VISIT PALESTINE: CARTOLINE DAI TERRITORI OCCUPATI / 11

Demolizioni - ordine militare 1797

Ra-ta-ta-ta-tà.
Rumore assordante di trivella.
Il primo muro viene giù.
Il macchinario si scaglia contro la parete successiva.
Ra-ta-ta-ta-tà.
Boom.
Il cemento si abbatte a terrà con un tonfo.
Ora un letto è chiaramente visibile tra le macerie.
Ci sono dei panni che sventolano sul terrazzino ancora in piedi.
Un ammasso di vestiti e utensili a qualche metro dalla casa.
Soldati.
Soldati ovunque che fanno da cordone, allontanando i proprietari.
Volti impassibili di giovani con il fucile.

Tutto il vicinato si raduna.
Le donne urlano, cullano i neonati che piangono fra le loro braccia.
Le più temerarie provano ad avvicinarsi alla casa, a ribellarsi.
I soldati le spingono via, le gettano brutalmente per terra, le insultano.
Accorrono i mariti e i figli.
I soldati e la polizia si scagliano anche contro di loro.
Calci, mani strette attorno al collo, ginocchia sulla schiena e alla fine manette.
Altri soldati, altri volti impassibili.
Boom.
Prima bomba sonora.
Per poco non veniva colpita una bambina.
La madre le copre il volto, la prende in braccio e corre via.
Boom.
Altra bomba.
Lanciata senza guardare dove, senza un perché.
Cade in mezzo alla gente.
Tonfo finale.
La casa crolla del tutto, la ruspa si allontana.
Macerie.
Il cordone di soldati.
I proprietari costretti a guardare la propria casa distrutta.
Alle loro spalle c’è un uomo, l’unico con gli abiti da civile.
Ha un sorriso beffardo.
Dà istruzioni ai soldati come muoversi, quando e come far allontanare la gente, all’operaio come buttare giù la casa.
Il lavoro è finito.
Sale in macchina, i soldati nelle jeep militari e la ruspa lì segue.
Procedono su quelle colline come una nube nera di morte.
Forse ora si dirigeranno in un altro villaggio per demolire una nuova struttura, “illegale” come dicono loro.
Forse rilasceranno altri ordini di demolizione.
Forse distruggeranno altre vite, così in un secondo.
Tra volti impassibili e sguardi dietro occhiali da sole.

Nel 2018 è stato approvato l’ordine militare 1797 che consente all’esercito israeliano la demolizione delle strutture palestinesi “non autorizzate”, entro 96 ore dall'emissione di un ordine di demolizione. Il periodo di tempo concesso limita gravemente la possibilità di impugnare l’ordine nei tribunali israeliani.
Il nuovo ordine militare si inserisce in una più ampia pianificazione nella politica israeliana, volta a negare lo sviluppo delle comunità palestinesi e ad espropriare terra in Cisgiordania. Come parte di questa politica generale, Israele impedisce ai palestinesi di poter vivere e sfruttare vaste aree della Cisgiordania, dichiarandole "terra di Stato", "zone di addestramento militare " o "riserve naturali".
La pianificazione urbana inoltre riflette un sistema fortemente discriminante. Lì dove si continua ad assistere a demolizioni di case palestinesi, al contempo le Autorità israeliane approvano piani generali per gli insediamenti dei coloni. A ciò si aggiunge la nascita e la permanenza di numerosissimi avamposti in territorio occupato, non soggetti a demolizioni nonostante la loro illegalità secondo la stessa legge israeliana.