Luglio 2017

SITUAZIONE ATTUALE

I mesi estivi sono un periodo in cui le vendette di sangue e gli omicidi aumentano: la siccità è spesso causa di diatribe sulla proprietà e sull’utilizzo di fonti idriche. Anche i campi da irrigare possono diventare teatro di faide. È ciò che è successo in un villaggio vicino a Scutari, dove due vicini hanno discusso animatamente per l’utilizzo di un canale d’acqua, fino a che uno dei due ha colpito mortalmente al petto l’altro con un kalashnikov.


Questo mese anche i media italiani si sono occupati del fenomeno della vendetta di sangue, in occasione della pubblicazione di una sentenza della Corte d’appello di Ancona. Ribaltando l’esito del primo grado di giudizio, i giudici hanno concesso la protezione internazionale a un cittadino albanese che si era macchiato del reato di omicidio nel nostro Paese. Costui ha scontato la condanna in carcere e rischiava, infatti, di essere rimpatriato in Albania, dove l’avrebbe atteso una probabile vendetta da parte della famiglia avversaria.  

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Questo mese abbiamo intensificato i viaggi nella regione montuosa di Tropoja per dedicarci alle visite alle famiglie e per svolgere le attività del campo estivo con le donne e i ragazzi di diversi villaggi della regione. La scelta di proporre ai ragazzi giochi specifici ha avuto l’obiettivo di rafforzare la cooperazione e la collaborazione tra di loro. I laboratori con un gruppo di donne del luogo sono stati svolti in collaborazione con la fondazione “Mary Ward Loreto” che lo segue da un paio d’anni. Le attività sono state pensate per definire forme alternative di gestione del conflitto e stimolare l’autoconsapevolezza dei partecipanti. Il primo aspetto è stato sviluppato mediante drammatizzazioni ispirate al teatro dell’oppresso, mentre il secondo attraverso la pratica dello yoga. Le attività svolte sono state un’occasione importante per rafforzare il rapporto di fiducia e il senso di appartenenza alla comunità.
La presenza di Operazione Colomba si sta radicando sempre di più anche nelle realtà associative di Scutari. L’associazione “Ambasciatori di Pace”, che questo mese ha organizzato un campo estivo sulla cittadinanza attiva, ha voluto presentare al gruppo degli adolescenti le attività che i nostri volontari svolgono in zone di conflitto.  
Sono proseguite le visite di monitoraggio alle famiglie in vendetta nell’area di Scutari, così come gli accompagnamenti in carcere ai familiari dei detenuti e in ospedale.
Una visita significativa si è svolta presso una famiglia che deve decidere se vendicare o meno la morte del figlio più giovane. Abbiamo scelto lo strumento comunicativo della lettera, scritta personalmente da un volontario con cui il capofamiglia ha stretto negli anni una relazione di amicizia e stima. Questa è stata l’occasione di riflessione sul tema del perdono inteso non solo come strumento di superamento del dolore, ma anche come prospettiva di speranza e di libertà dall’odio per le generazioni future.
Al progetto si aggiunge un nuovo volontario, Luca, mentre torna in Italia, dopo tre mesi di collaborazione, Elena L., che ringraziamo moltissimo per tutto l’aiuto che ci ha dato.

RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI E LAVORO IN RETE

In collaborazione con i servizi sociali di Scutari, cerchiamo di segnalare all’ufficio competente alcune famiglie rimpatriate dopo il diniego di asilo all’estero, per offrire loro gli strumenti atti a favorire il loro reinserimento attivo nella società.