Pubblicare l'albo degli obiettori

Pubblicare l'albo degli obiettori

Si invitano tutti coloro che si ritengono obiettori alle guerre a rendersi visibili pubblicamente, così da diventare un chiaro soggetto attivo della politica italiana. Per aderire a tale obiettivo basta inviare una lettera al Ministro Giovanardi.


RICHIESTA AL MINISTRO GIOVANARDI DI REGISTRARE LE DICHIARAZIONI DI OBIEZIONE
ALLE GUERRE E DI PUBBLICARNE L’ALBO

 

Si invitano tutti coloro che si ritengono obiettori alle guerre a rendersi visibili pubblicamente, così da diventare un chiaro soggetto attivo della politica italiana. Per aderire a tale obiettivo basta inviare una lettera al Ministro Giovanardi.

Riteniamo che sia importante che ognuno che aderisce non lo faccia con una semplice firma di adesione-opinione, ma esprimendo, sinteticamente ma significativamente, la propria convinzione di voler essere dichiarato dallo Stato obiettore di coscienza alle guerre.

Per questo motivo la lettera è concepita con una prima parte generale e una parte personale; chi aderisce, aggiunge alla prima parte la sua versione e la spedisce:

- per posta al Ministro Sen. Carlo Giovanardi, Palazzo Chigi, 00100 Roma

- per mail a Peacelink che aprirà una pagina apposita con l’elenco degli obiettori.



Si chiederà al Ministro Giovanardi di rispondere entro la metà di settembre 2009.

Se entro questa data non si riceverà risposta, si darà mandato ad un avvocato di ricorrere al TAR, ed eventualmente alla corte di Strasburgo per la difesa dei diritti dell’uomo. Si è costituito un gruppo di avvocati, i quali, per solidarietà politica, sono disponibili a sostenere il ricorso.

 

FAX-SIMILE DELLA LETTERA



On. Ministro Sen. Carlo Amedeo Giovanardi,

come Le è ben noto, la legge 230 del 1998 all’art. 1 recita:

I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell’esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, opponendosi all’uso delle armi, non accettano l’arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria e ordinato ai fini enunciati nei “Principi fondamentali” della Costituzione.

 

Ora è vero che per la Legge 14 novembre 2000, n. 331 il servizio di leva è stato sospeso; ma esso non è stato soppresso, perché la Costituzione (art. 52) non ammette la soppressione. Quindi, restando questo obbligo potenzialmente sempre incombente sulla vita nazionale, non possono essere soppressi i corrispondenti elenchi delle persone soggette al servizio di leva né quello degli obiettori degli anni passati. Infatti la stessa legge 230/1998 recita all’Art. 13:

1. Tutti coloro che abbiano prestato servizio civile ai sensi della presente legge… sono soggetti… al richiamo in caso di pubblica calamità.

2. L’Ufficio nazionale per il servizio civile tiene apposito elenco dei cittadini soggetti a richiamo ai sensi del comma 1….

4. In caso di guerra o di mobilitazione generale, gli obiettori di coscienza che prestano il servizio civile o che, avendolo svolto, siano richiamati in servizio… sono assegnati alla protezione civile ed alla Croce rossa.

Tutto ciò affinché lo Stato abbia l’elenco completo di coloro che sono richiamabili (che siano obiettori o no) per una eventuale difesa della Patria da ogni calamità pubblica.

Quindi presso l’UNSC esiste per legge un elenco degli obiettori italiani alla Guerra per motivi di coscienza; infatti Lei, a norma della legge 2 Agosto 2007 n. 130, può cancellare chiunque glielo chieda degli 800.000 obiettori di coscienza della storia italiana.

Le chiedo pertanto di rendere pubblico questo elenco, essendo l’obiezione alla Guerra un atto pubblico.

 

Inoltre, in questo periodo in cui il servizio di leva è sospeso, lo Stato ignora quali siano, tra le persone potenzialmente richiamabili nel caso di una emergenza bellica o di pubblica calamità, gli obiettori e quali non (lo stesso vale per tutti quelli che nel passato sono stati esonerati dal servizio di leva per i motivi più vari; ad es., ammogliato con prole). Ciò è grave perché nel caso di una mobilitazione generale lo Stato non potrà dare alle milioni di persone coinvolte il tempo adeguato per decidere tra l’obiezione e non, né tanto meno potrà dare alla sua burocrazia il tempo sufficiente per registrare tutte le opzioni compiute (che negli ultimi anni della effettuazione del servizio di leva, ammontavano a quasi la metà dei giovani interessati; quindi un numero tale da mettere a durissima prova il lavoro ordinario di qualsiasi ufficio). Ne andrebbe della efficacia della mobilitazione, con grave danno per la risposta che lo Stato dovrà dare.

