Febbraio 2023

Situazione attuale

Nel mese di febbraio il Cile è stato attraversato da una grande siccità e incendi continui, in particolare nella parte centro meridionale del Paese. Negli ultimi anni sono diminuite le precipitazioni e le temperature si sono elevate. Questo ha portato il Paese ad avere oggi problemi di acqua potabile; ciò non ha origine solamente nel cambiamento climatico, ma dipende anche dall’aumento della domanda di acqua proveniente da settori produttivi quali agricoltura, industria mineraria e silvicoltura. A questo si aggiunge anche il diritto dei privati di sfruttare l’acqua (stabilito dalla Costituzione del 1980).
Nel mese di febbraio in Cile ci sono stati più di cento incendi, molti dei quali dolosi. La temperatura alta e i forti venti hanno fatto sì che il contenimento dei focolai fosse estremamente difficile e, in alcune zone, è stato indetto il coprifuoco per ragioni di sicurezza. Nelle regioni dell’Araucania, del Bío Bío, de Los Lagos e del Ñuble si sono contati più di 300 mila ettari di bosco bruciato, e questo ha inevitabilmente portato ad un elevato numero di morti (circa 30 persone hanno perso la vita nell’intento di salvare il proprio terreno) e di feriti (più di 2.000), soprattutto nel centro del Paese.
Prosegue lo stato di eccezione e nonostante questo proseguono anche i sabotaggi di gruppi Mapuche ai danni delle grandi imprese, specialmente forestali.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Nei primi giorni di febbraio abbiamo visitato il territorio recuperato da una comunità nei pressi di Galvarino. I Mapuche denunciano pubblicamente la sparizione progressiva della zona paludosa che si trova nel terreno. Secondo il Lonko (capo) la causa sarebbe attribuibile alla recente installazione di un grande frutteto che starebbe “desertificando” la laguna poiché la coltivazione è altamente idrovora.
A
febbraio anche nel territorio di Lautaro vi sono stati numerosi incendi. Nei primi giorni del mese lo svolgimento di un torneo di “palin” (gioco tradizionale Mapuche) è stato sospeso proprio a causa di un incendio che era divampato a pochi chilometri di distanza e che stava raggiungendo una scuola elementare. Ci siamo uniti alla comunità per cercare, insieme ai pompieri, di fermarlo e tenerlo sotto controllo portando taniche di acqua e terra per soffocare le fiamme. Nei giorni successivi, assieme ad alcuni attivisti Mapuche, abbiamo visitato le zone rurali più colpite portando solidarietà e qualche piccolo aiuto a chi aveva perso la casa o i terreni coltivati. Si stima che siano andati a fuoco circa 300.000 ettari di terra tra boschi e campi.
Per comprendere meglio la situazione giudiziaria c
arceraria che riguarda i Mapuche abbiamo incontrato un importante avvocato specializzato in questo tipo di cause. Il bilancio generale che ha tracciato non è positivo. Le violazioni della Convenzione Internazionale dei popoli indigeni (n.169) sono costanti, soprattutto all’interno delle carceri. Viene fatto impropriamente largo uso del carcere preventivo che ha come conseguenza la carcerazione, anche per anni e senza processo, di molti Mapuche impegnati in varie lotte che attraverso questo mezzo vengono allontanati dal panorama politico.
Il 15 febbraio si è tenuto a Panguipulli un’evento di ricordo dei “difensori della Terra” vittime di omicidio. La giornata si è aperta con una breve marcia per le vie della città accompagnata dalla musica ed è proseguita con degli interventi dal palco tenuti dai parenti o dagli amici delle vittime. In particolare sono stat
i commemorati Emilia Bau, Macarena Valdes, Ruben Collio, Francisco Martin ed Eloy Alarcon.
Nel fine settimana successivo abbiamo avuto la rara opportunità di partecipare ad una cerimonia spirituale, il Macitun, dove
il/la Machi conclude il suo percorso di apprendimento per diventare ufficialmente Machi (autorità spirituale). Queste due giornate sono state molto intense e ci hanno permesso di conoscere qualcosa in più degli aspetti culturali e spirituali di questo popolo. Tra i partecipanti, inoltre, una larga maggioranza era composta da giovani di Santiago, sintomo del fenomeno che sta avvenendo in questi ultimi anni per cui molti Mapuche nati nelle grandi città stanno tornando verso le zone rurali a vivere ma soprattutto a riscoprire le loro radici, rivendicando con orgoglio la loro cultura ancestrale.

Nei pressi di Collipulli invece siamo tornati a visitare una comunità che si sta opponendo alla costruzione di un grande parco eolico di proprietà di un’impresa privata, che dovrebbe sorgere sulla cima di una collina boschiva da cui sgorga una cascata di settanta metri. Il luogo in questione, oltre che incontaminato e maestoso, per i Mapuche è soprattutto sacro, come tutto ciò che riguarda l’acqua e i suoi spiriti.

Infine, negli ultimi giorni del mese, siamo stati al sud, vicino a Puerto Montt, dove siamo stati invitati da una famiglia Mapuche. Il loro territorio sorge in una baia affacciata sull’oceano dove da quasi venti anni sono in funzione quattro fabbriche che producono derivati del pesce e un allevamento di salmoni. I Mapuche denunciano l’inquinamento causato da queste produzioni intensive, a causa delle quali la fauna, composta principalmente da crostacei e molluschi, della baia sta progressivamente scomparendo.

A febbraio abbiamo salutato Sofia che ci ha molto aiutati ad aprire la presenza a Lautaro.