Novembre 2018

SITUAZIONE ATTUALE

A inizio mese, a Kumanovë (Macedonia), una rissa fra membri di due famiglie ha portato alla morte di una persona e al ferimento di altre quattro.
Il 9 novembre il sindaco del piccolo comune di Kotë, nel sud dell’Albania, è stato ucciso in seguito a una lite con un militante del partito opposto. L’assassino, subito dopo la discussione, è andato a recuperare la pistola in auto ed è poi tornato per sparare alla vittima.
Inoltre, sono avvenute alcune risse in varie zone del Paese, che sono sfociate nel ferimento di alcuni cittadini albanesi.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Le visite alle famiglie sono continuate anche nel mese di novembre, ma con meno frequenza a causa della preparazione dell’evento di sensibilizzazione previsto per il 10 dicembre, in occasione del 70˚ anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Verso metà mese, abbiamo accompagnato una donna e i suoi tre bambini a trovare in prigione il marito, il quale ha ucciso un uomo per difendere l’onore della sorella ed è stato da poco trasferito in una nuova struttura carceraria a nord di Scutari.
La maggiore vicinanza del nuovo carcere permette alla moglie di portare con sé in visita i loro tre figli, senza che questi perdano la scuola. Terminata la visita, la donna ci ha riportato i saluti e i ringraziamenti del marito per il nostro lavoro.
Durante una visita domiciliare presso una famiglia in vendetta, una signora anziana ci ha reso partecipi della sua preoccupazione per il futuro di suo figlio, che si trova attualmente all’estero. Il figlio ha fatto domanda di protezione internazionale poiché coinvolto in una faida. La sua richiesta però è stata rigettata e quindi costui sarà costretto a tornare in Albania con sua moglie e i suoi figli; si teme che questo possa creare forti tensioni con la famiglia rivale.
A novembre sono arrivate due nuove volontarie, Federica e Anna, che stanno dando un valido aiuto nelle attività che svolgiamo.

Rapporto con le Istituzioni e lavoro in rete

All’inizio del mese di dicembre è prevista una tavola rotonda con le Istituzioni e i rappresentati di alcune Associazioni locali che perseguirà l’obiettivo di proseguire la collaborazione, già consolidata in passato, per elaborare una strategia comune di intervento contro il fenomeno delle vendette di sangue. L’incontro dovrebbe fare da apripista a successivi appuntamenti in cui saranno esposte e condivise le strategie di intervento sviluppate in questi anni dai vari enti partecipanti.
Nell’ottica di organizzare questo evento, nel corso del mese abbiamo incontrato una serie di Istituzioni importanti, tra cui l’Avvocato del Popolo, il Prefetto, e la Procura di Scutari.
A metà mese, abbiamo incontrato due rappresentanti della delegazione dell’UNHCR in Albania. Il nostro lavoro nel Paese ha suscitato molto interesse e si è giunti a una proposta di collaborazione per l’organizzazione di sessioni informative con le ambasciate allo scopo di esporre le problematiche incontrate dai cittadini albanesi, sotto vendetta di sangue, che migrano all’estero richiedendo lo status di rifugiato. Le probabilità che le loro richieste di asilo siano accolte dai Paesi dell’Unione Europea, infatti, sono molto basse e ciò non garantisce un’adeguata protezione a chi si trova a rischio di essere ucciso nel nome del Kanun, qualora torni in patria.