Febbraio 2013

SITUAZIONE ATTUALE

Impressionante anche questo mese il numero delle persone uccise per criminalità, regolamenti di conti, violenza domestica, hakmarrje (vendetta) e gjakmarrje (presa del sangue). Episodi particolarmente cruenti rendono instabile la vita di molte persone e fanno respirare, soprattutto nelle zone periferiche e marginali, un'aria pesante dove spesso il sentire comune è quello dell’abbandono e dell'assenza dello Stato e dell’incertezza sul futuro. Ricordiamo in particolare l’omicidio di un uomo avvenuto qualche giorno fa a Scutari che riapre una faida annosa e cruenta nel suo verificarsi. La famiglia dell’uomo ucciso è particolarmente conosciuta a Scutari perché tra gli anni 1997-2000 sarebbe stata protagonista di uno dei conflitti più accesi e sanguinari che si conosca. Sarebbero rimaste uccise tra le 2 famiglie rivali una ventina di persone. Praticamente si sono quasi sterminate a vicenda. Il riaprirsi della vicenda dopo tanti anni apre possibili scenari inquietanti.
In questo periodo sui giornali è di attualità il tema dell’asilo politico e del flusso rilevante di emigrazione degli albanesi verso i Paesi dell’UE.
In particolare ha suscitato clamore il rapporto dell’ESI (European Stability Iniziative - Iniziativa per la Stabilità Europea) sulla sicurezza, sui fenomeni migratori e sulle richieste d’asilo dei cittadini degli Stati dei Paesi dei Balcani Occidentali (Montenegro, Serbia, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Albania). Infatti, secondo i principali quotidiani a tiratura nazionale (che hanno riportato la notizia e alcuni dati del rapporto sopra citato) suscita forte preoccupazione da parte degli Stati Europei (in particolar modo di Germania, Francia, Svezia e Belgio) il crescente numero di persone, provenienti specialmente dall’Albania, che nel corso del 2012 hanno fatto richieste di asilo politico in questi Paesi.
Per citare alcuni dati, nel 2012 ci sarebbero state 5000-6000 richieste d’asilo politico da parte di cittadini albanesi. Facendo anche riferimento ad altri anni, si assisterebbe ad una triplicazione del numero delle richieste. È un fenomeno che non sembra conoscere sosta e che racconta di una corsa a lasciare il proprio Paese. Stabilire fino a quanto e a che punto le richieste siano giustificate e veritiere è difficile. Molto spesso si scappa per ragioni economiche nutrendo la speranza di un futuro migliore. D'altra parte non si può negare, constatando l’alto numero di omicidi e l’alto livello di violenza, che, effettivamente, un problema di sicurezza ci sia e che spesso il rischio per l'incolumità personale, se si permane nel proprio territorio, sia alto.
Difficile è, però, quantificare il numero delle persone effettivamente in pericolo. Per questo motivo opinionisti e personalità locali albanesi hanno chiesto e fatto appello al Governo affinché si occupi di dare attenzione al fenomeno delle richieste d'asilo.

