Settembre 2011

SITUAZIONE ATTUALE

Sono molti i casi di di cronaca nera che compaiono nei giornali locali. Sembra che verso la fine di settembre, nelle vicinanze di Scutari, sia stato ucciso un uomo per vendetta. I dati non sono ufficiali in quanto lo Stato tende a nascondere questo fenomeno.
Sta scoppiando lo scandalo della mala sanità e della corruzione in ambito sanitario: vengono denunciati medici corrotti e la situazione degradante degli ospedali albanesi.

A metà settembre abbiamo accompagnato Ettore Mo e Luigi Baldelli, due giornalisti del Corriere della Sera, nel loro reportage sulle faide di sangue nel Nord dell’Albania.
Qui potete leggere l’articolo da loro successivamente pubblicato

A metà ottobre uscirà nelle sale cinematografiche italiane il film “La Faida” (titolo originale: The Forgiveness of Blood) girato a Scutari e che tratta il tema delle vendette di sangue nel nord dell’Albania. Il film racconta una storia simile a quelle di molte famiglie che conosciamo: Nik, 17 anni, è all’ultimo anno di scuola superiore in Albania. Rudina, la sorella quindicenne, aspira a frequentare l’università. Dopo una disputa per un terreno locale, il padre Mark viene accusato di omicidio e la famiglia implicata in una sanguinosa faida. Le leggi del Kanun danno alla famiglia del deceduto il diritto di uccidere Nik (o qualunque maschio adulto della famiglia) come compenso. Così Nik non può più uscire di casa e il suo isolamento potrebbe durare anni. Mark è costretto a nascondersi sui monti, Rudina lascia la scuola per lavorare e mantenere la famiglia.
Ve lo consigliamo! Ecco il trailer

CONDIVISIONE E LAVORO

Continuiamo a seguire un ragazzo paralizzato con una piaga da decubito molto grave.
Grazie ad un’Associazione locale la piaga è migliorata ma la situazione sanitaria è sempre da tenere monitorata e rimane grave. Siamo riusciti a parlare con i direttori degli ospedali di Scutari e Tirana che non hanno la disponibilità di ricoverare il ragazzo nei loro reparti.
Prosegue il corso di teatro e le attività con i ragazzi adolescenti. Rispondono positivamente a tutte le proposte che facciamo e stanno instaurando un buon rapporto di amicizia. Siamo stati due giorni nella valle di Dukagjini (zona montagnosa nel nord dell’Albania al confine con il Kossovo) in visita ai parenti di una famiglia con cui siamo molto legati a Scutari.
Ci siamo avventurati sulle montagne per accompagnare la famiglia che da anni non andava sulla tomba del figlio.
La tradizione albanese vuole che l’ospite sia sacro e noi ci siamo sentiti parte della famiglia.
Proseguono gli accompagnamenti di alcune persone presso il carcere di Lezha per far visita a famigliari reclusi per motivi di vendetta di sangue.
Continuiamo anche ad accompagnare persone sotto vendetta presso l’ospedale.
Durante questo mese sono stati arrestati due membri di famiglie che conosciamo bene. Uno è un uomo anziano arrestato per possesso di armi non registrate, l’altro è un ragazzo  trattenuto dalla polizia per furto. Ci siamo così scontrati anche con la giustizia albanese che non è certo imparziale e tende a difendere le persone che hanno più possibilità economiche. Ciò è frustrante sia per i familiari di chi ha commesso il crimine, che sono costretti a scegliere tra lasciare in carcere il proprio caro o indebitarsi per farlo uscire di prigione; ma è deprimente anche per chi ha subito il crimine che vede il criminale uscire di prigione dopo poco tempo senza aver scontato la pena stabilita. Cerchiamo anche di mettere in contatto le persone che ci chiedono aiuto (soprattutto le donne sole) con Associazioni in grado di rispondere ai loro bisogni, che vanno da quello più concreto (alimentare e sanitario) a quello meno tangibile (psicologico o legale).
Il 21 settembre abbiamo partecipato ad una manifestazione contro le vendette di sangue in centro a Scutari. L’obiettivo era sensibilizzare la popolazione sul fatto che il fenomeno delle vendette di sangue è più che mai presente in Albania. Inoltre si è voluto dare un nuovo significato alla parola GJAKMARRJA. E' stato proposto ai manifestanti di donare il sangue in modo che chi ne ha bisogno possa poi prenderlo e salvarsi la vita.
Il senso che si vuole dare è questo: se non doni il sangue, non puoi prenderlo.
Prendere il sangue può avere anche un significato positivo, che propende per la vita.
Le persone hanno avuto la possibilità di firmare una petizione (che verrà presentata al parlamento albanese) per una proposta di legge che dia il massimo della pena a chi uccide per vendetta di sangue.
Hanno collaborato con noi, per organizzare quest’evento, numerose altre Associazioni.
È stato un momento molto importante sia perché riscopriamo che non siamo da soli a combattere questo fenomeno, sia perché vedere tanta gente unita per il bene comune regala un po’ di speranza e di fiducia nel futuro.

VOLONTARI

Anche settembre è stato un mese ricco di volontari: Alice, Chiara, Ilaria, Gabriella e Laura hanno fatto alzato le quote rosa della presenza. Fortunatamente non è mancata la presenza maschile capitanata da Marcello, che dall’11 settembre, ha scelto di passare un anno in Albania con noi!
Non dimentichiamo Paulin, Beni e Dario che sono sempre disponibili e attivi nell’aiutarci nel nostro lavoro.