Marzo 2011

SITUAZIONE POLITICA

È iniziata la campagna elettorale in vista delle elezioni dei sindaci nei vari comuni tra cui Tirana e Scutari. Lo scontro principale è tra il partito democratico di Sali Berisha (attuale presidente del consiglio) e il partito socialista di Edi Rama (attuale capo dell’opposizione e sindaco di Tirana dal 2000). Qui in Albania si può dire che i democratici stanno a destra mentre i socialisti a sinistra, anche se poi molti personaggi politici di entrambi le parti vengono dallo stesso “partito del lavoro” della vecchia scena comunista di fine regime.

Quando abbiamo chiesto a più di una persona la differenza tra i due capi di partito, una delle risposte è stata: “non c’è differenza perché ora la gara è tra chi racconta più bugie”.
Per quanto riguarda gli esiti delle manifestazioni del mese di gennaio, dopo che la Procura ha ordinato l'arresto di sei ufficiali della Guardia repubblicana accusati di omicidio plurimo per la morte dei dimostranti, non ci sono ancora state azioni definitive. L’opposizione  continua a chiedere le dimissioni del governo attuale.
A Scutari intanto ci sono stati altri tre omicidi solo nel mese di marzo, per tutti e tre sembra più che fondata la pista della vendetta. Due vittime, due fratelli, nel quartiere di Gruda e Re e uno a Kiras (Astrid Kurmemaj, Nik e Gjovalin Pjetrushi).
Intanto a Tirana l’associazione nazionale per la riappacificazione (presieduta dai vari bajraktar – riconciliatori tradizionali – del paese) ha presentato una relazione dove denuncia il fatto che nei rapporti di polizia gli omicidi per vendetta di sangue vengono classificati solo con la denominazione “per vendetta” (hakmarrje), e non come vendetta di sangue (gjakmarrje). Con questo escamotage lessicale si intende minimizzare e nascondere il fenomeno, visto che l’Unione Europea ha messo tra i vincoli per l’entrata dell’Albania nell’unione anche la risoluzione del problema delle vendette di sangue.

 

ATTIVITA' RAGAZZI

Il corso di disegno e il corso di informatica che stiamo portando avanti con alcuni dei ragazzi “chiusi” (5 bambini e due adolescenti), sta diventando sempre più un modo per passare del tempo con loro, ma ha perso un po’ di vista gli obbiettivi finali. In particolare si è visto che ci sono delle difficoltà oggettive (lingua, predisposizione dei ragazzini e vari problemi relazionali, interesse reale ecc…) che rendono poco efficace l’approfondire il tema della violenza e della situazione personale.
Ci stiamo quindi interrogando anche con Simone, responsabile del progetto per la Comunità, sul modo migliore di coinvolgere i ragazzi e gli adolescenti, con un metodo adeguato al raggiungimento dell’obbiettivo principale che sarebbe quello di dare la possibilità e i mezzi a questi ragazzi per esprimere il proprio disagio e ragionare insieme sulla possibilità di trovare una risposta nonviolenta e di perdono alla propria storia.
Vediamo continuamente che attività come il calcio, le gite fuori porta o altri modi di stare assieme, aiutano molto i ragazzi a conoscersi e a riconoscersi (storie e problemi simili), utile per un passo successivo di riflessione. Nella nuova progettualità abbiamo anche pensato di inserire attività di teatro (gestione e compressione di se e delle emozioni).

ASSOCIAZIONI

Nella nostra ricerca di collaborazione e conoscenza del territorio a livello di associazioni e progetti abbiamo incontrato a Tirana l’Albanian Center for The Human Right,  www.achr.org che si occupa prevalentemente di progetti di sensibilizzazione e pubblicazioni sul tema dei diritti umani. Sono interessati alla nostra attività e si sono offerti di aiutarci nello studio e ricerca di materiale per quel che riguarda la situazione legislativa e giuridica albanese rispetto al problema delle vendette.
Abbiamo anche conosciuto l’attività dei “Cavalieri di Malta” che si muovono sul territorio implementando prevalentemente ad azioni di protezione civile e supporto umanitario. I Care, invece, lavora parecchio con i giovani e con gruppi di volontariato.
Continua e si consolida la collaborazione con gli “ambasciatori di pace” riguardo alla scolarizzazione e lo scambio di informazioni riguardo le famiglie. Siamo stati inoltre da loro a Gjader, con un gruppo di ragazzi sotto vendetta, durante una delle loro attività con i ragazzi dell’oratorio.
Cerchiamo di tenere contatti con molte associazioni perché ci aiutano nel lavoro quotidiano con le famiglie e nella lettura del territorio: ad esempio l’associazione Passi leggeri (sul problema violenza contro le donne ), Fiala e Krishti (sostegno alimentare alle famiglie chiuse). Suore di Fierza (Tropoja) e Don Giovannini, che ci danno supporto logistico quando andiamo a Tropoja e per il monitoraggio.
Per quanto riguarda le tavole rotonde abbiamo deciso che prepareremo noi una proposta di lavoro su due temi: sensibilizzazione sociale con azioni dirette e proposta di legge contro le vendette, e poi chiederemo le adesioni.

