C/S: Sostegno al cammino di riconciliazione promosso dalla Chiesa Cattolica albanese in occasione della visita del Papa

Scutari, 12 settembre 2014

Comunicato Stampa

Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII (fondata da don Oreste Benzi), presente in Albania dal 2010 (a Scutari e Tropoja) con il compito di avviare e sostenere processi di riconciliazione tra le famiglie in “vendetta di sangue” (*) sostiene con forza la proposta formativa di preghiera diffusa dalla Chiesa Cattolica locale albanese.

In occasione della visita di Papa Francesco in Albania del prossimo 21 settembre, è stata promossa dalla Chiesa locale un'iniziativa che prevede un cammino concreto di riconciliazione in tre tappe: la riconciliazione con se stessi e con il proprio passato; la riconciliazione con Dio; la riconciliazione con gli altri.

A ogni livello ecclesiale verranno organizzati degli incontri per approfondire ciascun tema.
Un segnale da parte della Chiesa Cattolica era già stato dato nel settembre 2012 con una lettera pastorale (decreto nr. 96/2012 del 14/09/2012) contro la “gjakmarrje” (vendetta di sangue) che prevedeva la scomunica per chi uccide per vendetta.
Gli assassini non potranno accedere alle funzioni religiose (confessione, comunione, sepoltura in cimiteri della chiesa).
Solo coloro che si pentono per gli atti di violenza commessi potranno essere reintegrati.
La proposta di quest'anno è rivolta a tutte le famiglie che sono “in vendetta” e a tutti i fedeli come appello per liberarsi da questa piaga che porta sofferenza e dolore; per questo i volontari di Operazione Colomba, come intermediari, si sentono chiamati ad essere portavoce e promotori di questo cammino di riconciliazione e nonviolenza.

Il Responsabile Generale
Paolo Ramonda

 

Per contatti:
Fabrizio Bettini
+39.328.9129484

Per maggiori informazioni:
www.operazionecolomba.it

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(*) Gjakmarrje - vendetta di sangue: in Albania, in particolare nel nord, per regolare la vita sociale viene ancora preso in considerazione il Kanun, un Codice Civile risalente al Medioevo che sancisce, tra le altre cose, che l'onore perduto (ad esempio a causa di una lite o per l'uccisione di un parente) debba essere “vendicato con il sangue”, dunque con l'uccisione di chi ha commesso il fatto/reato, o di un suo familiare.
Si innescano così faide senza fine che coinvolgono intere famiglie costrette (per onore) a vendicare torti subiti o a vivere rinchiuse in casa (considerato luogo sicuro) per paura di essere vittime di vendetta: vi sono tutt'oggi numerose famiglie costrette a vivere in una sorta di arresti domiciliari (uomini che non possono più andare a lavorare, bambini a giocare, ragazzi a scuola) per torti commessi magari da zii o cugini.