Marzo 2023

Situazione attuale

In Cile sta entrando nel vivo il secondo processo costituzionale. Nato dopo il rifiuto, attraverso un referendum nel settembre 2022, della prima proposta Costituzionale, il nuovo percorso appare guidato molto di più dall’apparato partitico che dalla società civile. La prima assemblea costituente era formata da 150 membri, molti dei quali rappresentativi del movimento di giustizia sociale che ha contraddistinto il Cile durante l’Estallido social. Per questo secondo processo costituzionale, invece, sono già da mesi all’opera 24 “esperti” designati dai partiti politici e in questo periodo sta iniziando la campagna elettorale per l’assemblea che sarà formata da 50 persone.
A marzo si è dibattuto molto anche sull’approvazione della legge “Gatillo Fácil” o legge Naín-Retamal, che vuole far fronte alla situazione di poca sicurezza in alcune parti del Paese, amplificata dal fatto che nella lotta contro il crimine sono morti alcuni membri delle forze dell’ordine. Questa legge da facoltà alle forze di sicurezza di rispondere con molta forza e poca responsabilità qualora si sentano minacciati; una parte dell’opinione pubblica, però, mette in evidenza che questa legge darebbe troppo potere alle forze dell’ordine e violerebbe i Diritti Umani: per alcuni aspetti sembra una legge scritta per permettere maggiore repressione verso i movimenti di piazza e verso le istanze di molte comunità Mapuche. Sul fronte Mapuche è importante ricordare che la comunità di Temucuicui Autonoma ha risposto al sequestro del raccolto e alla repressione avvenuta da parte delle forze dell’ordine con una denuncia contro lo Stato e respingendo con molti dettagli l’accusa di “usurpazione”.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari

Durante il mese di marzo abbiamo proseguito il nostro lavoro di denuncia e advocacy presso le Nazioni Unite a Ginevra in collaborazione con l’ufficio della Comunità Papa Giovanni XXIII. Con quest’ultimo collaboriamo presentando all’ONU le istanze di cui ci occupiamo nel nostro monitoraggio sul campo. Abbiamo presentato loro diverse comunità e persone in lotta, che vedono sistematicamente violati i propri diritti, soprattutto sul tema della salvaguardia ambientale.

Sabato 4 marzo è venuto a mancare Rafael Railaf, che avevamo avuto l’onore di conoscere e intervistare nei mesi passati, fondatore del MCR (Movimento Campesino Rivoluzionario) durante la dittatura, promotore delle prime recuperazioni territoriali, prigioniero politico ed infine esule in Olanda. Uomo dal grande carisma, ha continuato fino all’ultimo a combattere per riottenere la terra ancestrale che apparteneva ai suoi avi e alla sua comunità, nella quale è tornato infine a morire. Abbiamo dunque partecipato, aiutando per quanto possibile la famiglia, al funerale che è durato tre giorni fino alla sepoltura. Durante questi giorni abbiamo potuto conoscere una piccola parte della storia di questo Paese grazie alla presenza e alla conoscenza che abbiamo fatto con altri esuli e combattenti, compagni di Rafael negli anni delle lotte contro la dittatura.
Nel giorno internazionale della donna, l’8 marzo, siamo scesi per le vie di Temuco marciando con le donne cilene e Mapuche, tra cui una Maci che abbiamo accompagnato, contro la violenza del patriarcato e del capitalismo che lo alimenta. La giornata si è conclusa con un presidio di commemorazione alle donne uccise o scomparse durante la dittatura e abbiamo ascoltato le voci di molte sopravvissute.
Alcuni membri di una comunità Mapuche hanno chiesto il nostro supporto per seguire il caso di un uomo Mapuche accusato, a fine febbraio, di aver appiccato un incendio e per questo è stato, secondo la sua testimonianza, picchiato e umiliato da un gruppo di cileni (non Mapuche) che abitano nella zona, i quali hanno successivamente chiamato i carabineros che lo hanno immediatamente arrestato e sottoposto al carcere preventivo, in cui si trova ancora oggi. Dopo aver conosciuto la famiglia ci siamo recati a visitarlo in carcere soprattutto per cercare di ottenere per lui una visita medica approfondita, in quanto lamenta fortissimi dolori alla testa e ad un occhio. Continuiamo a tenerci aggiornati sulla sua situazione fisica e giudiziaria.
Continua, inoltre, la nostra volontà di ampliare la rete di conoscenze e supporto anche a livello internazionale, abbiamo, ad esempio, conosciuto un’organizzazione italiana che si occupa di sostenere le comunità locali nella difesa dell’ambiente con un approccio molto scientifico e tecnico, ad esempio con analisi chimiche dei fattori inquinanti nella zona di lavoro. Speriamo in futuro di avviare con loro una collaborazione.
Il 24 marzo abbiamo partecipato ad un presidio davanti al tribunale di Rio Bueno dove la comunità del Pilmaiken si è riunita per sostenere i compagni feriti i quali hanno deciso di denunciare i carabineros che hanno sparato contro una loro manifestazione pacifica di fronte all’entrata del cantiere dell’impresa norvegese Startkraft. Quest’ultima sta costruendo quattro centrali idroelettriche sul fiume Pilmaiken il quale, oltre ad essere sacro per i Mapuche, rischia di sparire progressivamente privando del bene più prezioso, l’acqua, coloro che lo vivono tutti i giorni per il profitto di pochi privati stranieri. I carabineros che stavano all’interno del cantiere hanno cominciato a sparare ad altezza uomo colpendo diverse persone, uno di questi rischia di perdere la vista da un occhio. Continueremo a monitorare la situazione visitando quando possibile la comunità.
Prosegue inoltre il lavoro di conoscenza e consolidamento dei rapporti nella zona rurale di Lautaro, in cui viviamo. Cerchiamo di approfondire la relazione con le persone Mapuche che abitano intorno a noi condividendo momenti di vita quotidiana come una chiacchierata al tramonto davanti ad un mate, una passeggiata per i campi o un bagno al rio.