Aprile 2024

Situazione attuale

Il fatto che ha maggiormente segnato il mese di aprile è stato il barbaro assassinio, all’alba di sabato 27 aprile, di tre “carabineros” nell’area di Cañete nella provincia di Arauco della Regione del Bío Bío. I tre sono stati uccisi durante un’imboscata e i loro corpi sono stati bruciati nell’auto di servizio. Tutta l’opinione pubblica si è stretta attorno alle famiglie delle vittime e le indagini sembrano orientate verso la pista della delinquenza organizzata. Il governo ha indetto tre giorni di lutto nazionale. Il fatto tragico è avvenuto in un territorio fortemente militarizzato a causa del conflitto fra Mapuche e Stato. Alcune organizzazioni militanti Mapuche hanno prontamente dichiarato la loro estraneità ai fatti.

Condivisione, Lavoro e novità sui Volontari e le Volontarie

Nel mese di aprile si è concluso il dibattimento ed è stata emessa la sentenza di condanna a 24 anni a Ector Llaitull. L’avvocata della difesa ha osservato più volte che il processo è stato viziato dalla presenza di testimoni anonimi e che questo abbia impedito spesso il diritto alla difesa, inoltre afferma che la maggior parte della pena, 15 anni, è stata data sulla base della legge sulla sicurezza interna dello Stato creata nel 1975 sotto la dittatura militare. Una legge che da quando la dittatura è caduta, negli anni novanta, non è mai stata utilizzata proprio per la sua ambiguità. Come osservatori internazionali abbiamo seguito tutte le udienze del processo e abbiamo notato come tutti i funzionari che hanno indagato sull’imputato istruendo il processo, non hanno mai ricevuto un formazione che li aiutasse a comprendere usi e costumi del popolo originario e nemmeno una conoscenza, seppur superficiale, della Convenzione n.169 dell’Organizzazione Internazionale per il Lavoro (OIL) sui Diritti dei popoli indigeni e tribali, sottoscritta dal Cile. Nel mese di aprile i volontari e le volontarie hanno presenziato a due manifestazioni importanti, entrambe svolte nella città di Temuco. La prima, il 9 Aprile, promossa da alcune comunità Mapuche, ha preso il nome di “marcha familiar por la soberania alimentaria y el derecho ancestral Mapuche” (marcia della famiglia per la sovranità alimentare e i diritti ancestrali Mapuche). La manifestazione ha riunito gran parte della popolazione Mapuche dei settori limitrofi per protestare contro una nuova ordinanza comunale che limita il commercio di ortofrutta in alcune vie della città, di fatto vietandone l’esercizio. Secondo i manifestanti questo nuovo regolamento nasce da una volontà ben più ampia, quella di collocare, anziché la vendita di prodotti provenienti dai piccoli agricoltori, moltissimi appartenenti a comunità Mapuche, sempre più frutta e verdura legata ad un commercio e a una produzione industriale e importate da altre regioni del Paese.


Questa situazione di tensione fra piccoli agricoltori Mapuche e municipalità dura da qualche mese senza la possibilità di trovare un accordo che permetta alla piccola economia Mapuche di esistere in forma dignitosa.
La seconda manifestazione si è svolta il 24 Aprile e la marcia era organizzata in appoggio ai prigionieri Mapuche, contro la nuova legge anti-usurpaciòn, ma soprattutto contro un progetto di costruzione di una linea ad alta tensione che attraverserebbe territori Mapuche. Secondo le molte comunità coinvolte, la presenza della linea ad alta tensione violerebbe gravemente i diritti collettivi delle comunità Mapuche nei loro luoghi cerimoniali, culturali e abitativi.
Ad aprile i volontari e le volontarie hanno conosciuto una comunità in rivendicazione territoriale dell’area di Pucon, dove si è consumata una aggressione ai danni di un membro attivo della comunità. Si tratta di un caso delicato perché gli aggressori identificati sono appartenenti ad una comunità limitrofa con la quale sono sorte più volte tensioni. Questo caso ha sollevato interrogativi sulle relazioni tra le comunità Mapuche, spesso compromesse dalle politiche governative che hanno cercato di ridurre l'identità culturale e il controllo sulle terre ancestrali.
Verso la fine del mese l’equipe di progetto ha visitato Guillermo Alejandro Camus Jara, prigioniero Mapuche in sciopero della fame da più di 90 giorni. Il motivo dello sciopero, condotto insieme a Juan Carlos Henupil, è la richiesta di essere trasferiti al CET (Centro de Educacion y Trabajo) di Cañete, un centro di detenzione in cui i detenuti possono terminare la propria condanna lavorando, anche la terra. Guillermo è dimagrito più di 23 kg dall’inizio dello sciopero. Da segnalare l’inizio della collaborazione con Giorgio Romagnoni e la sua pagina Il problema degli altri che per 12 settimane racconterà la lotta del popolo Mapuche attraverso le sue vignette.
Sul fronte dei volontari è da segnalare l’entrata ufficiale nell’equipe di Willy, amico cileno e membro della Comunità Papa Giovanni XXIII, che appoggerà per un paio di giorni a settimana il lavoro dell’equipe.