Dicembre 2014

SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di dicembre si sono registrati tre casi di hakmarrje: a Scutari, per futili motivi, e nella periferia di Tirana, per motivi passionali. Rilevante è anche il caso avvenuto in Malësinë e Madhe per motivi di proprietà, in cui sono rimaste ferite cinque persone, di cui una donna. Si sono verificati anche alcuni casi di gjakmarrja: un uomo di 37 anni è stato ucciso in centro a Tirana per aver testimoniato nel processo giudiziario contro un suo rivale, membro di una banda criminale, accusato di tentato omicidio.

Ha suscitato molto scalpore un caso avvenuto il 17 dicembre nella periferia di Tirana, dove è stato ucciso un uomo di 50 anni da una persona non identificata, dietro pagamento. I motivi di questo omicidio sembrerebbero collegati a due omicidi avvenuti in precedenza: la vittima aveva un legame d’amicizia con un uomo ucciso nel 2004 ed entrambi erano in conflitto con un altro uomo ucciso nel 2005, per il cui omicidio era stato indagato il cinquantenne pur non essendo mai stata formalizzata un’accusa per mancanza di prove.
Ci sono inoltre alcuni aggiornamenti sul fronte della giustizia statale: per il caso della signora uccisa nel febbraio del 2013 dalle nuore, con l’olio bollente nelle orecchie, è stato condannato il figlio della vittima a 35 anni di carcere, per aver ucciso il fratello di sua moglie, una delle responsabili dell’omicidio della signora. Per quanto riguarda il caso di gjakmarrja scoppiato a Mamurras nel 2012, che ha visto accidentalmente coinvolto anche il piccolo Endri (9 anni), nel corso di questo mese il procuratore ha richiesto l’ergastolo per i due fratelli che hanno ucciso Endri e ferito suo zio; sono stati richiesti anche 25 anni di carcere per il padre e lo zio della piccola vittima per averne vendicato la morte uccidendo un ragazzo e ferendone un altro, entrambi membri della famiglia dell’assassino.
Secondo il quotidiano Mapo il numero di omicidi per gjakmarrie si sarebbe abbassato del 25%, i suicidi per causa di vendetta sono diminuiti del 50%, mentre i feriti sarebbero il 41% in meno. I bambini reclusi da 900 del 2012 sarebbero arrivati a 159 nel 2014. Questi dati sono stati forniti dal Comitato di Riconciliazione Internazionale, analizzando il lavoro dei missionari per la Riconciliazione di quest’anno. Di particolare interesse è il fatto che lo scopo di questo Comitato sia la rimozione del concetto di vendette di sangue dal Codice Penale. Notevole l’attenzione che è stata dimostrata al fenomeno dalla stampa internazionale. Infatti Al Jazeera ha realizzato un reportage in proposito, nello specifico di una famiglia reclusa per un omicidio avvenuto 22 anni prima. Tale famiglia accusa lo Stato albanese di non aver tutelato i loro diritti.

