Marzo 2018

SITUAZIONE ATTUALE

La facilità con cui in Albania si ricorre alle armi per i motivi più futili ha portato alla morte, a Durazzo, di un ragazzo di 16 anni, reo di aver detto al suo assassino, solo di un anno più grande, “Perché mi guardi?”. In seguito al fatto, la polizia ha sorvegliato per alcuni giorni la casa del diciassettenne, per evitare la vendetta da parte della famiglia della vittima.
Nella regione di Valona, una disputa per la proprietà di un corso d’acqua si è trasformata in orrore. Un uomo, assieme al figlio di 7 anni, è stato aggredito dai cani del suo vicino, nonché cugino, e, in risposta, ha tirato dei sassi per difendersi. Il vicino è allora uscito di casa e ha sparato al cugino, finendolo poi a colpi d’ascia.


CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Durante una visita presso una famiglia, una signora ci ha confidato di essere stanca di vivere in un quartiere in cui i vicini le dicono costantemente che “il sangue non può essere perdonato”. Per questo, si è decisa a vendere la casa, luogo in cui suo figlio ha ucciso suo nipote, per trasferirsi altrove. Questo gesto può abbassare la tensione tra le due famiglie e favorire un percorso di perdono e di riconciliazione.
Siamo tornati, dopo diversi mesi, a visitare una famiglia che tre anni fa ha vissuto una grave tragedia. La signora L. è stata testimone dell’uccisione di suo marito, di suo figlio e di suo nipote, oltre ad essere stata lei stessa ferita. Lei e sua figlia hanno accolto con gioia la visita di chi, come noi, è disponibile ad ascoltare la loro sofferenza e a portare loro parole di conforto.
Nei giorni precedenti la Pasqua, tre famiglie ci hanno chiesto di accompagnarle a trovare i loro parenti detenuti in carcere per reati legati alla vendetta. Sono stati accompagnamenti particolarmente lunghi e faticosi, a causa della lontananza delle carceri e delle lunghe attese all’ingresso. Questi aspetti ci fanno riflettere su come il carattere duro delle carceri albanesi si ripercuota economicamente e psicologicamente anche sulle famiglie dei detenuti.
Il mese di marzo ha visto alcuni cambiamenti all’interno del gruppo dei volontari. A inizio mese abbiamo salutato Emanuele, a cui va un grazie di cuore per il tempo dedicato al progetto, mentre a fine mese, è partita Gemma, alla quale auguriamo di portare con sé lo spirito di Operazione Colomba e di diventare attrice di nonviolenza nella sua quotidianità.

RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI E LAVORO IN RETE

L’intero mese di marzo ha occupato i volontari nella preparazione e nello svolgimento di due conferenze, una a Scutari il 21 e l’altra a Tirana il 27, per presentare un Rapporto triennale sul fenomeno della “vendetta di sangue” al fine di sensibilizzare le Istituzioni albanesi e internazionali. Entrambi gli incontri sono stati soddisfacenti, sebbene l’assenza di delegati della Procura e della Polizia di Scutari al primo evento abbia mostrato come alcune Istituzioni fatichino a collaborare contro il fenomeno. Per contro, la conferenza a Tirana, svoltasi col patrocinio dell’Ambasciata d’Italia e in collaborazione con l’Avvocato del Popolo, Erinda Ballanca, a cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti, ha visto l’importante presenza di Gramoz Ruçi, Presidente del Parlamento albanese, di Edon Qesari, consigliere del Ministro degli Interni, e di Mimi Kodheli, rappresentante della Commissione Esteri del Parlamento.
L’incontro ha registrato, inoltre, un’ampia partecipazione di ambasciate, organizzazioni non governative e giornalisti. A ciascun partecipante è stata consegnata una copia del Rapporto.