Quindi ai fini di una minima efficienza della difesa della Patria, sia quella armata, che non può essere intralciata da un referendum all’ultimo momento, sia quella non armata (dichiarata equivalente dalle sentenze della Corte Costituzionale, ad es. la 228/04), che non può essere improvvisata in ventiquattr’ore e alla quale noi vogliamo contribuire con azioni nonviolente, occorre avere preventivamente chiare le potenzialità di ambedue i tipi di difesa, compilando anno per anno l’albo degli obiettori di coscienza.

D’altra parte ritengo che debba essere possibile entrare nell’elenco degli obiettori, alla pari di come è possibile uscirne; in quanto varie sentenze della Corte Costituzionale e la legislazione vigente in Italia sulla difesa alternativa a quella militare, riconoscono il diritto soggettivo dell’obiettore di essere riconosciuto come tale su semplice domanda allo Stato; e ciò anche per l'art. 9 (libertà di espressione del pensiero) in "combinato disposto" con l'art. 14 (principio di non discriminazione) della CEDU; quindi ritengo un diritto inalienabile di coscienza il dichiararsi obiettore davanti allo Stato e ritengo un dovere dello Stato registrare questa decisione nell’apposito albo gestito dall’UNSC. E poiché tutti possono contribuire ad una difesa civile non armata e nonviolenta, non ritengo un ostacolo all’iscrizione all’albo degli obiettori l’essere al di fuori della fascia d’età prevista per la mobilitazione armata, o l’essere donna o l’avere lo status di religioso; infatti la difesa non armata si basa sulla solidarietà di tutti coloro che vogliano contribuire ad essa volontariamente.
Quindi Le chiedo che l’albo degli obiettori sia aperto a tutti i maggiorenni che ne facciano richiesta e a me in particolare.

 

SEGUE LA PARTE PERSONALE DELLA LETTERA (ESSENZIALE!), DOVE ESPRIMERE LA PROPRIA CONVINZIONE DI ESSERE OBIETTORE ALLE GUERRE.

 

ALTRIMENTI AGGIUNGERE:

 

Dalla mia esperienza della vita sociale e dalla mia riflessione ho maturato la convinzione di dichiararmi davanti allo Stato obiettore di coscienza a causa delle mie profonde convinzioni [o filosofiche, o morali, o religiose] e pertanto di iscrivermi all’albo degli obiettori italiani; (O, SE SI È FATTO IL SERVIZIO CIVILE DA OBIETTORE) di rinnovare la mia iscrizione all’albo e di renderlo pubblico.

 

AGGIUNGERE I FATTI PERSONALI OGGETTIVI CHE TESTIMONIANO LA CONVINZIONE

(SE NE DA’ UN ELENCO INDICATIVO ):

 

Di questa mia convinzione testimoniano le seguenti azioni:

  • Partecipazione a manifestazioni compiute contro la guerra e/o per la pace;

  • Partecipazione a manifestazioni compiute a favore dell’obiezione di coscienza al servizio di leva;

  • scelta del servizio civile come servizio di leva;

  • scelta del servizio civile volontario;

  • studi per la pace;

  • lavoro all’estero per la pace;

  • lavoro professionale per la pace [spiegare il senso];

  • lavoro educativo per la pace;

  • adesione alle associazioni nonviolente [MIR, MN, PBI, Operazione Colomba, Pax Christi] o alle ONG che lavorano per la pace all’estero;

  • fede [cristiana o buddista o induista] che mi avverte di non uccidere mai;

  • obiezione fiscale alle spese militari negli anni x- y , con n.z pignoramenti subiti;

  • versamento del 5‰ a [la Chiesa Cattolica, in quanto essa ne destina una parte consistente all’intervento di difesa nonviolenta all’estero compiuto dalla Caritas; OPPURE: la Chiesa Valdese, perché sostiene le Peace Brigades International che difendono nonviolentemente i minacciati di morte nel mondo];

  • versamento volontario alla voce Difesa civile non armata e nonviolenta del bilancio dell’UNSC per sostenere questo tipo di difesa che le leggi attribuiscono allo Stato;

  • ……………………………………….

 

Luogo, data, firma, indirizzo, tel., e-mail

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Iniziativa di: Ilaria Ciriaci del Mov. Intern. Riconciliazione, Alberto Capannini dell’Operazione Colomba, Antonino Drago docente Scienze per la Pace Univ. Pisa, Alberto L’Abate Pres. IPRI-CCP.

Segreteria: Operazione Colomba, via Mameli 5, 47900 Rimini, tel 0541-29005, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.