Febbraio 2018

SITUAZIONE ATTUALE

Il mese di febbraio si è aperto con una rissa fra i membri di due famiglie di Dibër che sono in conflitto da molti anni. La rissa è scaturita per motivi di proprietà. I due feriti hanno dichiarato di non voler sporgere denuncia perché temono per l’incolumità dei loro figli minorenni.
Ancora una volta Operazione Colomba può constatare come la mancanza di fiducia nelle Istituzioni porti le persone a preferire forme di giustizia privata.
Un interessante editoriale riporta che, secondo il Rapporto sulla criminalità organizzata pubblicato dal Ministero dell’Interno italiano, le organizzazioni criminali albanesi basano il proprio operato sui legami familiari, esportando i principi del Kanun anche all’estero.
Uno dei casi citati nell’articolo è l’omicidio di due fratelli avvenuto a novembre 2016 in provincia di Milano. Durante le indagini, le forze dell’ordine hanno evidenziato come questo duplice omicidio, ed altri conflitti avvenuti in territorio italiano, siano legati alla vendetta prevista dal Kanun.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Nella prima metà di febbraio sono continuate le visite alle famiglie in vendetta, mentre nella seconda i volontari si sono dedicati a diverse attività di monitoraggio e sensibilizzazione.
Inoltre, a metà mese, si sono recati a Peshkopi, nella regione di Dibër, per un viaggio esplorativo; attraverso alcune interviste a diversi testimoni privilegiati, hanno potuto apprendere che, a Dibër, le persone considerano il perdono e la riconciliazione come gesti più onorevoli della vendetta.
Anche questo mese sono stati fatti due accompagnamenti in carcere, di cui uno particolarmente significativo: un uomo è stato riportato dalla casa dei parenti, dove si trovava in permesso premio, al carcere nel quale sta scontando la pena per l’omicidio che, diversi anni fa, ha causato l’inizio di una faida.
Sono proseguiti anche gli incontri del gruppo ragazzi, che hanno visto alternarsi una partita a calcetto e la visione di un documentario su due famiglie in vendetta in Kossovo durante gli anni della Riconciliazione Nazionale (all’inizio degli anni ‘90 la maggior parte delle famiglie albanesi del Kossovo in conflitto/vendetta, si riconciliarono, anche per far fronte comune in vista della guerra contro la parte serba).
Dopo la visione del filmato, i ragazzi concordavano sul fatto che “la Riconciliazione Nazionale in Kossovo è stata possibile solo di fronte ad un nemico comune, che l’Albania non ha”, quindi un volontario li ha fatti riflettere sull’ipotesi che l’odio possa essere considerato un nemico comune contro il quale si può vincere solo se uniti.
Questo mese si è dedicato molto tempo alla famiglia di una donna, colpita da un grave lutto nel 2012. Sia lei che il figlio hanno iniziato un percorso di sostegno psicologico grazie al lavoro che Operazione Colomba porta avanti sul territorio di Scutari, in rete con altre Associazioni.
Un ulteriore piacevole momento di condivisione con questa famiglia è stato il compleanno di questa stessa signora. Per l’occasione i volontari hanno invitato lei e suo figlio per pranzo a casa Colomba.
A metà mese una nuova volontaria, Elona, si è unita al progetto. Le auguriamo di poter vivere profondamente questa avventura, respirando appieno il soffio del perdono e della nonviolenza.

RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI E LAVORO IN RETE

Febbraio è iniziato con l’incontro presso l’Avvocato del Popolo a Tirana. La collaborazione con il difensore civico, già proficua in passato, è fondamentale per costruire una strategia a lungo termine contro le vendette di sangue, che preveda il coinvolgimento delle Istituzioni albanesi.
Venerdì 23 si è svolta sul lungolago di Tirana una manifestazione di sensibilizzazione sul tema della vendetta di sangue. Sono stati consegnati volantini ai passanti, ai quali si chiedeva di realizzare un piccolo gesto simbolico: tra tante tessere, dovevano strapparne da un cartellone una con su scritto una conseguenza negativa della vendetta, scoprendone sotto un’altra con su scritto invece un effetto positivo della riconciliazione (Foto).