Ottobre 2014

SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di ottobre si sono registrati tre casi di hakmarrje a Tropoja, vicino a Tirana e a Koplik (città della Malesia e Madhe). I conflitti, originati rispettivamente da motivi di proprietà, offesa personale e mancato pagamento di uno stipendio, hanno portato all’uccisione di un uomo di 60 anni e di un altro di 54, e al ferimento di un giovane durante una rissa in un locale.

In particolare, nel primo caso, avvenuto il giorno del Bajram (4 ottobre) nel villaggio Hoxhaj di Kovaç, nella regione montuosa di Tropoja, causa del conflitto era la proprietà di un castagneto in area boschiva. Un uomo di 77 anni ha ferito gravemente con un’arma da fuoco un 60enne che, successivamente, ha perso la vita all’ospedale di Bajram Curri (capoluogo della regione).
In autunno, nelle regioni montuose, molte famiglie basano la propria sopravvivenza sulla raccolta e la vendita di castagne – il che dimostra quanto il possesso di tali appezzamenti di terra sia rilevante. In generale, la proprietà resta tra le principali questioni per cui scaturisce un conflitto tra famiglie in Albania.
Inoltre, in merito a un altro caso di hakmarrje avvenuto nel mese di luglio a Guri i Zi, non lontano da Scutari, vi è stata un’evoluzione della vicenda: il colpevole dell’omicidio è stato condannato a 23 anni di reclusione.

Nei media si continua a parlare di gjakmarrje: il 31 ottobre è andato in onda un servizio televisivo su una famiglia ngujuar – in auto reclusione – residente nel villaggio di Papaj, regione di Tropoja, nella trasmissione Fiks fare, un programma molto seguito a livello nazionale. Obiettivo del servizio era la denuncia di casi drammatici di auto reclusione, ma anche una richiesta di aiuto per la famiglia intervistata, che vive in una situazione di grave indigenza; grazie all’intervista, infatti, è stata raccolta una cifra di denaro molto elevata che, tuttavia, è divenuta oggetto di scandalo: da altre fonti giornalistiche pare emergere che parte della cifra sia stata versata all’associazione Komiteti të Pajtimit të Gjaqeve (Comitato per la Riconciliazione del Sangue), con cui pare aver collaborato anche l’Avvocato del Popolo.

CONDIVISIONE E LAVORO

A ottobre sono continuate con regolarità le visite alle famiglie, con un’attenzione particolare alle persone che si trovano nella condizione di dover decidere se “riprendere il sangue” ovvero se vendicarsi. Siamo preoccupati rispetto alla possibilità che queste famiglie decidano di vendicarsi ed è per questo che, nelle ultime visite effettuate, stiamo cercando di essere ancora più chiari e diretti per evitare che decidano di uccidere. In particolare, con un ragazzo uscito di carcere, il cui fis (clan familiare) dovrebbe emettere vendetta, è stato affrontato il discorso di un cambiamento possibile. Abbiamo espresso la nostra preoccupazione per il suo futuro dicendogli che è un ragazzo giovane, che deve costruirsi un futuro, sposarsi, crearsi una famiglia e vivere serenamente. Proprio per questo, per lui che sa cosa significa soffrire, per il rispetto della sua famiglia, noi vogliamo che pensino alla riconciliazione e a costruire la pace insieme.
Invece, ad un ragazzo che dovrebbe emettere vendetta, che frequentiamo da qualche mese, abbiamo lasciato la bandana della Marcia per la Pace contro le vendette di sangue, un chiaro segnale del nostro impegno per la riconciliazione. L’abbiamo salutato con la speranza di avergli aperto uno spazio di riflessione.
Presso un’altra famiglia, che aspetta la vendetta, abbiamo ottenuto alcune informazioni riguardanti il clan familiare: ci sono degli uomini all'interno del fis che non vogliono perdonare. Sono elementi importanti che ci permettono di indirizzare il nostro lavoro anche verso altri soggetti.   
Nello specifico, durante questo mese è stato fornito supporto sanitario, tramite accompagnamenti, a qualche componente delle famiglie che seguiamo e un accompagnamento in carcere.  

