I sogni


Stanotte non riesco a dormire, guardo il cielo di cartone della tenda, nel campo profughi in cui viviamo da diversi mesi, stanotte sono sereno, mi succede di rado.
Il nostro vicino, sconfitto da una guerra non sua, ci ha appena detto che lui non spera, che non sa come andare avanti, che però che bello che ci siamo noi, altrimenti loro, i profughi siriani, sarebbero morti.
Non so dire se sia vero, ma vorrei che tu provassi cosa significa sentirselo dire.
Allora stanotte sogno.
Sogni nuovi, quelli vecchi non sono più veri.
Sogno dalla posizione privilegiata dei più poveri tra i perdenti, sogno senza ritegno, e sogno anche per chi ne ha paura, per chi ha messo la testa a posto.
Sogno perché sono un nuovo tipo di rivoluzionario, perché non credo alla violenza, perché non credo alle ragioni della storia, non credo alla distanze della geografia, non credo al potere che disprezzo, non credo ai soldi e al prestigio, sono libero.
Sogno come quel ragazzo palestinese di 2000 anni fa, ucciso da preti e militari, che il cambiamento comincia dai poveri, che c'è un amore che neppure la morte può contenere, che si può diventare pane per gli altri.
Sogno come Gautama, detto il risvegliato, che diventiamo ciò che pensiamo e che quindi io, e te, possiamo essere il cambiamento che il mondo aspetta.
Sogno come Mohammed, il messaggero, che dio ha un cuore, più grande della nostra violenza.
E nel mio cuore si danno convegno i sogni e le speranze delle persone che amo.
I sogni di A., che si è consumato nella lotta per la nonviolenza in Palestina e ora si sente vuoto.
I sogni di T. in cui dolcezza, fragilità e forza si abbracciano, diventano per me simili ai sogni di Nelson, in carcere ma mai solo, accompagnato dalla capacità di non cedere un millimetro di spazio all'odio.
Guardo dentro me i sogni di A., che è un angelo e non lo sa, che ha un padre che le regala dolore eppure continua a segnare sulla sua agenda i nomi di amici da far sentire voluti bene, che si sente egoista a pensare ad un amore per sé.
I sogni di V. ,innamorata della dolcezza dei bambini siriani, si mescolano a quelli di Hetty, che vedeva la gioia della vita anche nello scegliere di non fuggire dal lager.
I sogni di G., che sa vedere la bellezza nelle persone che non fanno battere il cuore a nessuno, incatenate nelle vendette, si mescolano a quelli di Sophie, che sfidava il nazismo armata di una rosa bianca.
Vedo i sogni di M., meravigliosi per i poveri della terra, e terribili per chi osa far loro del male.
I sogni di mio figlio, che vede quel che ancora non c'è, si mescolano in me nel sogno che la nostra lotta senza odio, ma inflessibile, per guarire la malattia della violenza, e costruire un mondo senza sfruttatori e sfruttati, diventi la lotta di tanti, niente per noi e tutto per tutti.
In questa notte nessuno manca nel mio cuore, nessuno è escluso, nessuno piange solo, nessuno è abbandonato alla violenza.
E sono completamente sveglio.