CONDIVISIONE E LAVORO

Nei primi giorni di Febbraio ci ha fatto visita P. Gianfranco Testa, che impegnato a Scutari per la formazione sul perdono con i preti e le suore locali, ha visitato con noi alcune famiglie con le quali ha ormai instaurato un rapporto di conoscenza e fiducia. Con lui abbiamo cominciato a preparare il corso sul perdono che vorremo proporre tra fine aprile e maggio ad alcune persone delle famiglie in vendetta che seguiamo.
Continuano le visite alle famiglie che conosciamo e le attività di monitoraggio con le famiglie con cui abbiamo perso i contatti o che non visitiamo da tempo. Stiamo seguendo alcune situazioni da vicino per tentare un evolversi in positivo delle situazioni di vendetta più preoccupanti. In alcuni casi stiamo allacciando rapporti con membri chiave delle famiglie che seguiamo per tentare percorsi di riconciliazione.
Proseguono gli incontri con i parroci e le suore del territorio per poter implementare una collaborazione sempre più fattiva e concreta.
Sono state fatte alcune visite domiciliari e ambulatoriali con la dottoressa Regina che ormai da anni ha a cuore la salute delle nostre famiglie. L’attività di sostegno e supporto sanitario, seppur marginale, costituisce un servizio a volte indispensabile per delle persone che faticano ad accedere liberamente a cure sanitarie per problemi di distanza, di sicurezza o economici.
Abbiamo svolto anche alcuni accompagnamenti in carcere o in ospedale di persone che temono per la loro sicurezza. La condivisione anche di questi momenti di vita quotidiana, oltre che a rendere un servizio a queste persone, costituisce uno strumento formidabile per mantenere o iniziare un rapporto di fiducia.
Anche questo mese siamo andati a Tropoje per una settimana per visitare le famiglie che vivono lì e con cui stiamo intraprendendo mirati percorsi di riconciliazione e in alcuni casi di superamento della rabbia e del dolore. A Gjakova (Kossovo) abbiamo incontrato Zenun, famoso in tutto il Nord dell’Albania per aver perdonato in pochissimo tempo. Lui stesso ci ha raccontato la sua esperienza e di come abbia perdonato in tre ore l’uccisione di suo figlio. La sua testimonianza è importantissima perché mostra che perdonare è possibile e perché fatta da un uomo albanese che, per certi versi, subisce anche le pressioni sociali della cultura e della tradizione. Il nostro intento è di coltivare i contatti con quest’uomo per poter valorizzare la sua esperienza a beneficio delle famiglie che conosciamo. Una delle idee che tenteremo prossimamente di realizzare è d’invitarlo a Scutari e fargli raccontare la sua esperienza ai ragazzi del gruppo che seguiamo. Speriamo di vincere la sua reticenza ad esporsi per instaurare una feconda collaborazione.
Abbiamo continuato a fare anche gli incontri con il gruppo donne. In modo particolare ricordiamo la testimonianza di Irene S., italiana che vive a Tirana, che ha fatto un intervento sul ruolo della donna in politica. Al di là della tematica affronta, peraltro significativa, il suo intervento si inserisce nel percorso che stiamo svolgendo che mira ad allargare gli orizzonti e ad evidenziare le molteplici potenzialità delle donne in questa società.
Le donne ormai sempre più affiatate, considerano la nostra casa come un luogo protetto e familiare in cui possono avere lo spazio per esprimere se stesse in libertà e spontaneità.
Con il gruppo ragazzi abbiamo passato alcuni momenti di riflessione e svago. Incontro significativo è stato quello via skype con Hafez, palestinese, testimone di una scelta pacifica e nonviolenta ad At-Tuwani. Hafez ha raccontato la sua storia e la situazione palestinese coinvolgendo i ragazzi che lo hanno tempestato di domande. La positività dell’esperienza all’interno del percorso che si sta svolgendo, (mirante alla rielaborazione della violenza vissuta e agita e alla trasformazione di questa in energia positiva) ci spinge a proporre di ripeterla per approfondire la realtà contestuale della vendetta.
Il sogno che speriamo si realizzi concretamente è la visita di Hafez in Albania per poter meglio conoscere la realtà in cui operiamo e in particolare il gruppo dei ragazzi che seguiamo.
Abbiamo vissuto anche dei momenti informali con 2 partite di calcio.
Sul versante della sensibilizzazione abbiamo fatto una manifestazione (che ripetiamo con cadenza mensile) nel centro di Scutari.
Con dei cartelloni si sono evidenziati gli effetti della gjakmarrje e quelli del perdono. Utilizzando dei proverbi e espressioni tipiche locali, che avevano come comune denominatore il cuore, si è cercato di sottolineare quanto questo fenomeno abbia conseguenze profonde nella vita delle persone coinvolte e su tutta la società. Il risultato, nonostante la pioggia battente, è stato soddisfacente per il numero delle persone “agganciate” e per le possibilità di dialogo che si sono avute. Le manifestazioni svolte nell’ultimo periodo si possono considerare propedeutiche ad una iniziativa, che speriamo di lanciare già dalla prossima manifestazione nel mese di Marzo, che ha come oggetto una campagna di raccolta firme da presentare alle Istituzioni e ai giornali.
Abbiamo avuto anche la possibilità di svolgere una lezione all’Università di Scienze Politiche di Tirana sul tema dei Diritti Umani riferiti alle vendette di sangue.
La partecipazione è stata buona ed è stata anche un opportunità per presentare e far conoscere Operazione Colomba agli studenti e promuovere la cultura della nonviolenza e l’impegno per il bene comune. Su questo versante abbiamo tenuto anche una testimonianza in una scuola superiore di Scutari.
A ritmo serrato continuano gli incontri di Aleanca per Jeten (Alleanza per la Vita), il coordinamento permanente, che abbiamo contribuito a fondare, costituito da associazioni locali che direttamente o indirettamente lavorano per la promozione della Pace e in particolar modo per le famiglie in vendetta di sangue.
Il gruppo a fatica sta cercando di assumere un’identità comune, fondato su principi e obiettivi condivisi. Il lavoro non è semplice considerando la novità della modalità proposta, che per certi versi è sconosciuta dalle associazioni locali.
Sperando in una lenta ma costante evoluzione in positivo del coordinamento si continua a lavorare in tal senso in attesa di risultati sempre più concreti e incisivi.

VOLONTARI

Nel mese di Febbraio oltre alla presenza di Marcello e Laura abbiamo avuto la visita e l’aiuto di Alessandro (volontario di lungo periodo in Palestina) che ha passato con noi tre settimane e di Ettore anche lui per una ventina di giorni. Li ringraziamo di cuore per la disponibilità e l’attenzione alle piccole cose che hanno facilitato il lavoro quotidiano offrendoci nuove prospettive di lettura delle situazioni che stiamo seguendo in questo periodo.
Per qualche giorno è stato con noi anche Antonio De Filippis, responsabile della Colomba, che ci ha sostenuto con il suo entusiasmo e la voglia di migliorare. Ringraziamo di cuore Dario, Franceska, Beni e Loreta volontari locali che ci danno una mano nelle attività ed Irene per il suo intervento nel gruppo donne.
Un ringraziamento speciale va a Sokol che con la sua costanza e attenta disponibilità continua ad aiutarci nel lavoro di riconciliazione con le famiglie. Verso la metà del mese sono arrivati anche Mila e Matteo che resteranno fino a metà Marzo.