Ottobre 2017

SITUAZIONE ATTUALE

Spesso si avverte la tendenza a sostenere che gli episodi di “vendetta di sangue” avvengano solo nel nord dell’Albania, ma purtroppo non è così. Il caso di un giovane ragazzo accoltellato questo mese in un locale di Valona lo dimostra. Dopo aver molestato verbalmente una cameriera, il giovane è stato aggredito con un coltello dal proprietario del locale e ora rischia la vita. Tale gesto potrebbe innescare nella famiglia del giovane ferito il desiderio di vendicarsi. Inoltre, ad ottobre si sono verificati casi di vendetta al di fuori del territorio nazionale albanese. Secondo la polizia italiana, il caso del trentanovenne albanese inseguito per strada e colpito da tre pallottole di grosso calibro a Torino, potrebbe essere ricondotto a un regolamento di conti.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Anche questo mese sono continuate le visite alle famiglie in vendetta che ci accolgono sempre con grande calore ed estrema ospitalità. Questi momenti di incontro si possono trasformare in veri e propri momenti di “sfogo”, come è successo quando siamo andati a trovare Vjollca.
Insieme a lei abbiamo respirato l’aria pesante e la rabbia perché da molto tempo non rivede la figlia, che vive in un convitto lontano da casa e non è potuta rientrare per la festa della famiglia (ogni clan familiare ha un proprio Santo protettore che viene festeggiato una volta all’anno).
Nei momenti di festa, purtroppo, la lontananza delle persone care si sente maggiormente.
Siamo stati presenti e in ascolto anche del dolore di una madre che porta dentro di sé la morte di una figlia e fatica a vedere le capacità e le qualità delle persone rimaste attorno a lei.
Spesso il dolore, la sofferenza e la solitudine sono le emozioni che viviamo con le famiglie in vendetta, ma non mancano anche i momenti di gioia che ridanno energia a queste ultime e, di riflesso, anche a noi.
Questo mese abbiamo, infatti, avuto il piacere di condividere la gioia di una coppia di nonni che gioca amorevolmente con la loro nipotina: quella bambina non farà mai dimenticare la morte del loro figlio, ma riempie i loro cuori d’amore e di sogni per il futuro.
Anche questo mese abbiamo accompagnato una giovane mamma con la figlia, che ancora non ha un anno, in carcere a trovare il marito, recluso per motivi di vendetta.
Sono, inoltre, riprese le attività con il Gruppo Ragazzi: insieme al contributo di un clown, abbiamo organizzato una serata conviviale e formativa a Casa Colomba. La formazione di clownerie è servita per realizzare un’attività ludico-ricreativa con i bambini delle famiglie in vendetta e per trascorrere con loro un pomeriggio di risate e scherzi.

RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI E LAVORO IN RETE

Siamo stati contattati dai servizi sociali di Scutari, che ci hanno segnalato il caso di una famiglia sotto vendetta, richiedendoci una collaborazione per andarla a trovare. La visita ha avuto anche lo scopo di aiutare i servizi sociali ad apprendere da noi come agire in situazioni così delicate.
Sempre tramite i servizi sociali, abbiamo incontrato il referente locale della ONG “Terre des Hommes”, che ci ha informato dei progetti di sostegno destinati alle famiglie a cui è stata respinta la domanda di protezione internazionale all’estero. Insieme abbiamo cercato di indirizzare questi aiuti economici alle famiglie che ne hanno bisogno, senza creare tuttavia false illusioni sulla possibilità di ottenerli.
Il lavoro in rete con i servizi sociali non sempre è stato semplice per via della diversa modalità di approccio alle situazioni di vendetta.