Dicembre 2017

SITUAZIONE ATTUALE

A dicembre sono purtroppo accaduti diversi fatti legati al fenomeno della “vendetta di sangue”.
Nei dintorni di Bulqizë, nord d’Albania, si sono verificati due tentativi di omicidio commessi rispettivamente da due famiglie in vendetta dal 2009, a seguito dell’uccisione di un ventottenne.
Un altro tentativo di omicidio è avvenuto a Elbasan, nel centro dell’Albania: l’obiettivo era un esponente di una famiglia in vendetta di sangue dal 2005. Questo conflitto ha portato finora all’assassinio di otto persone, coinvolgendo anche rami delle famiglie residenti a Torino.
Infine, un uomo è stato ucciso nella periferia di Scutari per motivi probabilmente legati al traffico di droga. Abbiamo appreso che sulla famiglia dell’assassino pendeva già una vendetta di sangue ed ora si teme l’apertura di una seconda faida.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Da tradizione, dicembre è un mese in cui le famiglie aprono le porte delle loro case per condividere con noi momenti di festa. In queste occasioni, piccoli gesti o frasi rivelano la profondità del rapporto maturato tra noi e le famiglie.
S., ad esempio, durante la cena per San Nicola, ci ha detto emozionandosi: “Voi mi volete più bene di quanto io meriti e per questo sono e sarò sempre in debito con voi”. Per noi, le persone in vendetta di sangue, nonostante il dolore e l’isolamento sociale, hanno diritto a sentirsi amate e a vivere momenti di serenità condivisa.
Pochi giorni dopo la festa di San Nicola, anche la cattedrale di Scutari ci ha aperto le sue porte. Le donne delle famiglie in vendetta di sangue hanno assistito alla benedizione delle loro icone realizzate a novembre. “Queste icone non sono solo immagini ma rappresentano anche un simbolo di speranza per chi vive situazioni difficili”, ha ricordato Don Vlash ai fedeli presenti.
Anche durante le visite di Natale ci siamo sentiti accolti come fossimo parte delle famiglie.
“Le porte di casa mia saranno sempre aperte per voi”, ci dice infatti G., una signora la cui famiglia è in vendetta a causa dell’omicidio commesso anni fa dal figlio.
Recandoci poi in visita da M., abbiamo trovato lui e la sua famiglia impegnati ad organizzare nel loro campo un presepe vivente con i ragazzi del catechismo. Il fatto che in quel luogo abbia perso la vita uno dei suoi figli, a causa di una vendetta di sangue, testimonia che la rabbia e il dolore si possono superare anche vestendo di significati nuovi e positivi luoghi fin lì associati solo a ricordi dolorosi. Proprio da questa famiglia abbiamo ricevuto un bellissimo messaggio di auguri: “Buon Natale a tutti voi che fate l’impossibile per avere la pace in ogni famiglia che incontrate!”.
A fine mese, siamo tornati per qualche giorno a Tropoja. Nonostante la lunga assenza, siamo stati ben accolti dalle famiglie grazie anche al lavoro svolto in passato dai precedenti volontari. Tra questi, un ringraziamento particolare va a Daniele e Giulia per il prezioso lavoro svolto negli ultimi tre mesi, con la speranza di rivederli presto in Albania.

RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI E LAVORO IN RETE

A dicembre abbiamo presentato il nostro lavoro in Albania all’Ambasciatore italiano a Tirana e alla sua Primo Segretario, che ringraziamo per l’interesse dimostrato e la disponibilità a sostenerci nella nostra attività di contrasto al fenomeno della vendetta di sangue.
Infine, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, abbiamo organizzato una manifestazione a Scutari per ricordare alla cittadinanza che il fenomeno delle vendette di sangue viola i diritti fondamentali dell’uomo.