...fino all'incontro con il Presidente della Repubblica di Albania

Albania

Nel marzo del 2010 alcuni volontari di Operazione Colomba aprivano una presenza a Scutari, chiamati dalla Comunità Papa Giovanni XXIII per rispondere all'emergenza dovuta al problema delle “vendette di sangue” in Albania.

Una di quelle volontarie, durante un momento di condivisione di gruppo, disse che la formica era uno dei suoi animali preferiti perché, nonostante le piccole dimensioni, si dimostra sempre una lavoratrice instancabile, si muove spesso in gruppo e per questo riesce a raggiungere grandi obiettivi. Metaforicamente questa volontaria sentiva che le attività di Operazione Colomba sarebbero andate in quella direzione.
Oggi a distanza di 4 anni dall'apertura del progetto, attraverso un intervento nonviolento perseverante e mirato, tramite il sostegno e la partecipazione di 130 volontari, si può dire che il sogno è diventato realtà e che la lunghezza del percorso per raggiungere questi grandi obiettivi si sta accorciando.
La vicinanza costante ai membri delle famiglie in vendetta li fa sentire importanti e accompagnati nelle difficoltà dovute alla situazione in cui si trovano.
Tanti giovani, donne, bambini e uomini stanno camminando insieme a noi per capire quale è la strada da percorrere in vista di una riconciliazione, di un perdono o anche più semplicemente di capire come fare a mettere da parte l'odio e la rabbia che provano.
Le manifestazioni mensili contro il fenomeno delle vendette ci hanno poi portato a realizzare delle vere e proprie campagne di sensibilizzazione come quella denominata “5000 firme per la vita” dell'anno scorso e, più di recente, la marcia per la pace “Un popolo si muove per la pace contro le vendette di sangue”.
Con la prima iniziativa di sensibilizzazione i cittadini albanesi si sono impegnati a non usare la violenza in caso di conflitto e hanno richiesto il sostegno dello Stato in tale scelta.
Con il secondo evento, circa 10.000 persone sono state sensibilizzate sul tema delle vendette, 200 persone hanno marciato per una cultura di pace e perdono, circa 2.700 persone, tra cittadini e rappresentanti istituzionali albanesi, hanno firmato una petizione chiedendo la diffusione di una cultura basata sulla nonviolenza, sulla riconciliazione e sul perdono e l'applicazione della legge che prevede la creazione di un Consiglio di Coordinamento per la lotta contro la “vendetta di sangue”.

In questi anni siamo partiti dal coinvolgimento della società civile per arrivare a quello più ampio delle Istituzioni Albanesi e Internazionali, religiose e governative di più basso e di più alto livello.
Siamo ponte di dialogo tra le famiglie in vendetta, siamo ponte di dialogo tra le famiglie e la società civile; di fronte alle Istituzioni Albanesi ci facciamo portavoce delle istanze delle famiglie e di quanto parte del popolo albanese vorrebbe fare per superare il fenomeno delle vendette.
Ed ora, questa voce, sta risuonando in modo sempre più potente.
Infatti il 23 luglio 2014 il Presidente della Repubblica d'Albania, Bujar Nishani ha incontrato i rappresentanti dell'Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”.
Il Capo dello Stato Albanese ha valorizzato le azioni della Comunità dicendo che si impegnerà a sostenere ogni iniziativa di questa missione in Albania.
Il Presidente Nishani ha messo in evidenza che l'attività della Comunità e dei volontari che vi prendono parte è un segno di speranza per tutti.
Ha sottolineato poi che “i fenomeni della presa del sangue e della vendetta richiedono un trattamento pluridimensionale, che deve essere indirizzato con azioni educative, sociali, culturali, comunitarie e legali” aggiungendo inoltre che, per trattare pienamente la questione è necessaria una piattaforma globale con attori e passi concreti che devono essere fatti.
“Di fronte alle pressioni (provocazioni) deve dominare la vita e non la violenza” ha detto il Presidente Nishani.
Infine ha assicurato che con l'uscita degli atti legislativi per l'istituzione del “Consiglio di Coordinamento per la lotta contro la vendetta di sangue” da parte dell'Esecutivo, si impegnerà personalmente a garantire l'operatività immediata di tale apparato statale invitando i volontari di Operazione Colomba a partecipare agli incontri.
Riuscire a riunire tutte queste forze e ad incanalarle per sostenere i processi di riconciliazione tra le famiglie in vendetta e per iniziare un processo di riconciliazione nazionale, è una delle nostre sfide.
E' proprio vero, le formiche fanno un lavoro che sembra invisibile ma che è infinitamente tangibile.

Giulia