Come fosse solo uno dei primi giorni di primavera

Olena solleva lo sguardo dal ferro da stiro con aria tesa:
“È la sirena?”
Mi guardo intorno,
esco nel cortile e sto in ascolto,
operai che lavorano,
automobili che suonano nel traffico,
tutto sembra scorrere.

“No”, è la mia risposta: “Non mi sembra”.

Olena si lascia leggermente andare,
gli occhi lucidi:
“Credo di stare impazzendo, faccio fatica a dormire, la mia vita è stata difficile in passato,
ma non avrei mai pensato di vivere una situazione del genere”.

“Oramai quando sento la sirena mi siedo e prego, questo è ciò di cui c’è bisogno,
di guarire dalla malattia del potere e del denaro,
che ha infettato la mente della persona che ha scatenato tutto questo”.

“Ieri sono stati lanciati verso Leopoli 80 missili,
di cui 6 hanno colpito la città in alcuni punti e gli altri sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerea”.

“Io ho mio cugino che da un mese vive con i suoi familiari in cantina nei sobborghi di Kiev,
senza elettricità,
non può andare a prendere la macchina per fuggire da lì perché gli sparano addosso,
se riusciamo a farlo arrivare,
mi potete aiutare a mandarli in Italia?”.

Lo sguardo si fa più profondo, gli occhi pensierosi:
“Quanto tempo ci metteremo a recuperare da tutto questo odio,
ti rendi conto?”.

Mi accorgo che mi viene da rimanere in silenzio,
un silenzio pieno,
di chi accoglie la persona che ha davanti, la sua sofferenza.

Vorrei solo trasmettergli:
“ci sono,
ed è tutto quello che riesco a darti ora,
al di là della fatica nella lingua,
nel fatto che veniamo da Paesi diversi”.

Siamo esseri umani che si incontrano,
in una città in cui suonano sirene giorno e notte,
e ti alzi al mattino sentendo che il tuo corpo manda dei segnali.

Gli chiedo di fare una foto insieme,
a Olena,
e alle altre cuoche della casa parrocchiale.
Mi lancia immediatamente uno sguardo imbarazzato:
“Ma come, ho un aspetto terribile”,
mi viene da sorridere:
“Stai tranquilla”.
Ridiamo.

Ci mettiamo in cucina,
e l’immagine viene scattata con il mio smartphone.
Da fuori filtrano raggi di sole,
gustiamo questo attimo di calore e amicizia,
come se fossimo in una situazione normale,
come se fosse solo uno dei primi giorni di primavera.