Alberto Curamil e la difesa del vulcano Tolhuaca

 
Sottotitoli in italiano, inglese e spagnolo

Alberto Curamil è il longko (autorità tradizionale) della comunità indigena mapuche del Lof Radalko di Curucatìn, nella regione cilena dell'Araucanía, e membro dell'organizzazione Alianca Territorial Mapuche (ATM). Curamil è tra i principali promotori dell'attivismo locale a tutela dell'ambiente e dei diritti territoriali, socio-culturali ed economici delle comunità mapuche, che si oppongono allo sfruttamento economico intensivo delle loro terre ancestrali da parte di compagnie commerciali. Nel 2019 è stato insignito del Premio Ambiental Goldman per il suo ruolo nella campagna della società civile che ha impedito la realizzazione di due centrali idroelettriche sul fiume Cautìn, sacro ai mapuche e fondamentale risorsa idrica per gli abitanti della zona. Tra il 2018 ed il 2019 Curamil ha scontato 15 mesi di carcere preventivo con l'accusa di rapina a mano armata, per cui l'accusa aveva chiesto una condanna a quasi 50 anni. In applicazione della legge speciale antiterrorismo, che restringe fortemente le garanzie di equo processo degli imputati, le prove testimoniali fornite a carico del leader mapuche sono rimaste anonime. Varie associazioni mapuche e organizzazioni per i diritti umani hanno condannato la natura politica del procedimento e del duro trattamento sanzionatorio, e nel 2019 Curamil è stato assolto da tutte le accuse per sostanziale assenza di prove. Nonostante continui a essere vittima di vari trattamenti intimidatori a causa del suo attivismo, Curamil non ha mai interrotto il suo impegno per l'ambiente e per i diritti delle comunità mapuche: a fine 2021, a nome delle comunità di Curucatìn, ha denunciato pubblicamente l'approvazione di un progetto per la costruzione di una centrale geotermica ai piedi del vulcano Tolhuaca, contestando l'assenza di una valutazione di impatto ambientale e la mancata consultazione delle comunità mapuche interessate.