Atti straordinari

Italia

Operazione Colomba significa persone normali che compiono atti straordinari.
Straordinario è credere nell’uomo a tal punto da scegliere di intessere relazioni con chi è chiamato ad uccidere per scommettere sul suo cambiamento.
Straordinario è scegliere di vivere nella totale povertà pur di parlare di futuro a chi non riesce più nemmeno a pensarne uno.

Straordinario è rischiare in prima persona per stare al fianco di chi resiste da anni, ogni giorno, denunciando ingiustizie e soprusi.

Ho mangiato e bevuto nelle grotte e nelle tende dei pastori Palestinesi, ho provato una rabbia profonda davanti alle violenze quotidiane che subiscono da anni, da quando la loro terra è occupata militarmente da un altro popolo. Mi sono indignata tanto da trattare male me stessa e chi mi stava intorno, poi chi ho trovato tornando in quelle grotte e in quelle tende? Una madre preoccupata che il figlio provi odio per i militari che lo hanno ingiustamente arrestato; un giovane uomo talmente libero da tornare ogni giorno su una terra da cui sa che verrà scacciato, per ribadire i suoi diritti; chi investe ogni energia per costruire un futuro di vita per entrambi i popoli. Ho stretto amicizie con Israeliani che per seguire l’idea di giustizia dettata dal proprio cuore si sono visti allontanare da chi avevano sempre chiamato famiglia.
Non sono queste scelte da sostenere?

Ho ascoltato storie tra il fango ed il cemento freddi dei campi profughi, mi sono sentita schiacciare dall’orrendo peso della guerra. Mi sono sentita inutile davanti a chi lotta per la vita, non essendogli rimasto altro. Ho visto occhi Siriani piangere quando per noi è stata ora di andare, ho visto sorrisi nascere davanti a folli proposte per il loro futuro. Ho sentito l’impegno per la vita rinascere in alcuni Libanesi che ci hanno conosciuto.
Non è questa umanità da affiancare?

Sto scoprendo quanto la violenza possa essere profondamente radicata nella storia di un popolo, come molti Albanesi si ritrovino vittime della propria storia. Provo tristezza davanti ai volti di umile dolore di chi non riavrà chi ha perduto e di chi è imprigionato nelle mura domestiche in attesa di vendetta. Imparo la forza necessaria a non vendicare, a sognare una libertà non scontata per chi va in direzione contraria alla propria cultura.
Non è questa libertà per cui vale la pena impegnarsi?

Martin Luther King racconta del samaritano che soccorre “un uomo” incappato nei briganti sulla via per Gerico. Racconta che la differenza tra il samaritano e chi lo aveva preceduto sulla via senza fermarsi è questa: il sacerdote ed il levita si chiedono “che ne sarà di me se mi fermo?”, mentre il samaritano si domanda “che ne sarà di quest’uomo se io non mi fermo?”.
A chi mi pensa non posso che chiedere non di mettersi nei miei panni, ma lo sforzo di mettersi nei panni di coloro con cui sto scegliendo di vivere.

Credo che straordinaria sia ogni persona a cui sorgono questi interrogativi. Tra questi le Colombe che scelgono di condividere la vita di uomini, donne e bambini in zone di conflitto, che per qualche tempo si mettono in gioco per il cambiamento di intere vite.
Per questo cambiamento studiano, ricercano e si interrogano, imparano lingue, accettano la povertà, soffrono le delusioni, si affidano a un gruppo e cercano di attingere a quella forza morale che è la nonviolenza.
Compie atti straordinari chi agisce convinto che la verità e l’amore siano più forti dell’ingiustizia e della violenza.

Sara