L'Albania rimossa dai "Paesi Sicuri", bum di richieste d'asilo

Da “Shekulli” di Sabato 23 Febbraio 2013
Iniziativa per la Stabilità in Europa, lettera del Parlamento Europeo: “Abbreviate il tempo di attesa di risposta ai richiedenti asili”. Hanno richiesto asilo 6725 albanesi

L’Albania rimossa dai “Paesi Sicuri”, bum di richieste d’asilo

L’IMMAGINE IN UE COME PAESE INSICURO

Gli ultimi dati sul numero dei richiedenti asilo nell’area Shengen sono preoccupanti perché indicano come il numero dei richiedenti asilo di nazionalità albanese sia raddoppiato. Anche se, in quest’ultimi tempi, attraverso i media le autorità internazionali di questi Paesi hanno espresso allarme per tale situazione, sembra chiaro che questa tendenza in continuo  aumento non mostra segni di diminuzione. Tale dato indica  come non siano sufficiente gli show mediatici che mostrano immagini di rimpatri forzati ma che bisogna affrontare con più profondità i problemi andando alla loro origine. La preoccupazione non è una novità, ma ancora non c’è un informazione analitica esatta di quante siano le persone che applicano per richiedere asilo, da dove provengono, quali siano i loro problemi e come possono essere affrontati. Un altro fatto che risulta preoccupante dai dati è l’alta percentuale del numero delle richieste accettate rispetto agli altri Paesi. Infatti, risulta che Il 9,2% dei richiedenti albanesi hanno ottenuto l’asilo contro il 2,1 della media di tutti i Paesi dell’area balcanica. Questo dato evidenzia come L’Albania sia considerata da alcuni stati dell’UE come uno stato che non garantisce la sicurezza di tutti i suoi cittadini.   Un’immagine simile danneggia non solo la reputazione del nostro Paese per quanto riguarda la circolazione senza visto nell’area Shengen dell’UE ma influenza negativamente il processo d’integrazione in Europa. Le autorità albanesi devono dedicare più attenzione a casi del genere e non considerare tutti i richiedenti asilo come  truffatori o falsificatori di documenti. Alcuni casi di richieste d’asilo sono state accettate perché riferite agli episodi del 21 gennaio o agli ex perseguitati politici, che sta a dire come le gravi vicende successe lascino conseguenze a lungo termine e che possono costare molto al processo d’’integrazione nell’UE.
L’UE ha tolto la necessità dei visti per la circolazione nell’area Shengen  per brevi periodi nel Dicembre del 2009 per i cittadini della Macedonia, Montenegro, e Serbia e nel Dicembre dell’anno successivo per i cittadini dell’Albania e della Bosnia Erzegovina. Ma il processo di liberalizzazione dei visti per i Balcani occidentali era condizionato al rispetto delle regole. Indipendentemente dal fatto che nel primo anno l’Albania si presentava meglio che degli altri Paesi balcanici, nell’UE sempre di più cresce l’allarme    per la continua crescita del numero dei richiedenti asilo da cittadini albanesi.

LA LETTERA Attraverso una lettera aperta inviata il 13 Febbraio 2013 la Commissione per la Libertà civile, la Giustizia e le questioni Interne del Parlamento Europeo in riferimento all’ “Iniziativa per la stabilità in Europa” chiede la revisione delle procedure per i richiedenti asilo dei Balcani Occidentali. Gli esperti affermano come alla lunghezza della procedura per ricevere una risposta si accompagni il crescente numero delle richieste. I Paesis che hanno concluso con successo il dialogo per la liberalizzazione dei visti con la Commissione Europea, soddisfacendo tutti i criteri e le richieste si considerano come costituenti Paesi Sicuri. I richiedenti asilo provenienti dai Balcani occidentali per la maggior parte mirano ai Paesi membri dell’UE con la procedura più lunga: Germania, Svezia, Belgio e Lussemburgo. In questi stati membri la procedura dura dai 3 ai 7 mesi in caso di ricorso. Da altra parte gli stati membri con la procedura più veloce, entro tre settimane, hanno sofferto un aumento delle richieste molto minore rispetto agli Paesi con la procedura più lunga.  La procedura più rapida dipenderebbe quinda dal carico minore di lavoro. Questa variazione spiegherebbe perché si è avuto una crescita delle richieste d’asilo in Germania e non in Austria in Svezia e non in Olanda, e in Belgio.  I recenti sviluppi in Germania mostrano come l’abbreviazione della procedura è la chiave. LA Germania ha fatto uno sforzo tra ottobre e dicembre 2012 per trattare le richieste provenienti dai Balcani Occidentali  portando il tempo medio di decisione fino a 3 mesi e 9 giorni. Le richieste si sono abbassate da 6600 del mese di ottobre a 1000 nel mese di Dicembre. Secondo gli studi, nel 2012  il numero delle applicazioni per asilo in Paesi nell’UE  provenienti dai Paesi dei Balcani Occidentali   è di 41500. Queste richieste sono cresciute del 60% rispetto a quelle del 2011. Queste sono il 320% di più rispetto al periodo precedente la liberalizzazione dei visti. In Germania i cittadini serbi costituiscono il numero maggiore dei richiedenti nel 2012. Allo stesso tempo costituiscono solo lo 0,2% per l’ottenimento dello status di rifugiato o di protezione supplementare.

