MUOS: la sughereta era nostra, anzi è nostra!

Italia

Vi racconto in breve le mie sensazioni e quello che ho visto venerdì 9 agosto scorso a Niscemi durante la manifestazione contro il MUOS e contro la scellerata scelta di Crocetta di ritirare la revoca alla costruzione dell'impianto di antenne satellitari che stanno ormai terminando dentro una delle più belle ed antiche sugherete presenti in Italia.
Come d'abitudine i media hanno fatto di tutto per nascondere la verità, screditando il Movimento che si oppone alla costruzione di questo strumento di guerra, dicendo che è infiltrato da violenti e mafiosi. Quella giornata è stata tutt'altro.

Nonostante fosse pieno agosto, un caldo torrido e la manifestazione fosse stata organizzata in più o meno due settimane, eravamo quasi 2000 persone a ritrovarci all'ingresso della Riserva Naturale, pronti a percorrere i 4km che ci avrebbero portato a ridosso della base USA NRTF dove esistono già 46 antenne che la marina americana (e non la NATO) utilizza per comunicare con le proprie forze armate impegnate in vari scenari di guerra.
La sera prima 8 attivisti (seguiti da altri due attivisti niscemesi entrati all'alba della mattina seguente) erano riusciti in modo nonviolento ad eludere i controlli e ad arrampicarsi sulle antenne decisi a restarci ad oltranza per dare voce al movimento che si oppone alla costruzione di queste antenne satellitari ad uso esclusivo della marina americana che, insieme alle altre stazioni MUOS presenti in Virginia, Hawai e Australia, serviranno a tenere in collegamento in tempo reale tutte le forze armate americane di terra, acqua e aerea in tutto il globo terrestre.
E serviranno soprattutto a guidare i droni dei quali tutti noi conosciamo gli effetti devastanti e i loro "danni collaterali".
Sigonella, altra base americana in Sicilia, è diventata il centro di partenza di questi aerei senza pilota impiegati negli ultimi mesi nelle varie situazioni di conflitto nel Nord Africa e in Medio Oriente.
Anche il Ministro della Difesa italiano Mauro ha dichiarato che grazie al MUOS di Niscemi, Sigonella, Birgi, Augusta e Messina la Sicilia diventerà una portaerei sul Mediterraneo. Come dicevo venerdì, nonostante le difficoltà, eravamo in tanti: è partito questo lungo, colorato, festoso, nonviolento corteo e in un paio di ore siamo arrivati davanti ai cancelli della base dove ad aspettarci c'erano pochi tra poliziotti, carabinieri e finanzieri. Si sono subito dichiarate le nostre intenzioni e cioè che l'intento era quello di entrare nella base e raggiungere gli altri attivisti arrampicati sulle antenne ormai da 24 ore, in modo da poter uscire tutti insieme.
Una buona parte del corteo era ben determinata e decisa ad entrare, le forze dell'ordine invece (ancora non ci spieghiamo bene il perché) non erano “convinte” nel respingere la nostra iniziativa.
C'è stato un primo contatto tra manifestanti e forze dell'ordine ma vi assicuro nessuno tra i manifestanti aveva il viso coperto, era armato o violento.
Anzi, quando il solito provocatore ha cominciato a tirare una o due pietre è stato subito fermato dagli altri manifestanti.
Tutti con le mani alzate abbiamo spinto e siamo stati respinti con qualche manganellata data senza troppa convinzione. Le motivazioni degli attivisti erano fortissime, la voglia di riprenderci qualcosa che ci appartiene e che ci è stata tolta senza essere consultati ci ha fatto restare uniti e decisi. A quel punto il corteo si è spalmato lungo la recinzione dove diversi attivisti hanno tagliato le reti e facendo scudo con i loro corpi (in mezzo agli spintoni un finanziere ha messo un piede male e scivolando si è ferito procurandosi una distorsione) sono riusciti a far entrare buona parte dei partecipanti al corteo.
A quel punto più reti sono andate giù e dopo attimi di esitazione (naturalmente la paura di entrare in un luogo vietato c'è sempre) quasi tutti i manifestanti erano dentro la base.
Eravamo tutti lì a gridare che il MUOS non lo vogliamo. Donne, uomini, anziani, anche qualche bambino, increduli per quello che stava succedendo. Baci, abbracci, canti sotto le antenne. Il popolo siciliano unito che dice NO alla GUERRA e chiede a gran voce, anche con azioni eclatanti come questa, una SICILIA TERRA DI PACE E ACCOGLIENZA, dove non si debba scappare perché qualcuno vuole svenderla.
Spero che insieme riusciremo a sfondare questo muro dove chi lotta per la libertà, la salute, per la difesa del territorio è accusato di essere un mafioso o un violento mentre altri, indisturbati, continuano a militarizzare e distruggere il nostro territorio.
Il 9 Agosto 2013 è stata scritta una pagina di storia per noi Siciliani.
La Sughereta era nostra, anzi è nostra!

Vi abbraccio

M.