Israele: Lettera a qualcuno a cui hai voluto bene

Italia - azionenonviolenta.it

Chi, da nonviolento, cerca di operare nel conflitto israelo-palestinese sa che spesso alla frontiera deve mentire. Se poi le autorità di frontiera scoprono che sei un attivista vieni trattato come un criminale e ti viene negato l’accesso.

Bisogna mentire anche se non si fa nulla di illegale e nulla contrario al diritto internazionale.

Gli internazionali, attivisti, volontari nei territori palestinesi sono un occhio che racconta, che testimonia le ingiustizie che uno stato occupante opera ai danni della popolazione di un territorio occupato. Siamo anche una risorsa per chi, scegliendo la nonviolenza, cerca di ribadire i propri diritti di fronte agli occupanti. Quando facciamo questo, al nostro fianco ci sono sempre attivisti israeliani che hanno capito che l’ingiustizia che il loro stato compie in nome della sicurezza va a minare quella sicurezza che tutti i palestinesi e israeliani vogliono.

La violenza, da entrambe le parti, non porterà mai alla Pace, l’ingiustizia è una fabbrica di estremismi! Ieri, ad un amico, è stato negato l’ingresso in Israele, temono possa essere una minaccia per la sicurezza. Quest’amico è solo l’ultimo dei tanti trattati come criminali e rispediti indietro sul primo aereo.

Io vorrei che potessimo dire al personale di frontiera che non approviamo la violenza, da qualsiasi parte venga, che non approviamo quello che Israele fa nei territori palestinesi. Non approviamo perché in questo modo non ci sarà mai sicurezza per nessuno e in special modo per gli israeliani.

Io non sono molto bravo con le parole, non riesco ad spiegarmi e sicuramente ci sarà qualcuno da una parte che mi etichetterà come “antisemita” c’è chi dall’altra parte mi reputerà troppo tenero con gli israeliani. Poco male sono abituato ad essere “in mezzo”, a tutte queste persone non dirò mai che sono anti o pro, io non sono nulla, io sono per la giustizia, la Pace e la verità.

Meglio di me parlano le parole di un amico che qualche anno fa ha subito la medesima sorte dell’amico di ieri, lui, più saggio di me, ha saputo trovare le parole per spiegare e per parlare.

Fabrizio

 

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