CONDIVISIONE E LAVORO

I volontari di Operazione Colomba, nel mese di dicembre, hanno continuato a visitare le famiglie per abbassare il livello di tensione e per creare spazi di ascolto attivo, fondamentale per affrontare il percorso di superamento del dolore e della rabbia.
Sono proseguite le visite con le famiglie riconfermando un’attenzione particolare alle persone che si trovano nella condizione di dover decidere se vendicare o meno – letteralmente “riprendere il sangue”. In particolare, con una famiglia da poco conosciuta i volontari di Operazione Colomba stanno ottenendo buoni risultati: dopo tre visite i membri della famiglia hanno chiamato i volontari per invitarli nuovamente a casa loro, dimostrando così che si stanno aprendo spazi di relazione.
All’inizio del mese una famiglia che seguiamo ormai da tre anni ha deciso di emigrare in Germania, sia per le precarie condizioni economiche, sia per la pressione sociale che il capofamiglia subiva   per “riprendere il sangue”.
All’inizio del mese un gruppo di volontari si è recato a Tropoja per visitare e vivere la condivisione con le famiglie della zona. Con le famiglie si sta creando una buona e intensa relazione di fiducia, volta a creare spazi di riconciliazione e come base per avviare un percorso di superamento della rabbia e del dolore.
Il 5 dicembre si è festeggiato San Nicola (Shen Kol), ricorrenza molto sentita tra le famiglie cattoliche che seguiamo, dalle quali siamo stati invitati a casa. È stato motivo per condividere una festa importante con persone vittime del fenomeno delle vendette di sangue, un altro modo per ricordare loro la nostra vicinanza. I volontari hanno approfittato del Natale e del Capodanno per fare gli auguri alle famiglie che frequentano abitualmente. Inoltre, è stata invitata a cena una famiglia ora in autoreclusione, che difficilmente trascorre momenti di svago.
Il 12 dicembre, come ogni mese, si è svolta la Manifestazione contro il fenomeno delle vendette di sangue. Questo mese, in occasione della fine dell’anno, i volontari hanno utilizzato il tema dell’arrivo dell’anno nuovo. L’idea era quella di ripercorrere il percorso fatto nel 2014, attraverso gli slogan delle manifestazioni precedenti; forti dei risultati raggiunti – la marcia per la riconciliazione, aver seminato la cultura della pace – abbiamo guardato al 2015 come a un anno nuovo, senza la “vendetta di sangue”, nell’ottica futura del pajtimi (riconciliazione) nazionale.
Lo slogan della Manifestazione era “Tash është momenti, jep një ndryshim në Shqiperimë tonë. Një vit i ri: ndërtojmë sëbashku pajtimin kombëtar”, cioè “Ora è il momento, porta un cambiamento nella tua Albania. Un anno nuovo: costruiamo insieme la riconciliazione nazionale”. Grazie alla partecipazione di alcuni ragazzi provenienti dalle famiglie in vendetta che frequentiamo, e al gruppo delle studentesse del Convitto delle Suore di Ravasco, abbiamo distribuito circa 500 volantini e coinvolto 120 persone nella realizzazione del gesto simbolico. L’attiva collaborazione di questi ragazzi e ragazze ha fatto fare alla Manifestazione di Operazione Colomba un salto di qualità. Ai cittadini che hanno partecipato abbiamo proposto il gesto simbolico di aprire una finestrella su un cartellone e leggere una delle frasi utilizzate nelle scorse Manifestazioni. Una volta letta la frase, abbiamo donato ai partecipanti una piccola pergamena contenente una frase di don Lush Gjergj: “Ju do të besoni në vleren e pajtimit, Ju do të besoni në vleren e jetes, Ju do të besoni ne mundësi që ju keni për të qenë protagonist për mirë”; “Credete nel valore della riconciliazione, credete nel valore della vita, credete nel mezzo che avete per essere protagonisti per il bene”.
A metà mese i volontari di Operazione Colomba e alcune donne albanesi, coinvolte nelle nostre attività del gruppo donne, si sono recati in visita a Lezha e hanno trascorso una giornata insieme. Si è incontrato prima il vescovo di Lezha, con cui ci si è confrontati sul proprio ruolo e l’impegno personale in famiglia, e successivamente il gruppo ha partecipato alla Messa domenicale. Dopo una visita alla città si è pranzato tutti insieme godendo della bella giornata. A seguito delle altre attività proposte alle donne, anche questa giornata si inserisce all’interno di un percorso volto alla creazione di spazi di confronto e rielaborazione del dolore.
Come ogni mese sono stati organizzati gli incontri con il Gruppo ragazzi: dopo il viaggio in Kossovo, il gruppo si è rafforzato e unito, pertanto si sono pensate assieme nuove attività e obiettivi per il nuovo anno; tra queste, il 26 dicembre i volontari e i ragazzi hanno deciso di partecipare alla cena di Condivisione organizzata dalla Capanna di Betlemme, realtà della Comunità Papa Giovanni XXIII che, a Tirana, accoglie persone senza fissa dimora.
I ragazzi si sono messi a disposizione nel servizio per la distribuzione delle pietanze e, inoltre, due ragazzi hanno presentato uno spettacolo sull’importanza della vita, del rispetto e della speranza, come motore positivo per lo sviluppo della società civile.

Continuano gli incontri da parte dei volontari di Operazione Colomba con alcune personalità fondamentali per una migliore incisività del nostro lavoro. In quest’ottica il 16 dicembre abbiamo incontrato il Nunzio Apostolico a Tirana per la consegna del materiale prodotto a seguito della Marcia della Pace dello scorso giugno 2014, nonché il nostro dossier aggiornato sul fenomeno delle “vendette di sangue”. Monsignor Moliner Inglés apprezza e supporta il nostro lavoro di intervento nell’ambito delle vendette di sangue, e ha offerto la sua disponibilità per future collaborazioni.
Continuano le attività di monitoraggio del fenomeno delle vendette di sangue attraverso la lettura dei quotidiani e la selezione degli articoli che riguardano il fenomeno delle vendette di sangue.

VOLONTARI

Questo mese è arrivato Elia C., volontario di breve periodo, che rimarrà per tre mesi; è invece ritornata in Italia dopo tre mesi di duro lavoro, per il mese di stacco, Sara I., volontaria di lungo periodo. Giulia Z., coordinatrice del progetto dall'Italia, è venuta a darci una mano per una settimana. Inoltre, sarà presente nel progetto per una decina di giorni, Francesca R., volontaria di breve periodo, ormai alla sua quinta volta in Albania. Tra i volontari di questo mese vanno ringraziate anche le studentesse del Convitto delle Suore di Ravasco e i ragazzi del “Gruppo Giovani”, che hanno collaborato attivamente alla riuscita delle nostre attività. Un ringraziamento speciale va a Sokol B., mediatore culturale e fondamentale interprete della cultura albanese.