicura, dove potrai finalmente ricominciare, dove i tuoi figli potranno avere un futuro.
Immagina di arrivare e di riuscire, dopo tanti anni, a respirare a pieni polmoni, sicuro di avercela finalmente fatta.
Poi però ti rendi conto che non è così.

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C/S Attivisti internazionali aggrediti da coloni israeliani a Tuba, Masafer Yatta

  • Palestina/Israele
  • 15 Marzo 2023

COMUNICATO STAMPA 14/03/23
Volontari della Papa Giovanni aggrediti in Palestina

Martedì 7 marzo alcuni volontari di Operazione Colomba, il Corpo di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, sono stati aggrediti da parte di coloni israeliani durante un’azione di monitoraggio dei diritti umani nei pressi del villaggio palestinese di Tuba, nell’area di Masafer Yatta, nel sud della Cisgiordania. Nel corso dell'aggressione un'attivista di nazionalità statunitense è stata colpita alla testa con un bastone riportando un trauma cranico con emorragia interna e la perforazione del timpano sinistro. Portata in ospedale è stata dimessa il giorno seguente. Ieri gli attivisti sono andati a sporgere denuncia presso la polizia israeliana.

«Eravamo vicino al villaggio di Tuba per monitorare che non ci fossero incidenti, in quanto con l'inizio della stagione pastorizia i coloni portano i greggi a pascolare nelle terre di proprietà palestinese. - racconta S. volontario italiano - Improvvisamente tre coloni, mascherati in volto, sono usciti dall'avamposto di Havat Ma'on - illegale anche per la legge israeliana - correndo con mazze di ferro verso di me e lanciandomi pietre. Mentre scappavo, un altro colono che stava pascolando lì vicino con una bimba ha raggiunto la mia collega, una donna sessantenne nord-americana, e l'ha colpita alla testa. Infine si sono allontanati».

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Morti che fanno risplendere la vita

  • Colombia
  • 14 Marzo 2023

“Un profondo sentimento di gratitudine per queste vite, per ciò che hanno significato per la Comunità di Pace, per la società, per il Paese. Uniamoci a tutte le vittime dell’America Latina” sono le prime parole del sacerdote gesuita e difensore dei Diritti Umani, Javier Giraldo, all’inizio della celebrazione del 18° anniversario del massacro di Mulatos e Resbalosa. Otto furono le persone assassinate e i loro corpi fatti a pezzi, sette di loro appartenenti alla Comunità di Pace. Quattro di loro erano minori, il più piccolo aveva solo 18 mesi: “sarebbe, crescendo, potuto diventare un guerrigliero oppure riconoscerci” sono le motivazioni, rivelate alcuni anni dopo in aula di giustizia, del paramilitare che confessò l’omicidio.
Tra loro, fu trucidato anche Luis Eduardo Guerra, allora leader della Comunità di Pace, padre di tre figli e una figlia. Il maggiore, Deiner di 11 anni, fu assassinato assieme a lui, sgozzato.
Chi era Luis Eduardo e perché tanta commozione, ancora oggi, dopo 18 anni?
Javier Giraldo lo descrive come una persone senza grandi titoli educativi, una persona del popolo, che visse una storia di violenza, di oppressione, di persecuzione, di esclusione di tutta una massa popolare. Ma, nonostante ciò, una forza di resistenza impressionante lo avvolge sino ad arrivare a mettere la sua faccia davanti a tutti, ad offrire le sue spalle a coloro che volevano colpirlo, a sfidare gli altri perché sapeva di essere vicino alla fonte della giustizia, dove nessuno avrebbe potuto condannarlo: “No, io metto la mia faccia davanti a chiunque, so di avere ragione, ci devono lasciare raccogliere il nostro cacao”. Con questa convinzione è andato avanti, nonostante la situazione si fosse fatta per lui estremamente pericolosa.

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Testimonianza di Vanja, abitante di Cherson - Ucraina

  • 23 Febbraio 2023

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