Situazione attuale
Il fatto che ha maggiormente segnato il mese di aprile è stato il barbaro assassinio, all’alba di sabato 27 aprile, di tre “carabineros” nell’area di Cañete nella provincia di Arauco della Regione del Bío Bío. I tre sono stati uccisi durante un’imboscata e i loro corpi sono stati bruciati nell’auto di servizio. Tutta l’opinione pubblica si è stretta attorno alle famiglie delle vittime e le indagini sembrano orientate verso la pista della delinquenza organizzata. Il governo ha indetto tre giorni di lutto nazionale. Il fatto tragico è avvenuto in un territorio fortemente militarizzato a causa del conflitto fra Mapuche e Stato. Alcune organizzazioni militanti Mapuche hanno prontamente dichiarato la loro estraneità ai fatti.
Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie
Nel mese di aprile si è concluso il dibattimento ed è stata emessa la sentenza di condanna a 24 anni a Ector Llaitull. L’avvocata della difesa ha osservato più volte che il processo è stato viziato dalla presenza di testimoni anonimi e che questo abbia impedito spesso il diritto alla difesa, inoltre afferma che la maggior parte della pena, 15 anni, è stata data sulla base della legge sulla sicurezza interna dello Stato creata nel 1975 sotto la dittatura militare. Una legge che da quando la dittatura è caduta, negli anni novanta, non è mai stata utilizzata proprio per la sua ambiguità. Come osservatori internazionali abbiamo seguito tutte le udienze del processo e abbiamo notato come tutti i funzionari che hanno indagato sull’imputato istruendo il processo, non hanno mai ricevuto un formazione che li aiutasse a comprendere usi e costumi del popolo originario e nemmeno una conoscenza, seppur superficiale, della Convenzione n.169 dell’Organizzazione Internazionale per il Lavoro (OIL) sui Diritti dei popoli indigeni e tribali, sottoscritta dal Cile. Nel mese di aprile i volontari e le volontarie hanno presenziato a due manifestazioni importanti, entrambe svolte nella città di Temuco. La prima, il 9 Aprile, promossa da alcune comunità Mapuche, ha preso il nome di “marcha familiar por la soberania alimentaria y el derecho ancestral Mapuche” (marcia della famiglia per la sovranità alimentare e i diritti ancestrali Mapuche). La manifestazione ha riunito gran parte della popolazione Mapuche dei settori limitrofi per protestare contro una nuova ordinanza comunale che limita il commercio di ortofrutta in alcune vie della città, di fatto vietandone l’esercizio. Secondo i manifestanti questo nuovo regolamento nasce da una volontà ben più ampia, quella di collocare, anziché la vendita di prodotti provenienti dai piccoli agricoltori, moltissimi appartenenti a comunità Mapuche, sempre più frutta e verdura legata ad un commercio e a una produzione industriale e importate da altre regioni del Paese.