Maggio 2016

SITUAZIONE ATTUALE

Nel mese di maggio si sono consumati due casi di vendetta legati ad una delle principali cause di conflitto in Albania: l’onore leso. Una 17enne si è suicidata dopo il fidanzamento combinato con un 50enne. L’atto ha spinto il fratello della giovane ad affrontare il promesso sposo. Lo scontro si è concluso con il ferimento del fratello della ragazza.

In Italia, invece, la cronaca ha descritto il caso di Petrit Nikolli, uomo di origine albanese ucciso da familiari del marito di sua nipote, anch'essi di origine albanese. L'uomo, a detta degli assassini, ha aiutato la nipote ad allontanarsi dal coniuge a seguito di abusi subiti da quest’ultimo. La famiglia degli assassini ha ritenuto che questo allontanamento ferisse il loro onore tanto da spingerli ad un gesto così efferato e assurdo. In proposito, Operazione Colomba è stata intervistata sul fenomeno della vendetta e ha partecipato alla manifestazione in ricordo della vittima. Inoltre, menzioniamo la scelta contro corrente di una famiglia di Tirana che, caduta “in sangue” da anni, ha preso le distanze dalla giustizia sommaria, decidendo di affidarsi pubblicamente a quella statale.

CONDIVISIONE, LAVORO e NOVITA' SUI VOLONTARI

Maggio è stato un mese impegnativo, ma ricco di incontri che danno senso e speranza per un domani di pace e riconciliazione in Albania. L’attività principale è stata l’Evento 2016 ““Të lidhim besën për… pajtim!” (La Riconciliazione si realizza insieme!). Giovedì 19 si è svolto un incontro pubblico in pedonale a Scutari dal tema: “L’eroe vero è colui che perdona”. Padre Gianfranco Testa (fondatore dell’Università del Perdono), Loreta Tomaj (psicologa e insegnante) e Tonin Çobani (scrittore e studioso del Kanun) hanno dialogato sul tema del perdono. “Non sempre è possibile scegliere la riconciliazione, ma il perdono sì. La riconciliazione mi pone in relazione all’altro, il perdono in relazione a me stesso” ha ricordato L. Tomaj – una riflessione significativa nel contesto culturale albanese. Padre Testa ha anche lanciato un appello, chiedendo alle Istituzioni giustizia per la morte di Marje Qukaj, ragazza 17enne uccisa nel 2012 per vendetta di sangue.
In serata si è proiettato il film “La faida” presso il Centro Giovanile ARKA. Sindi Laçej, la coprotagonista presente al dibattito, ha spiegato: “per girare il film, insieme al regista siamo andati a conoscere alcune famiglie in vendetta. Ho incontrato una ragazza della mia età. Lei mi ha raccontato la sua storia, il suo dolore, i suoi sogni. Quando poi abbiamo iniziato a girare il film ho voluto recitare pensando a lei, cercando di far sentire con la mia voce, la sua voce”.
Venerdì 20 si è svolta presso l’Università di Scutari una tavola rotonda con i rappresentanti dell’Avvocato del Popolo, le Istituzioni locali e le Associazioni. E' stato presentato un documento per studiare insieme un’azione concreta di lotta e prevenzione al fenomeno delle vendette di sangue.
Infine, sabato 21 è stato inaugurato, in una zona centrale della città, il primo luogo in tutta l’Albania dedicato alle vittime di vendetta e di vendetta di sangue. Un murales raffigurante i cinque eroi delle lotte partigiane, uno dei quali lascia la pistola a terra e tende la mano in segno di incontro e perdono, è stato accompagnato dalla scritta “L’eroe vero è colui che perdona”.
In questo mese purtroppo è mancato Monsignor Lucjan Avgustini, Vescovo della Diocesi di Sapa che, nell’area di Tropoja, sosteneva Operazione Colomba nella costruzione di percorsi di riconciliazione tra le famiglie in conflitto. Speriamo che i suoi semi di riconciliazione portino frutti di pace e perdono.
A maggio la presenza nel progetto di Antonio De Filippis è stata davvero rigenerante. Mentre da poco sono partiti Paolo e Mirjona che, dopo un anno di Servizio Civile, fanno già sentire la loro mancanza.

Lavoro con la società civile

 

Abbiamo consolidato la collaborazione con l’associazione “Zyra per djem dhe burra” (Ufficio per ragazzi e uomini), che offre sostegno psicologico a uomini e bambini che spesso sono lasciati soli ad affrontare i traumi derivanti dalla loro situazione di conflitto. A fine mese abbiamo inoltre svolto un incontro di sensibilizzazione in un liceo di Korça (Sud Albania) dove, anche se il fenomeno della vendetta di sangue non è molto radicato, abbiamo ricordato ai ragazzi l’importanza di creare insieme una mentalità che riscopra il valore della vita.