Ottobre 2013

SITUAZIONE ATTUALE

In questo mese ci sono stati almeno 3 omicidi per hakmarrje. Di questi uno è stato compiuto per incomprensioni legati a questioni di rapporti di vicinato, uno per motivi di proprietà e uno per onore. Per gjakmarrje, nei dintorni di Durazzo, è stato ucciso un uomo di 48 anni per vendicare l’uccisione di un'altra persona avvenuta a Londra lo scorso anno.

Da una prima analisi dei fatti di sangue degli ultimi mesi emerge che stanno aumentando gli omicidi su commissione, ossia gli omicidi a pagamento. In questo modo, i principali sospettati  coinvolti nel conflitto (di sangue), si creano un alibi recandosi, poco prima che venga compiuto l’assassinio, in uno Stato estero confinante l’Albania.
É importante notare, inoltre, come molti omicidi avvengono all’interno del fis (clan familiare) o della cerchia stretta degli amici e dei parenti acquisiti. Questa peculiarità rende ancora più drammatiche le conseguenze degli omicidi e, allo stesso tempo, aumentano le difficoltà per intervenire a favore della riconciliazione. Esemplificativo di questo andamento è il caso successo in un villaggio nelle strette vicinanze di Scutari. Un uomo di 29 anni ha ucciso il suocero di sua sorella (che vive con il marito negli Stati Uniti) perché, a suo parere, sarebbe stato colpevole di non aver richiamato e ripreso suo figlio (come gli spetterebbe di dovere) colpevole di maltrattamento nei confronti della moglie e sorella dell’assassino. Da fonti dirette e affidabili siamo venuti a conoscenza delle dinamiche e del contesto in cui è avvenuto l’omicidio e ciò che emerge è un quadro di un omicidio preannunciato. L’autore dell’omicidio era infatti ben noto alle autorità locali anche per il suo temperamento poco equilibrato e la condotta poco trasparente. Inoltre, anche in questa storia, risulta evidente la mancanza di persone autorevoli (come per esempio vicini di casa, amici, parenti) che aiutino a dipanare le incomprensioni per evitare potenziali conflitti.
Sui giornali è apparsa la notizia della riconciliazione di due famiglie nella zona di Lezha che erano in conflitto da 13 anni. Questa è una buona notizia e ci si augura che la riconciliazione avvenuta sia duratura e stabile.

CONDIVISIONE E LAVORO

Il mese di ottobre è iniziato con la preparazione della conferenza stampa per la chiusura della campagna di raccolta firme “5000 firme per la vita”, che si è tenuta il giorno 7 ottobre a Scutari, alla presenza di rappresentanti di altre associazioni e di media nazionali e locali. Abbiamo avuto grande visibilità e la notizia è stata ripresa anche da alcuni telegiornali, che hanno ritrasmesso i momenti salienti della conferenza stampa. Nei giorni successivi sono stati consegnati i faldoni contenenti le firme raccolte e altri materiali di documentazione del lavoro svolto in questi mesi dai volontari, ai rappresentanti delle Istituzioni maggiormente rappresentative dello Stato albanese, nonché ai vescovi del Nord dell’Albania e alle ambasciate estere presenti nello Stato con l’obiettivo di divulgare il più possibile i frutti del nostro lavoro.
Il giorno 12 ottobre si è rinnovato l’appuntamento mensile, nel centro di Scutari, a ricordo delle vittime di giakmarrje/hakmarrje (vendetta) e di sensibilizzazione contro il fenomeno della gjakmarrje. In continuità col tema della manifestazione precedente, avente come slogan “Ora, il futuro dell’Albania è nelle tue mani”, si è chiesto ai passanti di proporre a loro volta una parola o un pensiero contro la vendetta di sangue e di lasciarlo scritto su dei cartelloni appositamente predisposti. La grande partecipazione e la levatura dei pensieri emersi ci hanno fatto capire quanto pressante sia la richiesta della popolazione albanese di eliminare il fenomeno della vendetta.
Parallelamente all’impegno profuso sul versante della sensibilizzazione della società civile,  prosegue l’attività per rafforzare la collaborazione con le realtà locali che si occupano direttamente o indirettamente del problema della gjakmarrje (vendetta di sangue). Lo scopo della rete “Aleanca per Jeten” (Alleanza per la Vita), di cui siamo  promotori, è di supportare e rafforzare le associazioni locali affinché, attraverso azioni ed interventi sistematici, si adoperino per l’eliminazione definitiva del fenomeno della vendetta del sangue.
Anche nel mese di ottobre i volontari ogni venerdì hanno digiunato come strumento a manifestazione della lotta contro la vendette di sangue e della condivisione della sofferenza con le famiglie. Inoltre, il digiuno adottato come strumento di azione nonviolenta è espressione  dell’impegno dei volontari coinvolti nel progetto a maturare con sempre maggiore convinzione personale la scelta della riconciliazione e a farsene convinti promotori.
Prosegue, passo dopo passo, la costruzione di una rete di esperti di riconciliazione provenienti da diverse parti del mondo volta a raccogliere idee, suggerimenti, azioni comuni a favore della pace e della riconciliazione in Albania.
Le visite domiciliari alle famiglie coinvolte nelle vendette sono proseguite con regolarità dando particolare attenzione ad alcune di esse, con cui si è cercato di essere più concreti sul processo di riconciliazione vero e proprio.
Contemporaneamente, si è cercato di consolidare il rapporto con le nuove famiglie che sono state incluse nel novero delle persone in vendetta che seguiamo, attraverso visite di condivisione e di sostegno emotivo. Sono state effettuate visite alle famiglie con un medico a supporto sanitario come altresì accompagnamenti in carcere ed ospedale.
Con riferimento alle attività di condivisione all’interno del gruppo ragazzi, i volontari, in attesa di riprendere gli incontri e le attività, hanno organizzato una partita di calcetto riscuotendo il consueto successo.
Continua altresì la collaborazione con l’associazione LVIA in merito all’inserimento lavorativo di alcuni giovani, attraverso lo strumento della borsa lavoro. Sono stati scelti due ragazzi, che a breve dovrebbero iniziare l’attività di formazione per l’apprendimento di un mestiere. Tale intervento si inserisce all’interno di un progetto più ampio sui singoli (giovani, donne e uomini delle famiglie coinvolte nelle vendette di sangue) che i volontari presenti cercano di attuare a sostegno dei processi di riconciliazione.

VOLONTARI

Questo mese c'è stato un grande ricambio di volontari. Giulia è partita per il periodo di stacco: le auguriamo di godersi il meritatissimo riposo. Le ha dato il cambio Marcello, tornato a Scutari all’inizio di ottobre, dopo un periodo in Italia.
Un grazie sincero va a Fabrizio, referente dall’Italia, che ci ha raggiunto per una settimana, e a Sokol  B. e Francesca K., che collaborano sempre con grande professionalità e dedizione. Grazie anche a Irene S., che ci aiuta sempre nelle iniziative collaterali del progetto.   
Ringraziamo Ettore – alla sua seconda esperienza in Albania – e Maria Elena, che si sono fermati per un mese, contribuendo con entusiasmo e creatività alle attività del progetto. Un grazie anche a Susanna, che resterà a Scutari fino alla fine di dicembre. Si sono uniti a noi anche Sara, Elena e Carlo Maria.