Il silenzio

In tanti mi chiedono come sia essere tornato a casa, non ci sono parole semplici per rispondere.
L’effetto più importante penso sia percepire il silenzio, a cui non si è abituati, un silenzio talmente pieno da sembrare rumoroso.
Il non portarsi dietro la sensazione delle sirene, che in tanti, troppi, bambini, famiglie, anziani, ancora continuano a sentire, unita al suono delle esplosioni.
Poter vivere la giornata interamente senza spezzarla, lasciare andare il senso di allerta, quel campanello di attenzione che tieni in un angolo dentro testa e cuore, e che non si spegne mai davvero.
Perché è un campanello che vorrebbe proteggerti.

Guardare negli occhi le persone e pensare a quanto sia bello vivere e riconoscersi.
Vedere i bambini, i loro sogni, le timidezze degli adolescenti, le scelte dei giovani, gli impegni degli adulti.
Tutto ciò che può esistere e crescere solo grazie al poter vivere in pace e in giustizia.
Grazie al lottare per tutelare la pace e la giustizia, una lotta che non finisce mai e che dura per tutto il nostro cammino.

Ricordarsi di che dono sia la vita, e allo stesso tempo di quanto sia un dono che vive solo se donato a sua volta.

Ale