Aprile 2019

SITUAZIONE ATTUALE

Anche nel mese di aprile abbiamo registrato alcuni casi di ferimenti riconducibili alla vendetta di sangue.
A metà mese un capo villaggio è stato ferito a causa di un precedente conflitto legato alla proprietà. La dinamica dell’evento conferma la degenerazione della pratica del Kanun. Infatti l’uomo è stato raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco mentre era sul balcone di casa, nonostante l'abitazione domestica sia un luogo tradizionalmente sacro, dove non è possibile compiere vendetta.
Inoltre, è stato ferito un uomo che in passato aveva avuto diverbi per questioni di proprietà. La moglie ha dichiarato di avere molta paura e di sentirsi in pericolo di vita poiché in precedenza la famiglia aveva subito minacce e attacchi.


CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

A inizio mese abbiamo organizzato la consueta gita annuale con il gruppo donne al Santuario di Sant’Antonio, a Laç. Dopo aver partecipato alla messa le donne hanno ascoltato la testimonianza di Allegra, una signora che ha saputo affrontare con coraggio e consapevolezza la perdita di sua figlia, fondando in suo ricordo un'Associazione. Allegra ha raccontato alle donne albanesi la sua esperienza di mamma, che non è terminata con la morte della figlia, poiché quando una donna riveste il ruolo di madre lo mantiene per tutta la vita. Ha anche invitato le donne a concentrarsi sui ricordi positivi dei loro cari. Le parole di Allegra hanno toccato nel profondo tutte le donne; in particolare, una ragazza che solitamente è molto dura, si è commossa ricordando la sorella.
Grazie alla presenza di Allegra, siamo anche riusciti a sostenere il percorso di rielaborazione del lutto di una ragazza che ha perso la sorella a causa di una faida.
A inizio mese abbiamo partecipato al primo anniversario di morte di un ragazzo, andando a trovare la famiglia e prendendo parte alla messa in suffragio. Il sacerdote durante l'omelia ha pronunciato parole molto forti, condannando l’uso della violenza come mezzo di risoluzione dei conflitti. Si è spinto a dichiarare che la morte del ragazzo è stata frutto della pressione di tutta la comunità, poiché in Albania è difficile disinnescare il meccanismo per il quale gli screzi degenerano in ferimenti o omicidi. La famiglia ci ha ringraziato per la vicinanza e ci ha invitato a tornare a trovarli.
Infine, poco prima di Pasqua, abbiamo consegnato una lettera da parte di un missionario italiano, per aiutare una famiglia in vendetta a compiere gesti distensivi che possano avvicinarla alla famiglia avversaria.

Rapporto con le Istituzioni e lavoro in rete

L’8 aprile ci siamo recati a Tirana per incontrare la parlamentare Vasilika Hysi. L’incontro è stato proficuo: le abbiamo presentato le principali problematiche relative al fenomeno della vendetta di sangue e il nostro lavoro per contrastarle. L’Onorevole si è dimostrata consapevole della gravità di questa piaga sociale e si è resa disponibile a collaborare con noi in futuro in diversi modi. Anche a lei abbiamo consegnato alcuni adesivi per diffondere la nostra campagna "Kundër Gjakmarrjes".