I RICHIEDENTI ASILO ALBANESI In un rapporto con gli ultimi dati pubblicati all’inizio del mese si vede la preoccupante crescita del numero dei richiedenti asilo provenienti dall’Albania, particolarmente in Germania e in Francia. Per l’anno appena concluso, L’Albania risulta essere il terzo Paese in classifica dei 5 Paesi dei Balcani occidentali con una duplicazione del numero dei richiedenti asilo. Soltanto per l’anno appena trascorso, infatti, hanno richiesto asilo in uno dei Paesi dell’UE 6725  citadini albanesi. In testa la classifica c’è la Serbia con circa 18 mila richiedenti asilo e la Macedonia con 9000. Il nostro Paese supera quindi  Bosnia Montenegro.  Secondo i dati il numero dei richiedenti asilo  albanesi ha segnato una diminuzione soltanto nel 2010, che ha coinciso con il periodo della liberalizzazione dei visti, mentre gli anni che seguono riflettono una duplicazione del numero ravvivando al preoccupazione dei paesi europei principalmente di Francia e Germania.  Secondo gli studi del centro “Iniziativa per la Stabilità in Europa”le richieste dei cittadini albanesi balzano da 505 del 2011 a 2275 dell’anno 2012 (non ci sono i dati di dicembre), dopo che l’Albania è stata eliminata dall’elenco dei Paesi sicuri dopo una sentenza della Corte d’Appello amministrativa di Francia.

I RIFUGIATI IN GERMANIA In particolare in Germania, nel 2012, si è rilevato un aumento maggiore dei richiedenti asilo provenienti dai Paesi dei Balcani Occidentali Ciò ha avuto una ricaduta  importante per l’UE. Delle 22718 richieste  totali circa la  metà vengono presentate in Germania. Il 18 Luglio 2012 il Tribunale Costituzionale della Germania ha stabilito di aumentare i sussidi economici di cui beneficiano i rifugiati . Attualmente in Germania i richiedenti asilo sono sistemati nei centri collettivi  e viene loro assicurato da mangiare e da vestire. Una famiglia di 4 persone (due adulti e 2 bambini) generalmente prendeva un piccolo aiuto di 120 euro al mese. Adesso l’aiuto verrà aumentato a 420 euro al mese. Se una famiglia si prenderà cura da sola (senza andare nei centri collettivi) adesso prenderà intorno ai 1150 euro al mese mentre precedentemente riceveva 780 euro al mese (affitto e riscaldamento pagati a parte).Ciò ha portato ad un aumento delle applicazioni da parte di cittadini provenienti da Paesi dei Balcani Occidentali.
In una intervista per “Shekulli”, la diplomatica Holtkemper ha dichiarato che sebbene che per l’asilo politico non ci siano critiche, le autorità tedesche sono preoccupate in riferimento alla quintuplicazione delle richieste in un solo mese. “Le prime cifre assolute delle richieste per asilo che provengono dagli albanesi non hanno ancora raggiunto il loro punto critico. Le autorità tedesche sono preoccupate in riferimento alla crescita quintuplicata della percentuale in un solo mese. A tale proposito, è stato richiesto un rapporto dall’ambasciata sulla situazione in Albania. Questo è un indicatore che le  nostre autorità interne seguiranno con attenzione nei sui successivi sviluppi”, ha affermato l’ambasciatore tedesco nel nostro Paese Carola Muller Holtkemper.