Dicembre 2018

SITUAZIONE ATTUALE

Il 4 dicembre è stato riportato un caso di hakmarrje (vendetta) terminato col ferimento di una persona. La vittima aveva rapito, un mese prima, il cugino del suo aggressore.
A fine mese è stata uccisa a Tirana una ragazza di 17 anni e ferito gravemente il suo fidanzato. Sembra che i moventi siano la gelosia di un altro pretendente della giovane, il quale avrebbe ricevuto precedentemente uno schiaffo dal ragazzo poi gravemente ferito.
Inoltre, questo mese, un trentanovenne è stato ucciso a Topojan, nella regione di Dibër, dal suo ex-suocero, con cui era in conflitto da quando era stato lasciato dalla moglie. Dopo un litigio, la vittima ha ferito con un coltello un amico dell’ex-suocero e minacciato di morte la famiglia di quest’ultimo, il quale – a sua detta per autodifesa – lo ha colpito alla testa con un pezzo di legno, uccidendolo. Per evitare una vendetta di sangue da parte della famiglia della vittima, la polizia si è posizionata a guardia dell’abitazione dell’assassino.


CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

Il 6 dicembre in Albania si celebra San Nicola, una festa molto sentita dalle famiglie con cui operiamo, che in questa occasione ci hanno invitato a trascorrere la serata precedente insieme a loro.
Il 10 dicembre, 70˚ Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, abbiamo lanciato a Scutari la campagna nazionale “Kundër Gjakmarrjes” (“contro le vendette di sangue”), con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione albanese sul fenomeno e far sì che ogni cittadino prenda una posizione netta e attiva, schierandosi apertamente contro la pratica della vendetta. Per l’occasione più di duemila adesivi, contenenti il logo della campagna, sono stati distribuiti e 13 banner, con messaggi di pace, perdono e riconciliazione, e sono stati appesi e posti lungo le strade principali della città. In serata, infine, presso il centro giovanile “Arka” si sono tenuti: la proiezione di un video riguardante le campagne di sensibilizzazione realizzate in questi ultimi anni da Operazione Colomba per contrastare il fenomeno; una lettura teatrale sulle condizioni di vita in cui si trova chi è costretto ad autorecludersi nella propria abitazione per timore di subire una vendetta; e un concerto di musica live con la cantante albanese Jozefina Simoni.
Durante il mese di dicembre, sono anche continuate le visite alle famiglie sotto vendetta e gli accompagnamenti in carcere per permettere a donne e bambini di visitare i loro mariti e padri. Grande attenzione ha richiesto il caso di Alfred, che a inizio dicembre è stato rimpatriato forzatamente in Albania con tutta la sua famiglia poiché la Germania ha rifiutato la sua domanda di protezione internazionale. Temiamo che questo ritorno possa generare forti tensioni poiché l’intera famiglia è tornata a vivere nel luogo di origine, che si trova nello stesso villaggio in cui risiede anche la famiglia avversaria.
A metà mese abbiamo organizzato una partita di calcetto coi ragazzi delle famiglie in vendetta, un’occasione di aggregazione utile a incanalare nello sport la tensione dettata dalle situazioni difficili in cui versano questi giovani.
A fine mese, siamo andati a porgere gli auguri per le feste di Natale e di fine anno alle famiglie che frequentiamo nella regione settentrionale di Tropoja. In particolare, ad una di esse, che dopo aver subito un grave lutto famigliare deve decidere se emettere vendetta o meno, abbiamo portato parole di pace e di conforto, sperando che possano disincentivare il ricorso ad una gestione distruttiva della situazione conflittuale in cui si trovano.
A dicembre è arrivata Elisa, una nuova volontaria, mentre è partita Anna, che è stata con noi circa due mesi. Le auguriamo di continuare il suo percorso nonviolento.

Rapporto con le Istituzioni e lavoro in rete

Molto proficua è stata la tavola rotonda a cui hanno partecipato i rappresentanti di alcune istituzioni amministrative e religiose locali nonché gli esponenti di alcune associazioni albanesi. Lo scopo dell’incontro è stato quello di trovare una strategia comune per implementare un processo che promuova il superamento del fenomeno delle vendette di sangue.
Ringraziamo a tal proposito l’Ambasciatore italiano Alberto Cutillo per il messaggio inviatoci per l’occasione, in cui ha manifestato il suo sostegno a questa iniziativa. Inoltre, anche questo mese abbiamo continuato la collaborazione con il GUS, Gruppo Umana Solidarietà, attraverso la nostra partecipazione attiva ai loro incontri periodici per contrastare l’uso della violenza e la radicalizzazione, a cui prendono parte anche altre Associazioni e Istituzioni locali.