Aprile 2017

SITUAZIONE ATTUALE

Questo mese a Valona in un locale, un ragazzo di 19 anni ha ucciso con un’arma da fuoco un uomo di 33 anni e ha ferito altre tre persone. Da una serie di indagini si presume che il conflitto sia scoppiato a causa di motivi futili. Il litigio sarebbe iniziato quando il 19enne, in stato di ebrezza, ha detto al cliente, seduto a fianco al suo tavolino, ‘perché mi fissi?’. La polizia non esclude però nemmeno l’ipotesi di vendetta di sangue, legando il conflitto ad un omicidio avvenuto nel 2000.


CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Dopo la presentazione del libro sul tema del perdono e della riconciliazione di Padre Testa, avvenuta a marzo, questo mese ci siamo premurati di consegnare alcune copie del testo ai Padri Giuseppini di Fier, in modo che lo distribuissero nelle scuole. Il viaggio ci ha permesso di incontrare i giovani che l’anno scorso hanno partecipato al campo estivo di Tropoja.
Questo mese siamo stati impegnati nell’organizzazione di diverse attività con i giovani. Abbiamo accompagnato il gruppo di ragazzi in vendetta ad un allenamento di rugby con la squadra nazionale di Tirana. Il contatto con questa nuova realtà ha permesso loro di unire il gruppo e di incanalare in modo costruttivo i loro vissuti emotivi. Inoltre, abbiamo organizzato un pomeriggio ludico-ricreativo con i pre-adolescenti delle famiglie in vendetta che seguiamo. Si è anche giocata una partita di calcetto che ha coinvolto noi, i ragazzi in vendetta e alcuni ragazzi delle case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Ad aprile sono state realizzate numerose visite alle famiglie in vendetta sia a Scutari che a Tropoja. Alcune visite ci hanno permesso di portare avanti il lavoro di mediazione destinato al raggiungimento di una riconciliazione tra le parti. Si sono infatti aperti spazi di dialogo insperati. Una signora che ha perso la figlia per vendetta ha detto che si sentirebbe pronta a perdonare la famiglia che ha causato il lutto. Inoltre, con il nostro aiuto, è stata ultimata una lettera di scuse da parte di una famiglia coinvolta in un omicidio che al più presto sarà consegnata alla famiglia della vittima. Abbiamo poi conosciuto una vedova che, con un grande spirito di pace, sta riuscendo a contenere le possibili istanze di vendetta della sua famiglia. Durante una visita, la signora ci ha infatti detto che “chi uccide, perde la sua anima”.
Aprile ci ha offerto, infine, l’occasione di riallacciare i rapporti con la famiglia di un uomo autorecluso da 16 anni a causa di un omicidio commesso da un suo parente e di condividere il dolore di una madre che un anno fa ha perso la figlia.
Le attività sono state portate avanti da Sara, Mirjona, Giulia, Gaia, Alberto, Giorgia, Daniele ed Elena, una nuova volontaria. Ringraziamo di cuore Mirjona, Gaia e Daniele per il preziosissimo lavoro svolto in questi mesi e auguriamo loro un buon rientro in Italia. Un grazie anche ai caschi bianchi della Comunità Papa Giovanni XXIII che hanno sostenuto le nostre attività con i giovani.

RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI E LAVORO IN RETE

Anche questo mese è proseguita la collaborazione con la direttrice dei Servizi Sociali di Scutari e con la delegazione della Commissione Generale per i Rifugiati e Apolidi del Belgio.