Insieme

Siamo tutti davanti al cancello d’entrata del campo profughi di Eleonas ad Atene.
Il grande cancello si apre ed esce una donna coperta dal velo spingendo un passeggino e accanto a lei una ragazzina.
La donna si abbandona ad un pianto disperato per il dolore della morte del marito, che ieri sera ha avuto un malore senza che nessuno gli prestasse aiuto; solo 4 ore dopo dal suo infarto è arrivata l’ambulanza a constatarne la morte.
Questa donna, già schiacciata da uno Stato che non le ha riconosciuto il Diritto di asilo e protezione, ora si ritrova più sola di prima, a dover affrontare i lunghi giorni di una vita troppo difficile da vivere qui, dove da sola adesso deve crescere i suoi figli.
Questa sera siamo tutti qui, e ci sono altri gruppi che si sentono vicini ai migranti, ci sono greci, iraniani, italiani, tedeschi, tutti qui a dire che siamo uguali, e che tutti hanno il diritto al rispetto della propria dignità di essere umano.
Siamo qui e vegliamo dinanzi al campo, come una madre veglia sul sonno del suo bambino, con delicata attenzione a rispettare prima di tutto la volontà di chi vive rinchiuso nel campo della vergogna.

All’entrata, davanti al grande cancello chiuso, ci sono le guardie che non fanno entrare nessuno che non vi abiti dentro.
Tutto questo fa pensare e constata la verità, che è una sola: i campi per migranti rifugiati tanto elogiati e pagati dalla Unione Europea altro non sono che campi di detenzione.
Quando siamo soli, il rischio è quello di pensare che quello che facciamo possa essere inutile, nonostante scegliamo di esserci; ma ritrovarsi in così tante persone unite dallo stesso sentimento di ingiustizia nei confronti di questi esseri umani, ci riporta alla certezza di essere dalla parte giusta, di essere con le persone giuste.
Siamo consapevoli che le nostre sono solo piccole gocce, ma messe insieme a tutte le altre formano qualcosa di grande e le persone che vivono all’interno del campo lo sanno, lo sentono e per questo ci aspettano e si fidano di noi.
Di sicuro il potere di chi è nella stanza dei bottoni non potrà mai far tacere l’anima di chi crede ancora in un futuro migliore, in una pace reale ancora da costruire, perché la vera pace nasce solo quando due corpi sono stretti in un solo abbraccio senza distinguere colore e razza.
Arriva la polizia armata, con scudi ed elmetti come per affrontare un nemico pericoloso, ma noi siamo seduti per terra, senza armi e senza difesa.
Molti di loro sono giovani, e fanno anche una triste tenerezza nascosti nella loro corazza.
Però, in mezzo a tanta crudeltà, la passione e l’amore che ci accomuna tutti, restano qualcosa di veramente bello, magico e reale allo stesso tempo.
Un proverbio dice: finché c’è vita c’è speranza… quando siamo insieme diventiamo sia speranza che vita, ed è per questo che abbiamo fatto della parola "insieme" il nostro motto, il nostro credo.

M.