Che cosa provi?

Ti stringo le mani mentre ti ascolto parlare.
Mi racconti la tua storia e quella dei tuoi 4 bambini, cresciuti troppo in fretta per non essere divorati da un contesto che non vuole vederli, non vuole prendersi cura di loro, dei loro sogni, delle loro ambizioni, della loro istruzione, della loro libertà.
Mentre parli mi chiami "mamma".
Non sei la prima a farlo: sono più grande di età e per rispetto mi chiamate nel modo più bello che c’è.
Ti guardo mentre mi parli e ti stringo le mani, Joy.
Sorridi per non piangere mentre dici che tu e i tuoi figli avete ricevuto lo sfratto perché chiude un progetto che fino a poco tempo fa dava la possibilità a tante persone vulnerabili di vivere fuori dai campi per rifugiati, e dovete andare via da quella casa e da Atene.
Non sai se i tuoi bambini potranno continuare a frequentare la scuola quando vi trasferiranno al campo profughi di Patrasso, che dista due ore e mezzo dalla capitale.
Sento che trattenere le lacrime è molto difficile ma non posso lasciarle scendere davanti a te, che invece affronti anche quest’ennesima ingiustizia con una dignità che disarma.

Mi sorridi nuovamente e mi dici: "mamma, è molto difficile la vita del migrante".
Torno a casa.
Non riesco a parlare molto con gli altri.
Vado a letto, ma senza riuscire a chiudere occhio.
Penso continuamente a te, mamma Joy, a cosa provi quando guardi i tuoi figli e sai che non puoi difenderli da un sistema mostruoso e disumano, un sistema di esclusione, una società cieca e alienante.
Che cosa provi, mamma Joy?!
Io so che per te non riesco a darmi pace: non accetterò mai tutto questo.
Io e te, due mamme in modo diverso, stiamo combattendo per gli stessi diritti di tutti.
Sembra quasi che non esistiamo in mezzo al mondo, davanti ad un sistema balordo e ingiusto che chiude gli esseri umani in enormi gabbie circondate da filo spinato.
Ma esistiamo e resistiamo fino all'ultimo respiro.
Non cambieremo la storia del mondo, ma tu hai cambiato la mia: hai aggiunto bellezza nel soffrire per qualcuno che si ama; hai aggiunto senso al mio continuare a stare in Grecia; hai aggiunto coraggio alla mia stanchezza; hai alimentato il fuoco che sento dentro e che brucia le mie giornate nel pensarvi schiavi di un'Europa che si tinge di falsità quando afferma di essere accogliente e democratica per tutti.
Ma noi sappiamo la verità e Operazione Colomba è qui anche per raccontarla.

M.