IperMorte

IperMorte

A gennaio nascerà il mio secondogenito, una bimba (dicono…)
Penso ai miei due figli oggi, e penso ad un mondo diverso per loro, un mondo a forma di famiglia, dove è il più piccolo a dettare i tempi e determinare i modi. (...)

Per Federico questa notte mi sono alzato alle 3 e 45, per un goccio di latte... e sì che è stata dura alzarmi a quell'ora, col battito del cuore in testa, e sì che e' stato ancor più difficile riaddormentarmi dopo... ma lui è il più piccolo della famiglia, il più debole… è così che deve andare, è così che dovrebbe andare ovunque. Io non sono nonviolento, questo mi è chiaro ogni giorno, ma tutti, proprio tutti dovremmo aspirare ad esserlo, dovremmo aspirare ad amare di più, invece…

Proprio il 2 ottobre, l’anniversario della nascita di Gandhi, ho assistito all’ennesima follia collettiva, questa volta proprio vicino casa.
Qualcuno ha deciso di organizzare a Viterbo la “settimana della fierezza”, di cosa non lo so, ma so bene invece cosa ho visto: carri armati di ogni genere, cingolati, gommati, anfibi, mitraglie, cannoni… tutti i migliori mezzi del nostro esercito parcheggiati di fronte ad uno dei centri commerciali più grandi di Viterbo.
Grande esposizione, tutti “fieri” di quello che possiamo fare con quei mezzi (credo fosse questo il senso): sicuramente MOLTO MALE… tutti a far la spesa al grande magazzino della violenza, all’Ipermercato della morte, all’IperMorte!
E la cosa ancor più triste, vedere mamme e papà far entrare nei blindati i propri figli, piccoli, fieri anche loro di questa magnifica esperienza, mentre fieri erano ovviamente i genitori per la foto ricordo scattata al volo.
Tutti fieri, per la settimana della fierezza, petto in fuori e via, a scuole di morte, è l’ora di storia? No, è l’ora di violenza.


Perché la nonviolenza vincerà?
“Il nonviolento non deve cercare l’efficacia fine a se stessa, perché finirebbe per accettare qualsiasi mezzo. Per il nonviolento l’efficacia è essenzialmente fedeltà alla verità, alla giustizia e al rispetto assoluto della persona umana”. Jean Goss