Aprile 2018

SITUAZIONE ATTUALE

Il mese di aprile si è purtroppo aperto con un omicidio avvenuto nella periferia di Scutari, in seguito ad una rissa scaturita per futili motivi fra due amici al bar. A metà mese un ragazzo di 28 anni è stato ucciso nel centro di Tirana in pieno giorno, per vendicare un omicidio compiuto dal padre nel 2000. Il caso ha scosso l’opinione pubblica albanese. Operazione Colomba ritiene particolarmente grave questo caso, poiché la vittima chiese asilo in Svezia nel 2014, ma gli fu negato in quanto lo Stato albanese aveva dichiarato di offrire protezione alle persone in pericolo di vita per motivi legati alla vendetta di sangue. Pertanto, i volontari hanno diramato un Comunicato Stampa per sollecitare la reale protezione delle vittime di questa pratica da parte delle Istituzioni. A fine mese, durante una rapina, due ragazzi hanno ucciso un uomo e ferito gravemente la moglie. I famigliari della vittima hanno dichiarato che, se non ci sarà giustizia statale, si faranno giustizia da soli. A causa di queste dichiarazioni, la famiglia di uno dei colpevoli ha affermato di essersi autoreclusa nella propria abitazione per paura di subire ritorsioni.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Quest’anno i volontari hanno trascorso la Pasqua a Tropoja, per vivere una festività così importante e sentita accanto alle famiglie colpite dal dolore. Le visite sono state piene e profonde e, in un caso particolare, l’intervento di Operazione Colomba si sta rivelando provvidenziale. Questa famiglia non sente di aver ottenuto giustizia per l’omicidio di un proprio parente stretto, in quanto il colpevole ha scontato una pena di soli due anni ed ora è tornato a vivere nella propria abitazione; come spesso capita nei casi di vendetta di sangue, si tratta di un vicino di casa, cosicché la famiglia della vittima è costretta a vederlo quotidianamente, in una situazione che acuisce il dolore e la rabbia. I volontari sono d’aiuto a questa famiglia attraverso la costruzione di un processo di mediazione tra le parti e la consulenza legale di un avvocato, con il quale stanno collaborando.
Durante il mese di aprile sono state accompagnate a fare delle visite a parenti in carcere, tre famiglie, e con una di queste, al ritorno, si è parlato a fondo di vendetta. I volontari hanno ascoltato con attenzione le parole di questa madre ancora devastata dal dolore per l’uccisione della figlia, e che non trova pace per l’assenza di giustizia, perché per questo omicidio non è stato arrestato nessuno. Si è cercato di portare parole di conforto, sottolineando che, se si dovesse fare vendetta, la spirale di odio e violenza continuerebbe senza fine. Inoltre, è stato rinnovato l’impegno a interpellare le principali istituzioni, affinché il caso venga affrontato e risolto.


RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI E LAVORO IN RETE

Con l’arrivo della primavera, è stata realizzata una manifestazione contro la vendetta di sangue a Scutari. Ai passanti è stato chiesto di compiere un gesto simbolico: togliere da un cartellone parole negative come odio e vendetta, per scoprire termini positivi come pace e perdono. Eliminate tutte le caselle, è comparsa la parola “pajtimi”, cioè riconciliazione. Durante l’iniziativa, sono stati distribuiti circa 300 volantini informativi. Ringraziamo tutti i volontari che hanno partecipato, permettendo la realizzazione dell’evento.
Infine, il mese di aprile ha visto i volontari impegnati nella distribuzione del report triennale sulla pratica delle vendette alle Istituzioni nazionali ed internazionali, accompagnato da una lettera con cui si chiede la collaborazione per l’elaborazione di una strategia atta a sradicare questo fenomeno.