Gennaio 2018

SITUAZIONE ATTUALE

L’8 gennaio, in Svizzera, un uomo ha ucciso sua moglie e la sorella di lei, a seguito di un litigio.
Da Lezha, nord d’Albania, la famiglia delle due donne afferma di non avere intenzione di vendicarsi, in quanto cresciuti in Europa e sicuri che lo Stato svizzero farà giustizia.
Per Operazione Colomba è interessante poter registrare un caso nel quale si sottolinea la fiducia dei cittadini nella giustizia statale a scapito del ricorso alla vendetta come forma di giustizia privata.
Un caso in particolare ha scosso l’opinione pubblica albanese questo mese: un ragazzo che si professava innamorato di una studentessa albanese, l’ha uccisa e poi si è tolto la vita. Monitoriamo la situazione in quanto la famiglia della ragazza ha impedito ai parenti del ragazzo di partecipare al funerale della giovane e questo comportamento può provocare lo scoppio della vendetta di sangue.
Un’altra circostanza simile si è verificata alla fine del mese di gennaio.  Un uomo di 42 anni ha ucciso la moglie di 44 e, al funerale di quest’ultima, la famiglia della vittima non ha accettato la presenza dei parenti del marito.


CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

L’anno nuovo ha portato aria di novità anche a Scutari. I volontari hanno ripreso, dopo molto tempo, le attività bisettimanali con il gruppo di ragazzi in vendetta che Operazione Colomba segue da anni.  
Il gruppo ragazzi è uno dei momenti che sta più a cuore ai volontari perché chi oggi ha 20 anni, un domani sarà padre, marito, cittadino attivo di uno Stato che può crescere e cambiare solo se investe sui giovani di oggi. Il gruppo si è ampliato e vi sono stati inclusi nuovi ragazzi in vendetta.
Per rompere il ghiaccio e favorire l’inserimento dei nuovi membri del gruppo, è stata organizzata una partita di calcetto, decisamente apprezzata sia dai giovani che dai volontari. Il calcetto è stato fondamentale per riprendere confidenza e organizzare, a distanza di due settimane, un incontro in cui i membri che seguono da più tempo il gruppo hanno raccontato ai nuovi le attività realizzate in questi anni. Durante l’incontro Albi, un volontario albanese, ha detto ai ragazzi “quando si discute non vince chi usa la violenza, ma vince chi abbassa lo sguardo e resta umile”. Questa frase ha colpito i giovani, tanto che uno di loro gli ha risposto “ti ammiro per quello che hai detto, anche se non è sempre facile”.
Il sabato successivo, per non deludere i più piccoli, i volontari hanno organizzato una partita a calcetto per gli under 14 che appartengono a famiglie colpite dalla vendetta di sangue. I ragazzini si sono divertiti tantissimo, rivelando doti calcistiche superiori a quelle dei volontari.
Nel frattempo è proseguito anche il lavoro con le famiglie in vendetta di sangue.
Nel mese di gennaio abbiamo fatto due accompagnamenti in carcere per garantire alle famiglie la libertà di movimento e la sicurezza nello spostamento.
Dal punto di vista della presenza dei volontari, il mese di gennaio si è riempito di belle e preziose presenze dall’Italia. La prima è stata quella di Ettore, che è tornato dopo qualche anno e ha arricchito di  aneddoti del passato le visite alle famiglie, stupendosi dei cambiamenti positivi che ci sono stati negli ultimi tempi. A lui va un grande GRAZIE. A metà gennaio sono arrivati poi Emanuele e Gemma, che staranno a Scutari per circa due mesi.

RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI E LAVORO IN RETE

Nel mese di gennaio abbiamo avuto un incontro di conoscenza con la direttrice dei Servizi Sociali di Scutari, con la quale si collabora frequentemente per sostenere dal punto di vista socio-economico le famiglie in vendetta di sangue.
A gennaio abbiamo anche incontrato il Vescovo di Scutari a cui ci siamo presentati come volontari che trascorreranno almeno un anno nel progetto di Operazione Colomba. Il Vescovo ci ha accolto e ha sollecitato il nostro intervento in un caso di vendetta di sangue di sua conoscenza. Inoltre, abbiamo fatto visita ai sacerdoti di due villaggi di periferia che ci hanno aiutato a comprendere meglio la situazione di alcune famiglie in vendetta di sangue di quella zona.