L'isola che non c'è

A casa, qui a Lesbo, abbiamo una chitarra.
Nei giorni grigi ci tira su il morale, in quelli più luminosi accompagna i nostri festeggiamenti.
È un'ottima compagna di viaggio.
Ognuno ha gusti diversi quindi passiamo dal pop, al rock, alle canzonette folkloristiche.
Cantiamo anche canzoni afghane, quando la portiamo a casa dei nostri amici rifugiati.
Io vado pazzo per il cantautorato italiano.
Un giorno cantiamo "L'isola che non c'è" di Bennato e, mentre ci sgoliamo su quei versi, inizio a sognare.
Sogno un'isola che non c'è.
Sogno una Lesbo che ancora non esiste.
Sogno una Lesbo dove la solidarietà regna sovrana.
Sogno una Lesbo accogliente, aperta e generosa, che dà quel poco che può offrire, che per chi arriva in un barcone è tanto.
Sogno una Lesbo che non sembri in stato di guerra, dove il verde è dato dalle foreste e dai prati, e non dalle divise mimetiche dei militari e dei loro mezzi.

Sogno una Lesbo dove l'altruismo non viene sopraffatto dalla paura, dove il desiderio di dare annichilisce l'egoismo di tenere per sé.
Sogno una Lesbo per tutti e tutte, non solo per i Greci o per i ricchi turisti occidentali.
Sogno una Lesbo dove la diversità è una ricchezza e non un difetto, dove l'eterogeneità è una risorsa e non un peso.
Sogno una Lesbo dove l'immigrazione sarà l'occasione per invertire la tendenza xenofoba odierna.
Sogno una Lesbo che venga presa come esempio per l'assenza di prigioni a cielo aperto, e non dove la presenza di esse venga elevata a punto di riferimento per i governi europei.
Sogno una Lesbo dove l'afghano, il siriano, il congolese, sono visti come portatori sani di altri mondi, di punti di vista nuovi, e non come terroristi invasori.
Sogno una Lesbo dove l'egemonia sia detenuta dalla generosità disinteressata e non dalla propaganda.
Sogno una Lesbo dove non è solo una piccola parte della società civile a indignarsi per le politiche antitetiche al rispetto dei Diritti Umani, perché Lesbo ha anche questa faccia, nascosta, oscurata, ma ben presente e vivida nella vita dei rifugiati.
Una parte di Lesbo è associazionismo, volontariato; una parte di Lesbo è umana, ma è una minoranza.
Sogno una Lesbo che non è Lesbo.
Sogno una Lesbo diversa, utopica, impossibile.
Eppure voglio, devo continuare a sognare un'isola che non c'è, perché mi aiuta a stare a galla, a rialzarmi in piedi se cado, in questa lotta contro i mulini a vento.
Quella chitarra è una stampella che mi sorregge, mentre sogno un'isola che non c'è.

Elia