Ricominciare a vivere – Storie dall’Albania

All'inizio penso sia uno scherzo e chiedo a Blerina di ripetere.
"Come?"
Forse non ho capito perché non conosco ancora bene l'albanese.
"Come? Puoi ripetere per favore?".
"Kol ha smesso di bere, non è stato bene e ha smesso di bere. Così da un giorno all'altro ha detto: Basta! Basta alcool, mi fa solo male".

Sono passati due mesi dall'ultima visita a questa famiglia, ormai passiamo più raramente a trovarli a casa, perché il problema più grave sembrava essere l'alcol. Il maledetto alcol, che attanaglia ogni famiglia che si autoreclude in casa per timore di subire una “vendetta di sangue”.
Il maledetto alcol, che sembra emolliente per ogni frustrazione, per il terrore costante di essere uccisi.
Blerina ci dice che è stato come rinascere, come una nuova vita che qualcuno ha deciso che dovevano vivere. “È incredibile! All'inizio non ci credevo” - continua annuendo - “invece poi ho visto uno, due, tre, quattro giorni senza che lui toccasse una sola goccia di raki, e così mi sono detta che forse davvero è la volta buona!”.
Ci guardiamo un po' esterrefatti, sorpresi, felici. Non ci sembra quasi vero, perché l'abuso di alcol è una delle pessime certezze che avevamo nel progetto in Albania. Quasi ogni famiglia coinvolta nella “vendetta di sangue” lotta ogni giorno contro la piaga della dipendenza da alcol.

L'alcolismo di Kol, la sua violenza in casa, la violenza contro i figli, la violenza contro sua moglie erano gli elementi di fondo di una vita già estremamente complicata. Invece adesso è arrivata questa bella notizia: ha smesso di bere davvero.

Blerina ci guarda, non è mai stata una donna di molte parole ma ci dice “finalmente ho una speranza per il futuro, finalmente penso che le cose belle possano accadere anche a noi nonostante tutto, nonostante l'autoreclusione, nonostante il timore di vedere i miei figli portati via da una mano violenta. Adesso un po' di speranza ce l'ho, perché lui ha smesso di bere e almeno la violenza interna alla nostra famiglia non la dovremo più subire. E anche la violenza esterna sembra un po' più sopportabile. Siamo diversi, abbiamo nuova forza, è un po’ come ricominciare da capo. Abbiamo tra le mani una nuova vita da poter investire, per poter sperare, per poter credere che qualcosa di meglio sia possibile”.

Maggiori informazioni sul fenomeno delle “Vendette di sangue”:
www.operazionecolomba.it/njepopullkundergjakmarrje/it/
www.operazionecolomba.it/chi/storia-di-operazione-colomba/albania/albania-notizie.html