Luglio 2019

SITUAZIONE ATTUALE

Il clima post elezioni del 30 giugno non ha prodotto particolari scontri o agitazioni. Non sono, però, mancati cortei di protesta a Tirana e polemiche su alcuni casi di brogli elettorali che hanno occupato per giorni le prime pagine dei giornali.
A Luglio abbiamo assistito e registrato l’evoluzione di alcuni casi di omicidio legati a motivi di vendetta. Nella prima metà del mese, infatti, è stato arrestato un uomo che, nel 2013, aveva compiuto un omicidio per vendicare la morte di suo fratello, ucciso in carcere nel 1992. Negli stessi giorni i media locali hanno, inoltre, reso noti alcuni aggiornamenti che ricostruiscono un omicidio avvenuto nel 2017 per motivi d'onore, aggravando la situazione penale del responsabile di tale crimine.
A fine Luglio è stato scarcerato, anticipatamente, Lulzim Caka, noto alle cronache come il “terribile di Berat”, poiché era a capo di una banda criminale durante gli anni Novanta.

La vicenda del suo rilascio è ancora poco chiara e ha generato molto scalpore; il gesto è stato condannato dalla Ministra della giustizia Etilda Gjonaj, che ne ha revocato la scarcerazione ormai avvenuta e ha indagato il Direttore della prigione, poi arrestato insieme a un collaboratore. Nel 1999 Caka fu autore anche di un duplice omicidio d’onore per vendicare la morte della madre, uccisa nella zona di Fier.
Caka risulta tuttora latitante.

CONDIVISIONE, LAVORO E NOVITA' SUI VOLONTARI

I primi dieci giorni di Luglio hanno visto i volontari impegnati nel campo estivo a Tropoja con attività dedicate ai bambini e ai ragazzi della zona. Per l’occasione, al gruppo di Operazione Colomba si sono uniti anche Annalisa, Gaetano e Maura, volontari in servizio civile della Comunità Papa Giovanni XXIII. Il campo è stato molto partecipato, soprattutto dai giovani dell’area. Inoltre, la perseveranza nel riproporre le attività estive in questa zona remota di montagna, anno dopo anno, ha stimolato altre iniziative locali; infatti, nelle settimane successive, alcune Associazioni e Istituzioni locali hanno organizzato, in collaborazione con due operatori dell’organizzazione statunitense di volontariato internazionale “Peace Corps”, un altro campo estivo a Bajram Curri (capoluogo di regione) a cui hanno preso parte numerosi giovani dei villaggi limitrofi.
La presenza continuativa a Tropoja ha, inoltre, permesso ai volontari di monitorare più da vicino la situazione di alcune famiglie coinvolte nella “vendetta di sangue”, attraverso visite domiciliari. In particolare, una signora che ha perso un figlio per vendetta ha condiviso con noi la stanchezza di dover sempre mantenere calmi gli animi degli altri membri della sua famiglia, per evitare l’escalation del conflitto, che potrebbe facilmente degenerare nella prosecuzione della faida.
Dopo il campo estivo, i volontari hanno continuato le attività quotidiane di sostegno materiale e morale alle famiglie in vendetta nell’area di Scutari, mediante visite domiciliari e accompagnamenti effettuati prevalentemente presso alcuni luoghi di preghiera e in carcere a visitare parenti detenuti.
A Luglio abbiamo salutato Margherita, che si è fermata qualche mese in Albania, e Nadia, che è stata colonna portante del progetto per più di un anno e mezzo. A lei va la riconoscenza per aver dedicato tutte le sue energie e il suo impegno alle famiglie in vendetta, che già sentono la sua mancanza.

Rapporto con le Istituzioni e lavoro in rete

A Luglio è proseguito il dialogo con una professoressa della Facoltà di Scienze Sociali di Tirana, che ha ribadito l’impegno a coinvolgere i suoi studenti in alcune attività di progetto, con una particolare attenzione al monitoraggio dei casi di faida, tramite la consultazione dei media, e alla reportistica sull’andamento del fenomeno della “vendetta di sangue” in Albania. Inoltre, abbiamo partecipato a un incontro di formazione sulla giustizia riparativa, dedicato a operatori del settore.
Infine, abbiamo incontrato il rappresentante locale dell’Associazione Trentino con i Balcani, per progettare insieme le prossime collaborazioni con le Istituzioni locali.
Questo mese anche i media internazionali si sono dimostrati interessati al nostro progetto: i volontari sono stati intervistati da un giornalista della BBC e da un giornalista belga, “incuriosito” dal report della Commissione federale belga incontrata anni fa.