SENSIBILIZZAZIONE

Per quanto riguarda il lavoro di sensibilizzazione contro le vendette, abbiamo pensato di portare nelle scuole delle attività sulla gestione delle emozioni, dei conflitti personali e sulla nonviolenza. Già l’istituto Don Bosco si è detto interessato (visti anche i casi di violenza all’interno della scuola e delle). Le modalità, i temi e le persone da coinvolgere verranno definite da Simone con il neo casco bianco; per quanto riguarda la colomba stavamo pensando a delle possibili testimonianze di
volontari (es Kossovo) e alla ricerca di materiale per studiare gli incontri.
Dopo gli ultimi omicidi ci sembra doveroso non restare in silenzio ma manifestare in qualche modo la nostra volontà di denunciare l’onda di violenza che in questi mesi sembra crescente e la totale indifferenza e apatia della cittadinanza e delle istituzioni. Stiamo pensando alle possibili modalità (manifestazione silenziosa, proiezione di immagini e frasi d’effetto nei palazzi ecc…).
Stiamo cercando nei mezzi di informazione locali possibili canali per presentare il nostro lavoro ma soprattutto per far passare un messaggio, quanto più d’impatto e provocatorio possibile, riguardo al fenomeno delle vendette di sangue. Per ora un canale televisivo di Tirana e uno di Scutari si sono resi disponibili. Siamo stati ospitati in una trasmissione per parlare dell’associazione e del nostro lavoro.
Ci sono state due testimonianze di Valentina, sia come volontaria in servizio civile, sia come volontaria della colomba, sempre riguardo al progetto kanun, sull’emittente satellitare Tv 2000, e in collegamento con skype con la giornata nazionale per il servizio civile.
http://www.youtube.com/watch?v=pBfAF1eGrEc&feature=player_embedded
Stiamo anche realizzando un video con delle interviste a delle famiglie sotto vendetta per poter raccontare in Italia e agli altri volontari quello che facciamo e viviamo qui.
Sul fronte dei media segnaliamo che al festival del cinema di Berlino è stato presentato il film dal titolo The Forgiveness of Blood, che parla appunto di un episodio di vendetta di sangue, speriamo che anche questo contribuisca a spezzare queste catene assurde che portano poco onore e molta sofferenza.

CONDIVISIONE

Abbiamo accompagnamento una famiglia, conosciuta a Vrak, a visitare i parenti in carcere.
Abbiamo aspettato fuori dai cancelli 6 ore, prima che venisse il nostro turno. La prossima volta chiederemo una delega per entrare a conoscere la parte di famiglia  reclusa. Con la dottoressa continuano le visite a domicilio, ovviamente nei casi in cui l’ammalato non può uscire di casa o non può andare all’ospedale (non ha documenti o ha paura di una vendetta). Abbiamo conosciuto la famiglia che ha ucciso, agli inizi dell'ottobre 2010, il pastore evangelico Dritan Prroj. Il colloquio con loro, portato avanti da Simone, è stato un bel momento intenso, a volte teso ma sicuramente significativo.
E' stato anche un momento nuovo per noi, visto che non eravamo ancora mai entrati in contatto con una famiglia che ha emesso vendetta... erano mesi che cercavamo di entrare in contatto con loro. Abbiamo visto tutta la rabbia e la disperazione di una famiglia in guerra, con già due morti in casa.
Siamo stati due volte a Tropoja, la prima per chiedere la partnership a due sindaci di due villaggi dove abbiamo conosciuto delle famiglie in vendetta, per un progetto dell’unione europea che potrebbe finanziare alcune nostre attività nel 2012. La seconda volta ci siamo fermati una settimana circa per portare avanti il monitoraggio anche sulle montagne. Per ora conosciamo 10 famiglie. Abbiamo incontrato tre famiglie che hanno emesso vendetta, e in tre casi ci stiamo adoperando per far incontrare le due parti in conflitto. In un quarto caso ci è stato chiesto di intercedere con la famiglia che ha emesso vendetta. Ci sono inoltre altre 6 famiglie in conflitto che non conosciamo, dove il capo villaggio potrebbe introdurci.

VOLONTARI

A fine mese Stefano è tornato a casa mentre Laura è ritornata in Albania dopo il mese di stacco. Continua il supporto e il lavoro delle due Valentine. A metà marzo è arrivata anche il casco bianco che vivrà in casa-famiglia ma che collaborerà con noi al progetto. A marzo sono passati a trovarci per pochi giorni anche Guido, Eleonora, Nemo e Fabrizio.