All’inizio di ottobre un gruppo di volontari si è recato a Tropoja per visitare e vivere la condivisione con le famiglie della zona. Abbiamo incontrato le donne di Raja che hanno partecipato alle attività del “Gruppo Donne” che abbiamo organizzato durante il campo estivo: è stato molto bello rivedersi dopo l’estate, parlare di ciò che abbiamo fatto, del corso sul perdono tenuto da padre Gianfranco Testa e pensare insieme al percorso che ci piacerebbe fare nei prossimi mesi. In quei giorni abbiamo colto l’occasione anche per continuare la consegna, iniziata all'inizio del mese, della documentazione prodotta a seguito della marcia e le firme raccolte anche alle Istituzioni locali della regione di Tropoja. Prima di fare ritorno a Scutari, ci siamo recati in Kossovo per preparare un viaggio di studio, che abbiamo programmato con i giovani del “gruppo ragazzi” e per incontrare don Lush Gjergj, con il quale abbiamo avuto uno scambio proficuo e fraterno.
Il 12 ottobre 2014 si è svolta come ogni mese la manifestazione contro le vendette di sangue, per un futuro basato sulla nonviolenza e sulla riconciliazione. I volontari di Operazione Colomba insieme ad alcuni ragazzi sotto vendetta, che hanno deciso di partecipare alla manifestazione, hanno distribuito circa 500 volantini. Il messaggio del volantino era: “Sciogli la matassa del tuo passato, legandoti al perdono”. Il gesto proposto agli Albanesi è stato quello di ritagliare un braccialetto come simbolo dell’impegno per il perdono e la riconciliazione. Vi erano braccialetti con la scritta pajtimi (riconciliazione) e altri con la scritta falje (perdono). Il messaggio contenuto in un altro cartellone era: “Non si può dimenticare il passato, ma tu puoi agire affinché questo non ti faccia più male”. C’è stata molta partecipazione e i ragazzi sotto vendetta hanno avuto modo di interagire e confrontarsi con i passanti.  

Le attività con il “Gruppo Ragazzi” sono proseguite in linea con il progetto iniziato il mese precedente: la realizzazione di un cortometraggio sul tema della vendetta e della riconciliazione. Nel corso del mese si sono svolti quattro incontri del “Gruppo Ragazzi”. Il primo è stato una partita di calcetto, alla quale ha partecipato anche un ragazzo che si è riconciliato. Al secondo e terzo incontro, dopo aver scritto e definito la sceneggiatura della storia che i giovani avevano elaborato durante gli incontri di settembre, abbiamo iniziato le riprese. Alla realizzazione di alcune scene hanno partecipato anche tre persone che già collaborano con noi nel progetto in Albania. I ragazzi hanno manifestato subito un grande entusiasmo. Partecipano a questa attività non solo come attori, ma anche come tecnici dietro le quinte, occupandosi delle luci, della scenografia, dei costumi e delle riprese.
Con i ragazzi è stato organizzato anche un incontro con Fabrizio Bettini, Jovan Z. e Sokol B.. È stata loro raccontata l’esperienza di Operazione Colomba in Kossovo. Sia Jovan che Sokol hanno portato la loro testimonianza, concentrandosi in particolare sul loro rapporto personale che li ha trasformati negli anni da nemici ad amici. Hanno ribadito più volte l’importanza di conoscere l’altro per poter superare i numerosi pregiudizi che ogni giorno ci portiamo dentro.
In occasione dell’inizio dell’anno accademico universitario, i volontari di Operazione Colomba hanno ripreso i contatti con le ragazze ospiti del Convitto per studentesse delle Suore di Ravasco; tre volontarie hanno presentato le attività del progetto in Albania e offerto una testimonianza personale sulla scelta della nonviolenza. Obiettivo dell’incontro era il coinvolgimento delle studentesse nelle attività di sensibilizzazione di Operazione Colomba, con la finalità più ampia di formare persone in loco che in futuro possano perseguire autonomamente il percorso della riconciliazione nel Paese.
Infine, quanto al lavoro con le Istituzioni, è terminata la consegna dei documenti relativi ai risultati ottenuti dalla Marcia della Pace in Albania svolta a giugno, con la consegna alle alte cariche dello Stato, alle organizzazioni internazionali, enti religiosi locali e autorità locali.

VOLONTARI

Nei primi giorni del mese Anna, Federica ed Elena hanno preso qualche giorno di vacanza. In occasione della Consacrazione di Marcello, volontario di lungo periodo, sono venuti a trovarci per circa una settimana Fabrizio e Giulia, coordinatori dall'Italia del progetto. Hanno fatto una breve visita anche Giovanni Paolo Ramonda, Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, e Antonio De Filippis, Responsabile di Operazione Colomba.
Domenica 26 ottobre, grazie alla festa di Consacrazione di Marcello, nove famiglie che seguiamo nell’area di Scutari hanno partecipato al buffet in casa di Operazione Colomba. È stato un pomeriggio intenso di emozioni e relazioni. A Marcello vanno le nostre congratulazioni per questo importante passo che è stato condiviso, oltre che con le famiglie che seguiamo, con tutti i membri della Comunità Papa Giovanni XXIII in Albania.