Luglio 2013

SITUAZIONE ATTUALE

Gli Omicidi per gjakmarrje e hakmarrje (vendetta di sangue e vendetta) nel mese di Luglio sono stati almeno 5 e le vittime 9. Di questi, quattro sono stati compiuti per  hakmarrje (vendetta). Due  a causa di offese e ripicche, 1 per motivi di proprietà e 1 per onore. Mentre per gjakmarrje vi è stato un caso. In questo mese dalla Procura Generale, sono state applicate per la prima volta, dall’entrata in vigore (4 giugno 2013) del nuovo codice penale, le norme in materia di omicidi per motivi riconducibili ad hakmarrje e gjakmarrje.

Nello specifico la Procura Generale, per il colpevole dell’omicidio per motivi di gjakmarrje avvenuto il 12 giugno, applicando le nuove norme in materia dei reati contro la persona, ha chiesto una condanna a 38 anni di carcere o l’ergastolo. Inoltre, è stata data dai mass media la notizia che vi è l’intenzione di istituire un database nazionale contenente il numero delle famiglie coinvolte in hasmerie (conflitto). Tale innovazione dovrebbe aiutare non solo nell’applicazione più veloce delle nuove norme ma anche nell’esecuzione di misure di prevenzione degli omicidi più efficaci ed incisive.
Il Comitato dell’Onu, nel rapporto stilato sull’Albania, evidenzia tra le questioni più preoccupanti dal punto di vista dei Diritti Umani e della sicurezza sociale, quella legata al fenomeno della gjakmarrje. In tal senso chiede al Governo misure adeguate a sostegno delle famiglie che vivono il problema delle vendette del sangue.

CONDIVISIONE E LAVORO
In questo mese abbiamo svolto con regolarità e costanza le visite alle famiglie in conflitto che seguiamo nell’area di Scutari e Tropoje. Si sono svolti i consueti  accompagnamenti a richiesta in ospedale e in carcere di persone in autoreclusione o che si sentono minacciati a causa della loro situazione di vendetta. In questo periodo abbiamo seguito in particolare due famiglie in conflitto  che già da tempo hanno chiesto il nostro aiuto a sostegno dei processi di rconciliazione. In un caso il nostro sostegno è stato finalizzato al recupero di relazioni intrafamiliari interrotte da molto tempo. Infatti, la ricomposizione di queste relazioni permetterebbe di riunire l’intera famiglia e in questo modo segnare un notevole passo avanti sulla decisione di riconciliarsi. Si tratta di un lavoro particolarmente complicato e delicato in quanto vi è una situazione di completa sfiducia e diffidenza.
Nell’altro caso teniamo il ruolo di mediatori e di parte terza tra due famiglie. Il conflitto scaturito tra loro nasce dall’uccisione di un uomo che ha lasciato 6 figli. In particolare, stiamo lavorando sulla possibilità di far incontrare la vedova e la mamma dell’assassino tutt’ora in carcere. Tra mille peripezie e passi indietro, i risultati finora raggiunti, in particolare nel mese di luglio, fanno sperare in una svolta in senso positivo. Inoltre stiamo seguendo con attenzione il caso di una famiglia e nello specifico di un uomo a cui hanno ammazzato il padre e che sarebbe tentato di vendicare e di “riprendere il sangue”
che gli è stato tolto anche in nome della mamma e dei fratelli minori. Infatti ultimamente l’assassino del padre di quest’uomo è uscito di prigione e tale vicenda ha fatto aumentare e tornare vivi i pensieri vendicativi di quest'ultimo, ora tormentato dalla decisione di vendicare il padre, e quindi recuperare il suo onore e l’immagine sociale perduta, o non vendicarsi pur sapendo che giustizia non è stata fatta perché il colpevole è uscito di prigione in pochi anni. L’intervento, che stiamo tutt’ora implementando, si è concentrato su diversi livelli tra cui: la condivisione, il cambiamento delle modalità di pensiero, la prevenzione di atti inconsulti da  parte dei familiari della vittima e il sostegno emotivo. In altre parole, stiamo cercando come volontari, di non far sentire solo quest’uomo di fronte al dolore della morte del padre (ravvivatosi dopo l’uscita dal carcere dell’assassino), e dinanzi al sentirsi abbandonato e non tutelato dalle Istituzioni.
Le attività del gruppo donne e ragazzi, per adesso sospese per la pausa estiva, sono continuate attraverso visite mirate e incontri individuali e informali nella nostra casa. Per non perdere di vista e continuare a frequentare i ragazzi del gruppo abbiamo organizzato delle partite di calcetto in modo fa continuare ad essere presenti.
Il lavoro sul fronte della sensibilizzazione della società civile e delle Istituzioni è continuato intensamente. Si è svolta la manifestazione del 12 di ogni mese nel centro di Scutari con la presenza dei banchetti di raccolta firme e con la distribuzione di volantini contenenti messaggi di sensibilizzazione sul fenomeno delle vendette del sangue. Si è continuato con la raccolta firme nelle parrocchie e nei villaggi, a Scutari e dintorni.
Sono state presentate al rappresentante dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea (OSCE) in Albania e all’Ambasciatore dell'Unione Europea a Tirana, nonché alle ambasciate e agli uffici consolari presenti in Albania, diversi documenti da noi prodotti e contenenti: la descrizione delle nostre attività in Albania; il Dossier presentato nel novembre 2012 al Parlamento albanese inerente all'impatto del fenomeno gjakmarrje nel Paese; le firme finora raccolte e le relative spiegazioni sulle motivazioni e sulle finalità della campagna “5000 firme per la vita”.

VOLONTARI
Il mese di Luglio ha visto l’afflusso e il contributo di numerosi volontari che con periodi di disponibilità fra loro differenti, hanno ingrossato il gruppo stabile della presenza. Oltre alla presenza dei volontari di lungo periodo Giulia Z. (rientrata dal mese di stacco in Italia a metà del mese), Marcello e Laura, vi è stata la preziosa presenza di Silvana, Sara, Giulia A., Francesca,  Agnese, Corrado, Nikolina. A fine mese sono arrivati Chiara, Anna, Amarilli, Valentina ex casco bianco in Albania  e Fabrizio referente dall’Italia della presenza. Un ringraziamento particolare a Sokol B. e Francesca K. Denis G. e Dario che con il loro  speciale apporto hanno contribuito al lavoro dei volontari.